Israele vuole consegnare la Palestina all'ISIS?
Militanti yemeniti dell'ISIS mostrano la bandiera palestinese |
Ad Aprile - quindi oltre due mesi prima dell'inizio delle operazioni israeliane - a Gaza gli uomini di Hamas hanno disperso una manifestazione dei simpatizzanti palestinesi dell'ISIS, che sventolando la bandiera nera dell'ISIS protestavano contro Israele, invocando una linea più dura da parte dei palestinesi nei confronti dello Stato ebraico. I fondamentalisti simpatizzanti del califfato islamico (che ad Aprile non era stato ancora ufficialmente proclamato da Al Baghdadi) contestavano anche le politiche di Hamas, giudicate "troppo morbide", e accusate di non avere ottenuto risultati per il popolo palestinese.
Ad Aprile (non so oggi, perché le cose potrebbero essere cambiate) i palestinesi che simpatizzavano per ISIS erano pochi, qualche centinaio di individui su una popolazione di 1.800.000 persone.
Ora le cose potrebbero essere cambiate: sia perché i raid israeliani di queste settimane - i più violenti dalla fine dell'intifada a oggi, hanno prodotto un numero di morti e di feriti senza precedenti, di gran lunga superiore alle precedenti operazioni - alimentano senza dubbio rancore e odio nelle persone che hanno visto morire o restare gravemente ferito, in molti casi con danni permanenti (mutilati o invalidi) amici e/o parenti, oppure hanno visto radere al suolo, senza motivo, la loro abitazione; ma non possono che generare odio anche i bombardamenti effettuati contro scuole, ospedali, edifici ONU, nonché i soprusi subiti da parte dei coloni, il fatto che sia impedito loro di coltivare i pochi terreni non strappati dagli insediamenti dei coloni, l'impedimento a pescare nelle acque territoriali palestinesi, l'isolamento - l'apartheid - a cui è relegata la popolazione palestinese, l'assistere alle scene di festeggiamento per i bombardamenti ed i morti palestinesi che si sono viste sulla famigerata collina di Sderot e nelle piazze israeliane, dove ci sono stati cori infami come "Niente scuola a Gaza, non ci sono più bambini" e tutte le altre note vicende che evito di menzionare perché potrei scrivere per ore.
Inoltre, la proclamazione del "califfato" di Al Baghdadi, e il fatto che ISIS abbia mostrato una certa forza, anche grazie alla visibilità mediatica ottenuta in tutto il mondo dal gruppo jihadista più estremista e dalla figura del leader autoproclamatosi califfo, Al Baghdadi, ha aumentato incredibilmente il numero dei simpatizzanti, facendo più che raddoppiare, in poco più di un mese, il numero dei miliziani a disposizione del gruppo. ISIS gode della simpatia, in particolare, di molti giovani musulmani, anche di quelli cresciuti in famiglie moderate che vivono in occidente, sui quali la propaganda del califfo riesce a fare presa.
Alcune settimane fa, l'ex capo del Mossad, Efraim Halevy, ha affermato che qualora dovesse cadere Hamas, salirebbero probabilmente al potere gruppi ben peggiori, come l'ISIS:
"Hamas è sicuramente un pessimo interlocutore ma attorno c'è molto di peggio" - ha dichiarato l'ex capo del Mossad, che ha aggiunto: "Mi sto riferendo ai movimenti jihadisti che stanno sconvolgendo tutto il vicino mondo islamico. Già sappiamo cosa potrebbero fare alcuni di loro. Soprattutto uno di loro, l'ISIS, che ha già i suoi tentacoli nella Striscia di Gaza". (leggi tutto)
Non dimentichiamo come è salito al potere Hamas
Per giustificare i raid, Netanyahu ed i media israeliani puntano il dito contro Hamas:
"Hamas vuole distruggere Israele" - "Dobbiamo disarmare Hamas" - "dobbiamo distruggere Hamas" - "Hamas usa i civili come scudi umani" - "Hamas usa i civili per proteggere le armi" - "Hamas... Hamas... Hamas..." etc. e con la complicità dei mass media fanno sembrare, agli occhi dei cittadini che conoscono solo a sommi capi, o non conoscono affatto, la storia della Palestina, che il problema, la causa della guerra e di tutti i mali sia Hamas, "DIMENTICANDO" che i problemi sono iniziati nell'immediato dopoguerra, con la nascita dello stato di Israele (vedi la scheda Wikipedia dedicata al conflitto arabo-palestinese) e che Hamas è stato fondato solo nel 1987, ed è salito al potere in Palestina, mediante libere elezioni, solo nel 2006, con il 44% dei consensi, mentre Al Fatah, che aveva governato fino a quel momento, si fermò al 41%
Hamas nel 2006 ha vinto le elezioni, proponendo una linea più dura di Al Fatah, perché quest'ultimo non era riuscito ad ottenere niente, e anzi la situazione si era costantemente aggravata.
