Quando un Pontefice piace alla massoneria
Di Davide Consonni
Pochi ricorderanno le incredibili parole con cui il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Gustavo Raffi accolse l’elezione al soglio pontificio di Jorge Mario Bergoglio, le riporto per spolverare le memorie:
“Con Papa Francesco nulla sarà più come prima. Chiara la scelta di fraternità per una Chiesa del dialogo, non contaminata dalle logiche e dalle tentazioni del potere temporale. Uomo dei poveri e lontano dalla Curia. Fraternità e voglia di dialogo le sue prime parole concrete: forse nella Chiesa nulla sarà più come prima. Il nostro auspicio è che il pontificato di Francesco, il Papa che ‘viene dalla fine del mondo’ possa segnare il ritorno della Chiesa-Parola rispetto alla Chiesa-istituzione, promuovendo un confronto aperto con il mondo contemporaneo, con credenti e non, secondo la primavera del Vaticano II. Il gesuita che è vicino agli ultimi della storia – prosegue Raffi – ha la grande occasione per mostrare al mondo il volto di una Chiesa che deve recuperare l’annuncio di una nuova umanità, non il peso di un’istituzione che si arrocca a difesa dei propri privilegi. Bergoglio conosce la vita reale e ricorderà la lezione di uno dei suoi teologi di riferimento, Romano Guardini, per il quale non si può staccare la verità dall’amore. La semplice croce che ha indossato sulla veste bianca – conclude il Gran Maestro di Palazzo Giustiniani – lascia sperare che una Chiesa del popolo ritrovi la capacità di dialogare con tutti gli uomini di buona volontà e con la Massoneria che, come insegna l’esperienza dell’America Latina, lavora per il bene e il progresso dell’umanità, avendo come riferimenti Bolivar, Allende e José Martí, solo per citarne alcuni. E’ questa la ‘fumata bianca’ che aspettiamo dalla Chiesa del nostro tempo”[1].
Non a caso Raffi cita Romano Guardini, uno dei teologi di riferimento di Bergoglio (ma non solo del Bergoglio ovviamente, fu apprezzato dai molti che accolsero e gradirono i frutti del Concilio Vaticano II), in quanto Guardini con il suo testo “Lo spirito della Liturgia” (1918), considerata colonna e pietra miliare del Movimento Liturgico, aprì e spalancò le porte alla riforma liturgica attuata dal massone Arcivescovo Bugnini [1] durante il Concilio Vaticano II. Il Guardini fu per esempio, ben prima del Concilio Vaticano II, uno dei primi sperimentatori della “celebrazione eucaristica rivolta verso il popolo”. Del Guardini si deve inoltre far riferimento, necessariamente ma brevemente senza voler tediare il lettore, all’opera “Ritratto della Malinconia”, per la spregiudicatezza delle tesi care alla filosofia occulta rinascimentale che contiene:
“Noi uomini, non siamo esseri armonici; profondi conflitti si esprimono in noi. Già ciò che si chiama ‘vita’ è in noi discorde. Volontà per la vita e volontà per la morte, volontà del piacere e volontà del dolore s’intrecciano intimamente. Tutto può farsi in noi via verso la gioia e l’ascesa; ma tutto anche veicolo verso il dolore e il precipizio. Tutto tormenta l’uomo perché egli stesso si vuol tormentare. Chi sa qualcosa della malinconia e delle sue complesse forme e diramazioni, sa anche di questa arcana, sorda volontà di dover patire e di dover perire. Chi ha occhi per vedere, vede l’oscura potenza della malinconia percorrere l’umanità”
Con tali audaci e criptiche parole, tratte da “La fede nella riflessione” del Guardini, egli presentava la pubblicazione del testo “Ritratto della Malinconia”. Mi limiterò col dire che i concetti di “disarmonia umana” e quindi “potenza dello stato melanconico” furono dei pilastri e capisaldi della cabbala filosofica medievale e rinascimentale attribuendo allo stato melanconico potenzialità geniale e fecondamente intuitiva: “Lo struggimento interiore è insieme premessa e fondamento nella conquista della luce!” scriveva il cabalista Francesco Giorgi [Zorzi]. Quella filosofia occulta che bene viene districata e definita, seppur in senso apologetico, dalla storica della filosofia occulta rinascimentale Frances Yates in diversi suoi testi [3], ella mostra la colonna cabbalista della “potenzialità melanconica” partendo dal cabalista Raimondo Lullo, approdando ai testi di Pico della Mirandola, passando per gli scritti del Riformista Jhoannes Reuchlin, considerando l’opera cabalisticamente fondamentale del frate Francesco Giorgi “De Harmonia mundia” ispiratrice del suo contemporaneo mago-stregone Cornelio Agrippa per infine giungere ed approdare alle incisioni cabaliste di Albrecht Durer, sommo cantore della melanconia cabbalista avendogli dedicato incisioni divenute celeberrime tra i cultori della cabbala magica. Non sarà che il Gran maestro Raffi, profondo conoscitore degli scritti medievali e rinascimentali dei più noti cabalisti, gradisca il Guardini “malinconico cabalista” perché fu uno degli ingranaggi fondamentali che innescarono la rivoluzione conciliare, culminata nella riforma liturgica del massone Bugnini?
