Giornalista sotto scorta minacciato dalla mafia: massima solidarietà!
L'immagine su Facebook la trovi QUI: condividila! |
NON è AMMISSIBILE E TOLLERABILE CHE UN GIORNALISTA DEBBA VIVERE SOTTO SCORTA PER AVER FATTO IL SUO LAVORO; PER AVER "OSATO" PARLARE DELL'INCHINO AL BOSS MAFIOSO, UN'IMMAGINE CHE HA FATTO IL GIRO DEL MONDO, DIPINGENDO IL NOSTRO PAESE IN MODO INDEGNO!
MASSIMA SOLIDARIETA' A MICHELE ALBANESE: AUSPICHIAMO CHE DA PARTE DELLE FORZE DELL'ORDINE CI SIA IL MASSIMO IMPEGNO PER ASSICURARE ALLA GIUSTIZIA I MINACCIATORI E TUTTI I MAFIOSI:
FATE GIRARE!!! OPPONIAMOCI A QUESTI SISTEMI MAFIOSI, ROMPIAMO IL MURO DI OMERTA' !!!
Staff nocensura.com
Sotto scorta il giornalista che ha svelato l’inchino di Oppido Mamertina
Di Tiziana Scelli - ladiscussione.com
Chi svolge l'attività giornalistica in territorio ad alta densità criminale sa bene di poter finire, a causa de suo lavoro, vittima delle attenzioni della criminalità organizzata. È quello che è accaduto al collega Michele Albanese del Quotidiano del Sud, il giornalista che ha svelato all'Italia e, perché no, al mondo il gesto sacrilego dell'inchino della Statua della Madonna delle Grazie ad un boss locale agli arresti tra le mura domestiche per problemi di salute. Gli inquirenti hanno, infatti. intercettato un piano della 'ndrangheta per uccidere il giornalista Michele Albanese. Lo rivela il sito di Ossigeno, l'Osservatorio sulle minacce e intimidazioni ai giornalisti. Michele Albanese, cronista del Quotidiano del Sud, ha, da diversi giorni, una scorta delle forze dell'ordine. Deve muoversi su un'auto blindata e con due uomini di scorta. Lo ha deciso il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica di Reggio Calabria, in una riunione convocata d'urgenza. Sembra che gli inquirenti abbiano intercettato una conversazione fra persone legate alla 'ndrangheta che progettavano di ucciderlo. Gli investigatori mantengono il più assoluto riserbo sulle indagini in corso. Michele Albanese è il giornalista che per primo ha dato notizia sui giornali dell'inchino della “vara” della Madonna delle Grazie di Oppido Mamertina davanti alla casa di un boss della 'ndrangheta che sconta l'ergastolo agli arresti domiciliari. Negli anni scorsi è stato vittima di gravi minacce della criminalità organizzata, portate davanti alla Commissione Parlamentare Antimafia. Fra l'altro ha subito una intrusione nella sua abitazione. Dopo lo scandalo che si è abbattuto su processioni e riti religiosi in Calabria, a Paola, si è riunita la Conferenza episcopale Calabra in seduta straordinaria, convocata dal presidente mons. Salvatore Nunnari, arcivescovo metropolita di Cosenza, proprio «per dibattere alcuni temi pastorali di particolare urgenza» alla luce di quanto accaduto in alcune processioni. In maniera unanime i religiosi calabresi hanno definito la 'ndrangheta «un'organizzazione criminale che come altre vuole realizzare i propri illeciti affari, con mezzi illeciti, ma, attraverso un uso distorto e strumentale di riti religiosi, è una vera e propria forma di religiosità capovolta, di sacralità atea». «Si tratta - concludono - di una disonorante piaga della società, che deturpa da troppo tempo la vita dei calabresi».
Fonte: ladiscussione.com
Commenti