Quadruplicati gli interessi sul debito pubblico - truffa
Secondo i mezzi di informazione italiani e le roboanti dichiarazioni del primo ministro non eletto, nonché della degna spalla onorevole ministro Padoan, gli interessi sul debito pubblico sono ai minimi, segno che l’operato del governo sta andando nella giusta direzione e che l’ex sindaco di Firenze gode di ottima e solida credibilità internazionale, tanto da potersi atteggiare a novello Churchill o De Gaulle.
Le cose stanno veramente così? Stiamo veramente viaggiando sul binario giusto?
Prendiamo qualche numero ed analizziamolo. Confrontiamo il 2011, ultimo anno di un governo democraticamente eletto in Italia (ricordiamoci che né Monti, né Letta, né tantomeno Renzi sono nomi usciti dalle urne elettorali, nonostante di mezzo ci siano state le elezioni) prima dell’avvento del presidenzialismo in salsa napoletana.
Dunque, secondo i dati del ministero del tesoro, nel 2011 lo stato ha pagato interessi pari al 4,14% del debito, mentre per il 2014 stima di attestarsi al 3,83% (sempre stime del dicastero retto da Padoan). Se ci limitiamo a vedere questi dati, è vero, gli interessi sono in netto calo.
Peccato che, come qualsiasi investitore sa, non si debba tener conto del tasso di interesse nominale, ma di quello reale, che si calcola con una semplice operazione aritmetica: tasso di interesse nominale – tasso di inflazione.
Perché si deve togliere il tasso di inflazione dal tasso di interesse? Perché il tasso di inflazione mi misura di quanto aumentano i prezzi, ovvero di quanto deve crescere NECESSARIAMENTE il mio reddito per non perdere potere d’acquisto (se oggi un chilo di pane costa un 1 euro e domani 1,10, il mio reddito dovrà essere in grado di coprire quel 0,10 in più, altrimenti comprerò meno pane). Quindi il vero guadagno è quello al netto dell’inflazione(in questo caso io avrò effettivamente più potere d’acquisto di prima).
Fatto questo chiarimento, vediamo ora di calcolare il tasso d’interesse REALE sul debito pubblico italiano nel 2011 e nel 2014
- Anno 2011: interessi 4,14%, inflazione media 3,30%: 4,14-3,30= 0,84%
- Anno 2014: interessi 3,83%, inflazione media 0,3%: 3,83-0,30= 3,53%
Se la matematica non è un’opinione, nel 2014 pagheremo interessi reali 4,2 volte più alti rispetto al 2011 ed al tanto bistrattato governo Berlusconi: 3,53/0,84= 4,2023.
Faccio notare che ho utilizzato l’inflazione prevista dello 0,3, anche se secondo le ultime stime siamo in deflazione, ovvero ad inflazione negativa, ragion per cui il differenziale risulterebbe ancora maggiore.
Questo, cari lettori, è il prodigioso risultato dei tre governi di “nonno Giorgio”: a fronte di sacrifici enormi chiesti alla popolazione, non solo non sono riusciti a risanare alcunché, ma hanno drammaticamente peggiorato la situazione rispetto a prima.
Si tratta di cifre che dicono chiaramente come il “premio al rischio”, ovvero l’interesse che un investitore chiede per compensare il rischio di perdere i propri soldi sia decisamente aumentato, sintomo che nessuno crede alla favoletta propagandata dal primo ministro e dal presidente della repubblica sull’opera di risanamento e che, al contrario, si scommette su un pesante intervento della troika BCE-FMI-UE nella vita sociale del paese. Poco conta che a farlo sia il premier non eletto svolgendo il compitino mandatogli dagli oligarchi di Bruxelles o che arrivino direttamente gli “esperti” come accaduto in Grecia accompagnati dalla loro macabra scia di macelleria sociale.
Che dire? Di fronte a numeri così impietosi, qualsiasi persona dotata di un minimo di dignità, prenderebbe atto di essere inidoneo a ricoprire l’incarico affidatogli e rassegnerebbe immediatamente le dimissioni chiedendo scusa agli italiani per gli errori (ammesso che siano stati fatti in buona fede) commessi.
Ma, si sa, chi è abituato a dire una cosa ed a fare il suo esatto contrario (ricordiamo che un certo signor Renzi disse che non sarebbe mai andato a Palazzo Chigi senza passare prima dalle elezioni politiche…) difficilmente può avere simili scatti di nobiltà.
Luca Campolongo
Fonte: ilnord.it
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