Il Gran Maestro Raffi, profondo conoscitore della cabbala, dell’ermetismo e quindi dell’alchimia, ebbe a dichiarare: “Quella che chiamiamo la nostra tradizione esoterico-iniziatica, che è parallela e complementare ai nostri ideali di natura illuminista, si rifà a diverse prospettive esoteriche come l’ermetismo, la kabala, il pitagorismo, i rosacroce, l’alchimia, ed altre ancora, che sono, per così dire, il fondamento esoterico che caratterizza la nostra Istituzione, la rende unica e fa sì che i Liberi Muratori possano considerarsi come iniziati, al di là di qualsiasi forma di autocertificazione.”
Concludo la digressione sul Guarini citando un brevissimo passaggio della sua opera “Accettare se stessi”: “Chi pensa davvero deve imparare ad andare oltre l’apparenza dell’ovvio e a immergersi nelle profondità abissali”. Inutile sottolineare gli aspetti esotericamente rilevanti di quest’affermazione. Torniamo al Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Raffi. Il suo gradimento per l’elezione di Bergoglio al soglio pontificio l’ha esplicitato perfino nell’ultima allocuzione del 4/4/2014 [4], ultima in quanto domenica 6 aprile cederà la carica di Gran Maestro al suo successore, ne scriverò poco più avanti. Nell’allocuzione sopra citata le dichiarazione del Raffi sono a dir poco allarmanti, ne riporto una parte:
“Certamente questa, tra le mie allocuzioni, è la più difficile. Si tratta, infatti, dell’ultima occasione che posso condividere con tutti voi da Gran Maestro e vorrei, quindi, che il mio discorso potesse diffondere tutta quella carica di ottimismo, di positività, di dinamismo, di apertura e di trasparenza che spero di aver contribuito a consolidare all’interno della nostra Istituzione durante gli anni di mia Gran Maestranza. […] Non possiamo condividere, con la nostra inerzia, una visione che escluda completamente dall’orizzonte umano la dimensione che sfugge ai sensi, quella che attiene alle nostre ricerche esoteriche; non possiamo condividere un mondo che non sia concepito da un Grande Architetto secondo un ordine prospettico e teleologico, un fine, un progetto di libertà e di felicità da costruire. […]Il mondo sta cambiando ad una velocità pochi anni or sono del tutto inimmaginabile. Questo mondo “liquido”, per usare il termine coniato da Zigmunt Baumann, sta trasformando radicalmente tutte le strutture “rigide” che il mare del passato ha depositato sui lidi del presente. Basterà volgere lo sguardo dentro quelle mura che separano l’Italia dal Vaticano per capire che qualcosa sta cambiando. Osserviamo con attenzione e rispetto come questo Papa stia accelerando i tempi di cambiamento epocale entro l’orizzonte di strutture tradizionalmente restie ad accogliere i fermenti di innovazione. E di riflesso il suo influsso si riverbera ben oltre i confini delle sagrestie. […]Ma tocca anche a noi! Tocca a noi fare la traversata di questa realtà liquida. Tocca anche a noi fare i conti con la mutevole contemporaneità. Con la pretesa, mai tradita, di essere sempre contemporanei della posterità. Saremo in grado di traghettare attraverso questa era liquida il lavoro delle nostre officine? Un’arte, ma anche una visione del mondo che la Libera Muratoria ha affidato a ciascuno di noi. C’è da essere ottimisti. Molto ottimisti! Ottimisti perché il futuro dell’uomo è prima di tutto costruito dalle mani dell’uomo. L’edificio del nostro futuro sarà quello che noi, Muratori, avremo costruito nella nostra libertà, pietra su pietra. E possiamo forse mancare di fiducia in noi stessi? Possiamo forse non concederci la speranza? […]i. La Libera Muratoria, invero, non è una camera di compensazione e una consorteria, ma un Tempio reale e ideale dove Uomini liberi, attraverso il dialogo vanno alla ricerca di verità condivise. La strada è stata certamente lunga e costellata di difficoltà, di resistenze e di