Il giudice Imposimato: "Grasso ha violato principi elementari di democrazia"
Di Ferdinando Imposimato, magistrato, politico e avvocato italiano, nonché presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione.
Col voto di fiducia al Senato sulla legge di stabilità, il Presidente Piero Grasso ha violato principi elementari di democrazia, che significa trasparenza e rispetto della opposizione. Egli ha costretto il Senato a votare, senza discutere e senza conoscerne il contenuto , la legge preparata dal Governo.
Di fronte alla drammatica crisi, che colpisce i più bisognosi, Matteo Renzi, ha dimostrato una inerzia inquietante nel ridurre la diseguaglianza sociale, intervenendo nel settore dei privilegi di Camera, Senato e Quirinale, e in quello delle società private che fruiscono del denaro pubblico. Esse sono in Italia la prima causa della corruzione per 70 miliardi di euro che gravano sui lavoratori , sui disoccupati e sui giovani . Appare assurdo considerare private società in cui il socio pubblico, lo Stato, detiene la totalità o maggioranza del capitale sociale. Si tratta di un fiume di euro che potrebbe salvare il Paese dalla drammatica crisi che vive da anni.
Il Governo Renzi doveva procedere, con la manovra , alla soppressione o riduzione delle 30.000 società partecipate di Regioni, Province e Comuni . Il cui scopo è l'arricchimento di pochi percettori e distributori di tangenti e la creazione di migliaia di posti di lavoro per parenti, amici, amanti e clienti. Esse impediscono ai più meritevoli di accedere alla Pubblica Amministrazione a causa della sistematica soppressione dei concorsi pubblici.
La legge sulla stabilità, col voto del Senato, del 20 dicembre 2014, ha sancito il principio che i sussidi alla società pubbliche non si possono tagliare. Nonostante siano ingiusta sottrazione di risorse ai cittadini, meri regali o scandalosi furti ai bisognosi. Dei circa 33 miliardi di euro versati dallo Stato alle aziende , 30 sono finiti a società pubbliche , come TAV, FFSS, Expo, Mose, etc, per fare risultare sostenibili bilanci che altrimenti sarebbero stati in rosso.
Da consulente del Governo Monti, il prof Francesco Giavazzi , un liberale illuminato, propose un taglio di società pubbliche radicale, rifiutato da Monti. Poi è arrivato Matteo Renzi che, nel programma delle primarie del 2013, per la segreteria del partito democratico promise “una riduzione del 20-25% degli investimenti alle imprese pubbliche. Con l'obiettivo di risparmiare 12-16 miliari di euro”. Ora che aveva la possibilità di mantene l'impegno con la legge di stabilità, è andato nella direzione contraria. Ha rinviato la decisione a data da stabilire; cioè a mai. Nella legge di stabilità sono saltati i tagli di 12-16 miliardi di finanziamenti alle società pubbliche che sarebbero dovuti andare al lavoro, alla scuola e agli esodati. Così resistono i finanziamenti pubblici alle imprese come FFSS, Expo, Tav, Mose, e via di seguito che distorcono la competizione e favoriscono la corruzione e il potenziamento delle organizzazioni criminali.
Il pres Renzi , di fronte allo scandalo gravissimo che ha travolto il comune di Roma e i politici delle larghe intese, propone un testo contro la corruzione insufficiente. Ed anzi contro producente perché rischia di scoraggiare i pochissimi che denunziano i furti di Stato. E' “una manovra contro la corruzione irrisoria , di mera propaganda, ma priva di forza dissuasiva e repressiva. Lo scandalo delle prescrizione è un beneficio ingiustificato per i potenti , mentre i più deboli pagano con pene severe, e gli assassini della salute pubblica sono assolti da crimini contro l'umanità.
Dal profilo Fb di Imposimato
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