La falsa guerra all'ISIS (che dilaga) e quella vera in Palestina
Iran Italian Radio riporta che "il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ordinato la distruzione di circa 400 abitazioni palestinesi di nuova costruzione nella Cisgiordania occupata, lo riferisce Press Tv."
La situazione in Palestina è ancora lontana dalla normalità, nonostante il silenzio dei mass media.
Anziché preoccuparsi dell'ISIS, che ormai con cadenza quotidiana divulga video o foto di atrocità (non solo gli ostaggi occidentali giustiziati, ma anche cittadini crocifissi o lapidati per reati che in occidente sarebbero considerati "minori" o non reati, dall'uso di droga all'adulterio, fino all'omosessuale scaraventato a terra dal tetto di un palazzo solo perché gay, dinnanzi ad una folla che quando è arrivato a terra lo ha "terminato" lapidandolo.
Anziché preoccuparsi del fatto che i miliziani dell'ISIS sono giunti quasi alle porte di Israele e che si stanno rinforzando di settimana in settimana commerciando petrolio al mercato nero, continuano l'opera di annientamento della Palestina.
I miliziani dell'ISIS invece - poche decine di migliaia di persone, anche fossero centomila - privi di un'aviazione (almeno per ora) continuano a dilagare in Siria ed in Iraq, in barba ai proclami di Obama.
Noi lo avevamo detto subito che gli attacchi all'ISIS, almeno per ora, in questa fase, sarebbero stati "di facciata"; il fatto che le potenze occidentali abbiano spianato la strada all'ISIS defenestrando Saddam, Gheddafi e alimentando le "primavere arabe", il fatto che abbia instaurato in Iraq un debole governo fantoccio e che per due anni il mondo intero abbia consentito agli islamisti di dilagare in lungo ed in largo, conquistando intere grandi città siriane ed irachene, dimostrava ampiamente la volontà di lasciare che la situazione si aggravi, magari per intervenire in seguito, quando la situazione diverrà un reale pericolo per l'occidente.
Anziché intervenire per ripristinare l'ordine, o aiutare i governi a farlo, hanno preferito armare e finanziare i gruppi e scatenarli contro il governo di Assad, ed è un miracolo che il Presidente siriano sia riuscito a restare al potere. Se fosse caduto la Siria sarebbe finita in mano agli islamisti, e per molti siriani sarebbe iniziato un calvario. Anche per questo la popolazione si è stretta intorno ad Assad, sacrificando la vita di decine e decine di migliaia di giovani siriani che hanno combattuto e combattono per scongiurare che gli islamisti conquistino il paese.
Perché gli USA e la Comunità internazionale non intervengono seriamente per fermare l'avanzata del Califfato? Perché consentono all'ISIS di dilagare? Di rinforzarsi e di arricchirsi ulteriormente?
Non hanno nemmeno aiutato i curdi di Kobane, o meglio hanno finto di aiutarli, con pochissimi ed inutili raid aerei. Se i curdi sono riusciti a scacciare gli islamisti (almeno per adesso) è solo grazie al patriottismo e all'eroismo dei cittadini, ed in particolare delle donne di Kobane, che hanno imbracciato il fucile per difendere le loro case, il loro territorio, la loro libertà. I cittadini di quel fazzoletto di Kurdistan si sono trasformati, compatti, in un'esercito, e come funzionava in altre epoche, tutti insieme si sono difesi dall'aggressore.
Leggi la raccolta articoli sull'ISIS di nocensura.com iniziata l'estate scorsa, con il teatrino della proclamazione del Califfo rilanciata da tutti i media (giornalisti e governi occidentali gli hanno permesso di conquistare metà Iraq e metà Siria senza dire una parola, ad eccezione - per dovere di cronaca - di Magdi Cristiano Allam e di pochi altri) e con l'inizio della "saga del terrore"
Staff nocensura.com
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