errori. Ma chi non fa, non falla! Se non avessimo cercato di aprire finestre e porte, tenute chiuse da anni, di togliere ragnatele e aprire catene e catenacci, oggi non solo saremmo quattro gatti spelacchiati, ma avremmo conservato o peggio attratto solo una retroguardia civile e morale del nostro Paese, mentre al contrario nuove leve di giovani o addirittura di giovanissimi, cercano nei Templi massonici una palestra di libero confronto, di libera analisi e discussione. Cercano e -si spera trovino- un contesto più stimolante e ricco di quel che il Paese normalmente propone. […]Un’istituzione prima considerata come indegna di cittadinanza, della quale si diffidava e dalla quale ci si teneva a debita distanza, è, senza tema di smentite, entrata tra le realtà più vive, trasparenti, attive della nostra Italia. La storia del pensiero e delle istituzioni libero muratorie è così divenuta nuovamente argomento serio di dibattito accademico; nelle università si organizzano seminari e convegni su temi massonici e i libri su questi argomenti costellano i cataloghi di editori oltremodo prestigiosi, ed il pensiero massonico non pascola più solo tra i bollettini di parrocchiette esoteriche o nei tipi di varia pubblicistica di livello scadente. Le più importanti Autorità delle istituzioni nazionali, i rappresentanti stessi dello Stato Italiano, le più alte cariche del Parlamento e della Comunità Europea ci hanno onorato della loro considerazione, invitandoci a partecipare a meeting di rilevanza internazionale. Se è pur vero che per alcuni di noi, sempre meno per fortuna, una medaglia o un paludamento valgono di più di ciò, noi abbiamo voltato pagina e abbiamo rimesso l’accento su altri contenuti e quindi su ben altre priorità, aprendo la via ad ulteriori, nuovi e insperati, interlocutori. […]Abbiamo saputo aprire le porte del Tempio alla ricchezza dei contenuti e della responsabilità etica, e ci siamo ritrovati non più soli, anche se il nostro lavoro è solo all’inizio e ben altri scalini dovremo salire per consolidare quanto ottenuto. Ma la direzione è ben chiara: laicità, trasparenza, solidarietà, spiritualità, libertà di pensiero e di ricerca” [4]
“Certamente questa, tra le mie allocuzioni, è la più difficile. Si tratta, infatti, dell’ultima occasione che posso condividere con tutti voi da Gran Maestro e vorrei, quindi, che il mio discorso potesse diffondere tutta quella carica di ottimismo, di positività, di dinamismo, di apertura e di trasparenza che spero di aver contribuito a consolidare all’interno della nostra Istituzione durante gli anni di mia Gran Maestranza. […] Non possiamo condividere, con la nostra inerzia, una visione che escluda completamente dall’orizzonte umano la dimensione che sfugge ai sensi, quella che attiene alle nostre ricerche esoteriche; non possiamo condividere un mondo che non sia concepito da un Grande Architetto secondo un ordine prospettico e teleologico, un fine, un progetto di libertà e di felicità da costruire. […]Il mondo sta cambiando ad una velocità pochi anni or sono del tutto inimmaginabile. Questo mondo “liquido”, per usare il termine coniato da Zigmunt Baumann, sta trasformando radicalmente tutte le strutture “rigide” che il mare del passato ha depositato sui lidi del presente. Basterà volgere lo sguardo dentro quelle mura che separano l’Italia dal Vaticano per capire che qualcosa sta cambiando. Osserviamo con attenzione e rispetto come questo Papa stia accelerando i tempi di cambiamento epocale entro l’orizzonte di strutture tradizionalmente restie ad accogliere i fermenti di innovazione. E di riflesso il suo influsso si riverbera ben oltre i confini delle sagrestie. […]Ma tocca anche a noi! Tocca a noi fare la traversata di questa realtà liquida. Tocca anche a noi fare i conti con la mutevole contemporaneità. Con la pretesa, mai tradita, di essere sempre