Rita Dalla Chiesa, intervista choc: "L’omicidio di mio padre? Deciso a Roma"
Le dichiarazioni della conduttrice televisiva Rita Dalla Chiesa, circa la "regia romana" della morte di suo padre, il Generale dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa, inviato a Palermo nella veste di Prefetto per combattere la mafia e ucciso in un agguato, la "strage di Via Carini", fanno tornare alla mente le dichiarazioni del Giudice Ferdinando Imposimato, circa la "strategia della tensione".
Staff nocensura.com
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Rita Dalla Chiesa: "L’omicidio di mio padre? Deciso a Roma"
Intervista di Gabriele Lazzaro (ilgiornaleoff)
In questa intervista Rita Dalla Chiesa denuncia la responsabilità dello Stato nell'assassinio del padre, il generale Carlo Alberto Della Chiesa. Per lei la strage di via Carini a Palermo il 3 settembre 1982, in cui morirono il padre, che era il prefetto di Palermo, la giovane moglie Emanuela Setti Carraro e l'agente di scorta Domenico Russo, fu un omicidio perpetrato dalla mafia e commissionato dallo Stato.
Una data che è rimasta impressa nella tua vita è il 3 settembre 1982, quella dell’omicidio di tuo padre, Carlo Alberto Dalla Chiesa. Posso chiederti cosa ricordi di quel giorno?
"La solitudine nella quale mi sono sentita proiettata nel giro di mezzo secondo. Io ho saputo di questa cosa da un giornalista del Tg2, non dai carabinieri, che sono la mia famiglia, la mia anima, il mio cuore, il mio tutto. Evidentemente al comando generale in quel momento c’era qualcuno che non amava mio padre. Mi sono seduta sotto la doccia e ho passato metà nottata lì, inebetita. La mattina dopo sono arrivata a Fiumicino, mi sono fatta il biglietto per Palermo. All’epoca ero solo giornalista di carta stampata, nessuno mi riconosceva. Mi hanno detto “signora, non c’è un posto perché stanotte hanno ammazzato il Generale Dalla Chiesa”. Ed io ho detto “era mio padre”, e allora il posto è saltato fuori".
Il racconto che Riina ha fatto sulla strage di via Carini è tremendo. Se ne è tornato a parlare anche nei giorni scorsi.
"Non riesco a capire se sia vero. È possibile che io debba venire a sapere la verità non dai magistrati, non dai giudici, ma da Totò Riina? Che peraltro parla soltanto adesso! C’è qualcosa di strano, come tutto quello che riguarda la morte di mio padre".
La cassaforte, anche…
"Tutto! È tutto molto strano. Hanno fatto film su come si sia arrivati al 3 settembre. Io ne farei uno dal 3 settembre in poi, sui tanti misteri che sono rimasti tali: la borsa di mio padre, i documenti spariti, chi è entrato nella prefettura quella sera invece di buttare un lenzuolo su mio padre? Mio padre è morto in una strada molto affollata, eppure un lenzuolo per coprire mio padre ed Emanuela (Setti Carraro, la seconda moglie del Generale Dalla Chiesa) nessuno l’ha buttato dalla finestra. E chi è entrato a Villa Pajno quella sera? Cos’ha preso? Dov’era la chiave della cassaforte? Nella cassaforte abbiamo trovato una scatola vuota, c’erano i gioielli di Emanuela, ma non i documenti di mio padre. La scrivania di mio padre era sempre piena di carte, scartoffie. Quella sera non c’era un foglio, era perfettamente pulita. Quando mio zio, fratello di mio padre, disse al procuratore “dovete farci capire cosa sia successo” lui gli rispose “non mi gioco di certo le ferie per questo omicidio”…
Allucinante… Da chi vorresti delle risposte?
"Dallo Stato. Tutti mi dicono “continui ad andare a Palermo, ad amarla”. Certo, io non dovrei vivere a Roma, dove è stato deciso il tutto! Non a Palermo, dove sono solo state armate le mani".
Sei sempre più convinta che la mafia abbia ucciso tuo padre su commissione…
"Certo. Politica…….".
Qual è la cosa che più ti manca di tuo padre?
"Mi mancano la sicurezza che mi dava, il senso di giustizia che si portava appresso. Il ruvido della sua divisa quando l’abbracciavo, mi manca la sua telefonata serale, mi mancano tante cose. Io ho avuto un padre, non il generale Dalla Chiesa. Mi manca mio padre"
Fonte intervista: ilgiornaleoff.ilgiornale.it - Ascolta sul sito l'intervista audio
Tratto dalla pagina FB di Magdi Cristiano Allam
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