E' infondata la preoccupazione circa il fatto che se la situazione continua così, le organizzazioni più estremiste possano ottenere un consenso crescente tra la popolazione palestinese, aumentando la propria influenza sui cittadini e sulla vita politica, e magari giungere al potere? Noi crediamo di no.
Israele negli anni - come evidenzia, seppure in modo grossolano, la mappa dei territori riportata sopra - ha relegato la popolazione palestinese in un fazzoletto di terra, strappando sempre nuovi terreni, sui quali sono sorti gli insediamenti dei coloni, in territori occupati in violazione dei trattati internazionali. E in queste settimane Israele ha annunciato la creazione di una "buffer zone", una "zona cuscinetto" di sicurezza per impedire ad Hamas di creare tunnel, che a loro detta "sarebbero utilizzati per colpire Israele e uccidere cittadini israeliani"; ma noi non abbiamo ricordanza di questi "massacri tramite i tunnel", dai quali è vero che entrano nel territorio anche i razzi (non dal confine israeliano però, ma da quello egiziano) ma sono utilizzati sopratutto per portare a Gaza beni di prima necessità: che a causa dell'apartheid - la chiusura dei valichi - non possono essere importati altrimenti. Dai tunnel arrivano a Gaza principalmente medicinali, cibo e altri beni di prima necessità: una risorsa indispensabile per sopravvivere, e se saranno eliminati, la popolazione di Gaza non riuscirà a sopravvivere, sarà messa in ginocchio, e questo non potrà che avere ripercussioni negative. Quando una persona non ha nulla da perdere, è capace di tutto.
Nell'articolo citato in precedenza, circa le dichiarazioni dell'ex capo del Mossad, Efraim Halevy, questo afferma che Netanyahu alla fine eviterà di distruggere definitivamente Hamas per scongiurare l'ascesa al potere delle frange più estreme, ad iniziare dall'ISIS; ma il piano diabolico di Netanyahu per risolvere la "questione palestinese", potrebbe essere proprio questo: esasperare i palestinesi al punto da portarli ad aderire alle formazioni più estremiste, che propongono di alzare i toni, predicano la vendetta ed il ricorso al martirio (gli attacchi kamikaze, una "specialità" dei miliziani ISIS) in modo da avere "finalmente" la giustificazione per spazzare via la Palestina.
Che gli israeliani non abbiano intenzione di rinunciare ai territori in favore del popolo palestinese, ovvero la creazione di uno Stato palestinese, è fin troppo evidente; nonostante la costante sollevazione dell'opinione pubblica mondiale e le "condanne" - rigorosamente solo a parole - dell'ONU, hanno costantemente occupato sempre nuovi terreni, in barba alle convenzioni internazionali.
Le mostruosità a cui stiamo assistendo in Iraq ed in Siria da parte dei terroristi ISIS, che gli USA hanno finanziato e armato - come ha rivelato Snowden, e come hanno ammesso un senatore USA e persino Hillary Clinton - con la probabile collaborazione del Mossad, fornirebbero a Israele il sostegno dell'opinione pubblica necessario per distruggere la Palestina, magari iniziando le operazioni dopo un "false flag", come il rapimento e l'uccisione dei tre giovani coloni israeliani, addebitata ad Hamas solo per giustificare l'operazione militare che da tempo avevano pianificato. Il capo della polizia israeliana oltre ad aver "scagionato" Hamas, ha affermato che se fossero stati loro a rapire i ragazzi, lo avrebbero saputo subito. E' notorio che Israele ha infiltrato nell'organizzazione palestinese numerose "talpe", che in cambio di benefici personali vendono le informazioni a Israele. Un'operazione di una violenza senza precedenti che, dopo un lungo periodo di sofferenza, provocato dalla mancanza di beni essenziali che fino ad oggi sono arrivati in Palestina solo grazie ai tunnel, porterebbe la popolazione a emigrare in massa, e nei territori resterebbero poche decine di migliaia di persone, che sarebbero confinate in una "riserva" stile indiani d'America, facilmente controllabile, da impiegare come manovalanza a basso costo nelle aziende israeliane...
Ovviamente lo scenario descritto sopra illustra solo un'ipotesi, che però appare fondata, alla luce dell'evoluzione della situazione palestinese. Se saranno eliminati i tunnel e non saranno riaperti i valichi, i palestinesi si troveranno a vivere in un inferno ben peggiore di quello attuale.
Staff nocensura.com
Commenti