contemporanei della posterità. Saremo in grado di traghettare attraverso questa era liquida il lavoro delle nostre officine? Un’arte, ma anche una visione del mondo che la Libera Muratoria ha affidato a ciascuno di noi. C’è da essere ottimisti. Molto ottimisti! Ottimisti perché il futuro dell’uomo è prima di tutto costruito dalle mani dell’uomo. L’edificio del nostro futuro sarà quello che noi, Muratori, avremo costruito nella nostra libertà, pietra su pietra. E possiamo forse mancare di fiducia in noi stessi? Possiamo forse non concederci la speranza? […]i. La Libera Muratoria, invero, non è una camera di compensazione e una consorteria, ma un Tempio reale e ideale dove Uomini liberi, attraverso il dialogo vanno alla ricerca di verità condivise. La strada è stata certamente lunga e costellata di difficoltà, di resistenze e di errori. Ma chi non fa, non falla! Se non avessimo cercato di aprire finestre e porte, tenute chiuse da anni, di togliere ragnatele e aprire catene e catenacci, oggi non solo saremmo quattro gatti spelacchiati, ma avremmo conservato o peggio attratto solo una retroguardia civile e morale del nostro Paese, mentre al contrario nuove leve di giovani o addirittura di giovanissimi, cercano nei Templi massonici una palestra di libero confronto, di libera analisi e discussione. Cercano e -si spera trovino- un contesto più stimolante e ricco di quel che il Paese normalmente propone. […]Un’istituzione prima considerata come indegna di cittadinanza, della quale si diffidava e dalla quale ci si teneva a debita distanza, è, senza tema di smentite, entrata tra le realtà più vive, trasparenti, attive della nostra Italia. La storia del pensiero e delle istituzioni libero muratorie è così divenuta nuovamente argomento serio di dibattito accademico; nelle università si organizzano seminari e convegni su temi massonici e i libri su questi argomenti costellano i cataloghi di editori oltremodo prestigiosi, ed il pensiero massonico non pascola più solo tra i bollettini di parrocchiette esoteriche o nei tipi di varia pubblicistica di livello scadente. Le più importanti Autorità delle istituzioni nazionali, i rappresentanti stessi dello Stato Italiano, le più alte cariche del Parlamento e della Comunità Europea ci hanno onorato della loro considerazione, invitandoci a partecipare a meeting di rilevanza internazionale. Se è pur vero che per alcuni di noi, sempre meno per fortuna, una medaglia o un paludamento valgono di più di ciò, noi abbiamo voltato pagina e abbiamo rimesso l’accento su altri contenuti e quindi su ben altre priorità, aprendo la via ad ulteriori, nuovi e insperati, interlocutori. […]Abbiamo saputo aprire le porte del Tempio alla ricchezza dei contenuti e della responsabilità etica, e ci siamo ritrovati non più soli, anche se il nostro lavoro è solo all’inizio e ben altri scalini dovremo salire per consolidare quanto ottenuto. Ma la direzione è ben chiara: laicità, trasparenza, solidarietà, spiritualità, libertà di pensiero e di ricerca” [4]
Come può un’affermazione simile, se detta dal Gran Maestro della più importante e numerosa obbedienza massonica italiana, non turbare e inquietare il fedele cattolico? “Basterà volgere lo sguardo dentro quelle mura che separano l’Italia dal Vaticano per capire che qualcosa sta cambiando. Osserviamo con attenzione e rispetto come questo Papa stia accelerando i tempi di cambiamento epocale entro l’orizzonte di strutture tradizionalmente restie ad accogliere i fermenti di innovazione. E di riflesso il suo influsso si riverbera ben oltre i confini delle sagrestie. […]Ma tocca anche a noi!”. Soprattutto se consideriamo che lo stesso GM Raffi gongolò all’elezione di Bergoglio affermando: “Con Francesco nulla sarà più come prima”. E’ chiaro ed evidente che diverse dichiarazioni di Bergoglio lascino ben sperare i massoni del Grande Oriente d’Italia.
