La crisi del 2008 sette anni dopo, con artefici e protagonisti inediti
Nel 2007 le lobby dei combustibili fossili, del cemento e dei rifiuti, che detengono buona parte delle leve economiche in Europa, ebbero ben chiaro che l’azione di governo portata avanti dal ministro italiano dell’Ambiente avrebbe ribaltato gli equilibri consolidati da sempre, compromettendo gli enormi flussi di denaro pubblico fino ad allora pervenuti e mai prima messi in discussione.
E’ da qui che prende le mosse la giornalista d’inchiesta Rita Pennarola per ricostruire moventi e scenari che precedettero il gennaio 2008, quando cade il Governo Prodi e con esso il suo ministro Alfonso Pecoraro Scanio, principale obiettivo di un disegno che, riletto sette anni dopo, appare oggi logicamente preordinato, in ragione delle potenti motivazioni economico-finanziarie che ne furono alla base. E mentre avveniva la “rimozione” politica, che a gennaio 2008 coincide con l’ingresso dell’Italia nel baratro della crisi economica, era già in atto l’inchiesta giudiziaria che avrebbe determinato per anni l’allontanamento dell’ex ministro dal parlamento. Un’inchiesta che divampò sui giornali – per la solita, tempestiva “fuga di notizie” – proprio alla vigilia del voto per le politiche di aprile, salvo poi essere smantellata nel 2013 dal Tribunale dei Ministri, che ha riconosciuto la totale inconsistenza di ogni ipotesi accusatoria.
Ma l’uscita dalla scena politica di Pecoraro Scanio, che aveva drasticamente tagliato i contributi del Cip 6 a fossili e inceneritori, dovette rappresentare un passaggio “necessario” per liberarsi di un leader dell’ambientalismo mondiale che, arrivato al Governo, aveva chiamato al suo fianco gente come Carlo Rubbia, Jeremy Rifkin o padre Alex Zanotelli, oltre a una task force di ecologisti e magistrati di punta.
Sono questi alcuni aspetti della tesi-shock che la giornalista d’inchiesta Rita Pennarola supporta con il rigore di documenti e testimonianze nel libro “2008 – L’anno che ha stravolto l’Italia” (Aracne Editrice). E sul ruolo “politico” svolto da una certa parte della magistratura negli ultimi anni si è soffermata nel suo intervento la giornalista, la quale propone nel libro anche la storia di un’altra “epurazione” che segnò il fatidico gennaio del 2008, quella dell’allora pm di Catanzaro Luigi de Magistris, «colpito da provvedimenti senza precedenti – afferma Pennarola – dopo essersi spinto ad indagare fin nel cuore del perverso intreccio tra politica corrotta, poteri giudiziari, massoneria e lobby finanziarie».
Al di là delle due lunghe interviste in cui i due protagonisti rispondono alle domande della giornalista su questi ed altri non meno inquietanti interrogativi, il libro spiega nei dettagli la rivoluzionaria portata delle attività che entrambi, per strade diverse e sempre nel rispetto della legge, stavano conducendo. E racconta cosa sarebbe accaduto se non fossero stati fermati, anche con riguardo al successivo declino del Paese.
«La politica, l’ambiente, la sanità, – scrive Oliviero Beha nella sua prefazione – i poteri forti/marci, le spinte dal basso, l’avvicendamento dei governi, Berlusconi e tutti nella sua ombra, una sinistra frammentata e dall’identità dispersa, le manovre internazionali, il CIP6 piuttosto che le rinnovabili, gli inceneritori sovrani in un sistema–Paese che sta effettivamente bruciando. Di tutto questo si occupa Rita Pennarola costruendo un percorso sulla scia del lavoro politico e delle difficoltà determinanti incontrate da Alfonso Pecoraro Scanio prima e nel finale da Luigi de Magistris».
Chi ricorda, nella postfazione, i fatti vissuti in prima persona tra 2007 e 2008, è Elio Lannutti, per il quale ci furono «poteri forti che attentarono alla democrazia scatenando la macchina del fango contro un governo eletto dalla volontà popolare. Nel volume di Rita Pennarola si raccontano episodi attraverso i quali si possono leggere le fasi di un vero e proprio complotto».
«Da questo libro – osserva Alfonso Pecoraro Scanio – si comprende anche perché Romano Prodi sia ancora oggi tanto osteggiato, e perché quel Governo fosse considerato scomodo da tante lobby. La ricostruzione fatta da Rita Pennarola su molte vicende che ho vissuto in prima persona mi ha offerto chiavi di lettura per me inaspettate. La devo ringraziare come cittadino per il lavoro di ricerca e di approfondimento, a partire da quello sugli imponenti lavori della Conferenza mondiale sul clima del 2007 a Roma».Quella fu l’unica ed anche l’ultima Conferenza sul clima che sia stata fatta nel nostro Paese. Con il risultato di dover contare ogni anno le vittime di sciagure ed alluvioni, che devastano la Penisola ed arricchiscono i fatturati delle imprese criminali.
Fonte: improntaunika.it Leggi anche: MOSE Venezia: aveva ragione Pecoraro Scanio (come su molte altre questioni...)
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