Proprio mentre scrivo il Gran Maestro Raffi sta presiedendo l’annuale ritrovo massonico denominato Gran Loggia di Rimini a cui mediamente partecipano 3000 massoni, tale incontro del 2014 avrà risonanza storica per il passaggio di gran maestranza da Raffi a Stefano Bisi.[5]
Domenica 6 Aprile, terzo giorno del meeting massonico di Rimini, il GM Raffi dovrà cedere la gran maestranza al nuovo eletto Stefano Bisi, giornalista, direttore del Corriere di Siena, notoriamente in strettissimi e cordialmente fraterni rapporti con il Raffi. Gli altri due candidati per la gran maestranza, sconfitti dal Bisi, erano l’ex vicesindaco socialista di Livorno Massimo Bianchi e il notaio di Messina Silverio Magno. Bisi ha vinto proponendo come programma “elettorale” «Presenza, laicità, tradizione. Pragmatici ed esoterici». Senza voler tediare il lettore con la biografia del Bisi segnalo che è autore di un testo titolato”Mitra e Compasso”, nel quale ripercorre, dal punto di vista massonico, il burrascoso rapporto tra Chiesa Cattolica e massoneria, partendo dalla scomunica per i massoni contenuta nella lettera apostolica “In eminenti” di Clemente XII fino a giungere a quelle che definisce “grandi concordanze” contemporanee. Bisi è da molti considerato il prosecutore ideale della politica raffiana di apertura delle logge verso la società profana, di mediatizzazione delle questioni massoniche, essendo giornalista alcuni ritengono che le politiche del Bisi saranno ancora più aggressive e spregiudicate in questo senso. Il 3/4/2014 è uscita un’intervista di Bisi che potrebbe fornire conferme in merito al suo futuro modus operandi. L’intervista citata è stata rilasciata da Bisi a Panorama, [6] nella quale si affrontano diversi temi: gli elenchi segreti degli iscritti al Grande Oriente d’Italia, Bisi si giustifica: «Non esiste nessuna associazione in Italia che pubblichi l’elenco dei suoi iscritti”, l’intervistatore chiede di render conto dell’esclusione delle donne dalle logge, Bisi risponde: “«C’è una ragione di carattere storico ed esoterico. Gli uomini rappresentano la parte solare, le donne quella lunare, che ad essa è complementare. Storicamente tutta la massoneria internazionale collegata al Grande Oriente non prevede la presenza delle donne nelle logge. Però vi sono organizzazioni di donne legate alla massoneria, i Capitoli delle Stelle d’Oriente, che sono molto attive, soprattutto nel campo della solidarietà”. Si passa successivamente a domandare delle politiche massoniche di trasparenza dal momento che Bisi dichiarò che “vorrebbe una massoneria sempre più trasparente, sul modello della Chiesa di Papa Francesco”, Bisi conferma: “«Indietro non si torna rispetto a venti o trenta anni fa. La massoneria è chiamata sempre più ad aprirsi, a intensificare i contatti con l’esterno””La trasparenza è un punto fondamentale. Ma non si tratta di fare una rivoluzione, poiché ci stiamo muovendo da anni in questa direzione. E questa trasparenza sta portando i suoi frutti, non a caso è migliorata di molto la percezione della massoneria agli occhi dell’opinione pubblica. Molti bussano alla nostra organizzazione e chiedono di aderirvi proprio perché possono conoscerla e vi si possono avvicinare senza ostacoli e senza segreti». Il giornalista di Panorama chiede conto delle infiltrazioni mafiose nelle logge calabresi e siciliane e del malaffare generalizzato che ha coinvolto alcune logge del Grande Oriente d’Italia, come dimostrano diverse inchieste giudiziarie, il Bisi si giustifica: “Il Gran Maestro Raffi è stato molto drastico sotto questo profilo. Nei confronti dei fratelli massoni che avevano commesso degli errori ha preso delle decisioni molto nette”, aggiungerei che il Raffi fu drastico dopo che si mossero le magistrature, mai prima. L’intervista affronta anche il tema dell’arresto del massone piduista Bisignani (la P2 era una loggia del Grande Oriente d’Italia), inoltre vien ribadito che negli ultimi 15 anni sono aumentati i giovanissimi che richiedono l’ammissione in massoneria: “E sono moltissimi i giovani che bussano al Grande Oriente anche direttamente dal sito web»[…] Credo piuttosto che un giovane bussi alla massoneria perché comprende che è un luogo dove ci si può confrontare, si può discutere liberamente e riflettere sul senso della vita. Perché avverte il bisogno di una spiritualità laica, non dogmatica”.
Giungiamo ora al quesito più rilevante dell’intervista di Panorama al Bisi:
Domenica 6 Aprile, terzo giorno del meeting massonico di Rimini, il GM Raffi dovrà cedere la gran maestranza al nuovo eletto Stefano Bisi, giornalista, direttore del Corriere di Siena, notoriamente in strettissimi e cordialmente fraterni rapporti con il Raffi. Gli altri due candidati per la gran maestranza, sconfitti dal Bisi, erano l’ex vicesindaco socialista di Livorno Massimo Bianchi e il notaio di Messina Silverio Magno. Bisi ha vinto proponendo come programma “elettorale” «Presenza, laicità, tradizione. Pragmatici ed esoterici». Senza voler tediare il lettore con la biografia del Bisi segnalo che è autore di un testo titolato”Mitra e Compasso”, nel quale ripercorre, dal punto di vista massonico, il burrascoso rapporto tra Chiesa Cattolica e massoneria, partendo dalla scomunica per i massoni contenuta nella lettera apostolica “In eminenti” di Clemente XII fino a giungere a quelle che definisce “grandi concordanze” contemporanee. Bisi è da molti considerato il prosecutore ideale della politica raffiana di apertura delle logge verso la società profana, di mediatizzazione delle questioni massoniche, essendo giornalista alcuni ritengono che le politiche del Bisi saranno ancora più aggressive e spregiudicate in questo senso. Il 3/4/2014 è uscita un’intervista di Bisi che potrebbe fornire conferme in merito al suo futuro modus operandi. L’intervista citata è stata rilasciata da Bisi a Panorama, [6] nella quale si affrontano diversi temi: gli elenchi segreti degli iscritti al Grande Oriente d’Italia, Bisi si giustifica: «Non esiste nessuna associazione in Italia che pubblichi l’elenco dei suoi iscritti”, l’intervistatore chiede di render conto dell’esclusione delle donne dalle logge, Bisi risponde: “«C’è una ragione di carattere storico ed esoterico. Gli uomini rappresentano la parte solare, le donne quella lunare, che ad essa è complementare. Storicamente tutta la massoneria internazionale collegata al Grande Oriente non prevede la presenza delle donne nelle logge. Però vi sono organizzazioni di donne legate alla massoneria, i Capitoli delle Stelle d’Oriente, che sono molto attive, soprattutto nel campo della solidarietà”. Si passa successivamente a domandare delle politiche massoniche di trasparenza dal momento che Bisi dichiarò che “vorrebbe una massoneria sempre più trasparente, sul modello della Chiesa di Papa Francesco”, Bisi conferma: “«Indietro non si torna rispetto a venti o trenta anni fa. La massoneria è chiamata sempre più ad aprirsi, a intensificare i contatti con l’esterno””La trasparenza è un punto fondamentale. Ma non si tratta di fare una rivoluzione, poiché ci stiamo muovendo da anni in questa direzione. E questa trasparenza sta portando i suoi frutti, non a caso è migliorata di molto la percezione della massoneria agli occhi dell’opinione pubblica. Molti bussano alla nostra organizzazione e chiedono di aderirvi proprio perché possono conoscerla e vi si possono avvicinare senza ostacoli e senza segreti». Il giornalista di Panorama chiede conto delle infiltrazioni mafiose nelle logge calabresi e siciliane e del malaffare generalizzato che ha coinvolto alcune logge del Grande Oriente d’Italia, come dimostrano diverse inchieste giudiziarie, il Bisi si giustifica: “Il Gran Maestro Raffi è stato molto drastico sotto questo profilo. Nei confronti dei fratelli massoni che avevano commesso degli errori ha preso delle decisioni molto nette”, aggiungerei che il Raffi fu drastico dopo che si mossero le magistrature, mai prima. L’intervista affronta anche il tema dell’arresto del massone piduista Bisignani (la P2 era una loggia del Grande Oriente d’Italia), inoltre vien ribadito che negli ultimi 15 anni sono aumentati i giovanissimi che richiedono l’ammissione in massoneria: “E sono moltissimi i giovani che bussano al Grande Oriente anche direttamente dal sito web»[…] Credo piuttosto che un giovane bussi alla massoneria perché comprende che è un luogo dove ci si può confrontare, si può discutere liberamente e riflettere sul senso della vita. Perché avverte il bisogno di una spiritualità laica, non dogmatica”.
Giungiamo ora al quesito più rilevante dell’intervista di Panorama al Bisi:
“Che impressione le fa Papa Francesco?”
«Mi suscita simpatia perché mi pare che sia molto aperto alle novità. Parla con i giornalisti di tutto il mondo e mi pare che mostri apertura su argomenti che finora erano stati tabù per la Chiesa cattolica. Non so se cambieranno le idee delle gerarchie ecclesiastiche anche sulla massoneria. Credo che la breccia di Porta Pia vada superata nel senso che oggi non bisogna più essere anti qualcosa ma a favore di qualcosa. Forse non è un caso che il bersagliere che suonò la tromba per la breccia di Porta Pia fosse un senese, Niccolò Scatoli. Spero che oggi un altro senese possa superare le antiche divisioni e aprire una nuova stagione di dialogo. Giovanni XXIII, alla vigilia del Concilio Vaticano II, in viaggio in treno verso Loreto e Assisi, parlando con il presidente del Consiglio Amintore Fanfani disse: “Vede quei due uomini che camminano insieme laggiù, nella campagna? Non ha tanta importanza da dove vengono, conta invece dove vogliono andare e se ci vogliono andare insieme”. Credo che molte barriere e molti steccati vadano abbattuti per il bene dell’umanità. Da parte dei massoni oggi sono superati».
Piuttosto spregiudicata la risposta del Bisi, il quale auspica una nuova “stagione di dialogo” in cui “molte barriere e steccati verranno abbattuti” sottolineando come Bergolio si sia dimostrato “aperto alle novità e aperto su argomenti che finora erano stati tabù per la Chiesa Cattolica; dice di non sapere se “le idee delle gerarchie ecclesiastiche cambieranno anche sulla massoneria”, ma ovviamente se lo augura, essendo conscio che grandi dialoghi sono già stati avviati da tempo. Il paragone proposto nella risposta successiva, tra il senese neo Gran Maestro Bisi, aperto al dialogo, con il bersagliere senese, il quale con la sua tromba diede inizio all’attacco a Porta Pia, è un esempio di come oggi venga inteso il rapporto tra logge massoniche e Vaticano, rapporto in cui entrambe le fazioni considerano le trincee questione passata, dove il conflitto a viso aperto è trasmutato in dialogo riservato e celato, dialogo fecondo al mutamento delle dottrine cattoliche, non certo di quelle massoniche. E’ la dottrina Cattolica, compresa quella liturgica, ad esser stata mutata dalla massoneria, non certo i rituali massonici mutati dalla dottrina Cattolica. L’ex GM Raffi e il neo GM Bisi dimostrano di essere chiaramente consci di quest’aspetto, il primo citando il Guarini caposcuola del Movimento Liturgico e il secondo auspicando una nuova e feconda stagione di dialogo utile ad abbattere ulteriori steccati e barriere. Considerando inoltre le numerose esternazioni dell’ex e del neo Gran Maestro in merito ai segni di evidente e particolare apertura di Bergoglio (basta citare il rapporto continuato tra Bergoglio e il B’nai B’rith [7] , massoneria ebraica, e la carica di Bergoglio di membro onorario del Rotary Club Argentino [8], per dimostrare nei fatti tale evidente apertura, non che altri Pontefici post conciliari si fossero dimostrati chiusi ed intransigenti in questo senso, anzi..) gli eventi futuri non lasciando bene sperare coloro i quali auspicano, invece, una coerenza dottrinale e un ritorno all’integrismo Cattolico professato e difeso da secoli di Magistero Cattolico e da numerosissimi Servi di Dio.
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