Ripristinare l'insegnamento della geografia nelle scuole italiane!
Proseguono gli appelli per chiedere il ripristino degli insegnamenti
di Storia dell’arte e geografia nelle scuole. Tra i più attivi Alfonso
Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione Univerde, che ha promosso
una petizione al riguardo su Change.org e ha invitato il ministro
dell’Università Giannini a sbloccare la situazione.
D- Onorevole Pecoraro Scanio ci sono state tante tracce sulla Geografia agli esami di maturità, ma non la si insegna…
R- Il Ministro Giannini deve rispondere alla petizione su Change.org di 116.000 cittadini e all’interrogazione di 100 deputati.
Sono mesi che chiediamo al Ministro Giannini di impegnarsi per il ripristino degli insegnamenti di Storia dell’Arte e Geografia. Sulla storia dell’arte ha preso un impegno che abbiamo salutato positivamente ma aspettiamo ancora analoga dichiarazione per il ripristino delle lezioni di geografia.
D- Inoltre sappiamo anche che alcuni esperti di Geografia le hanno segnalato un paradosso presente nelle tracce
R- Cito testualmente: “Su sette tracce , il corretto svolgimento di cinque di esse richiedeva la conoscenza approfondita di alcune tematiche che vengono trattate da una disciplina messa al bando dallo stesso Ministero dell’Istruzione: la geografia politico-economica. La teoria malthusiana, le politiche demografiche coercitive, lo sviluppo delle città, la fragilità del paesaggio, la non violenza o la dottrina della Silicon Valley sono argomenti di cui si può scrivere solo se si conoscono, soprattutto quando il corretto svolgimento della traccia richiede espressamente “di articolare in modo motivato le personali considerazioni e convinzioni”.
D- La scelta del ministero appare dunque miope
R- Sorgono una serie di perplessità sulla scelta del Ministero che va ostinatamente a scontrarsi con se stesso: non solo ha tolto la geografia politico-economica dal triennio degli Istituti Tecnici, ma perpetua l’assenza di tale disciplina dai trienni di qualsiasi scuola secondaria superiore per poi chiedere a mezzo milione di ragazzi e alla fine di un percorso scolastico durato cinque anni una riflessione sulle “nuove responsabilità”, suscitando perciò un dilemma di tipo shakespeariano: essere o avere?
Perché il Ministero dovrebbe scegliere se avere oggi degli studenti preparati sulle tematiche attuali per poi avere dei cittadini consapevoli o essere volutamente ignaro che l’assenza della geografia politico-economica contribuisce alla mancata preparazione dei suoi discenti di oggi, cittadini e reggenti dell’Italia di domani”.
D- Cosa si sente di chiedere ancora al ministro Giannini?
R- Ritengo sempre più urgente una riposta del ministro del settore ai 116.000 italiani e ai 100 deputati che chiedono da mesi una cosa semplice, semplice: un impegno a ripristinare gli insegnamenti di Storia dell’Arte e di Geografia.
Vogliamo sapere se si impegna o meno. Poi ovviamente vigileremo perché si facciano progressivamente gli atti conseguenti: norme, decreti, stanziamenti .
Ma da mesi chiediamo in modo chiaro un sì alla geografia nelle scuole, che rappresenta un sì al buon senso.
Fonte: ambientequotidiano.it
D- Onorevole Pecoraro Scanio ci sono state tante tracce sulla Geografia agli esami di maturità, ma non la si insegna…
R- Il Ministro Giannini deve rispondere alla petizione su Change.org di 116.000 cittadini e all’interrogazione di 100 deputati.
Sono mesi che chiediamo al Ministro Giannini di impegnarsi per il ripristino degli insegnamenti di Storia dell’Arte e Geografia. Sulla storia dell’arte ha preso un impegno che abbiamo salutato positivamente ma aspettiamo ancora analoga dichiarazione per il ripristino delle lezioni di geografia.
D- Inoltre sappiamo anche che alcuni esperti di Geografia le hanno segnalato un paradosso presente nelle tracce
R- Cito testualmente: “Su sette tracce , il corretto svolgimento di cinque di esse richiedeva la conoscenza approfondita di alcune tematiche che vengono trattate da una disciplina messa al bando dallo stesso Ministero dell’Istruzione: la geografia politico-economica. La teoria malthusiana, le politiche demografiche coercitive, lo sviluppo delle città, la fragilità del paesaggio, la non violenza o la dottrina della Silicon Valley sono argomenti di cui si può scrivere solo se si conoscono, soprattutto quando il corretto svolgimento della traccia richiede espressamente “di articolare in modo motivato le personali considerazioni e convinzioni”.
D- La scelta del ministero appare dunque miope
R- Sorgono una serie di perplessità sulla scelta del Ministero che va ostinatamente a scontrarsi con se stesso: non solo ha tolto la geografia politico-economica dal triennio degli Istituti Tecnici, ma perpetua l’assenza di tale disciplina dai trienni di qualsiasi scuola secondaria superiore per poi chiedere a mezzo milione di ragazzi e alla fine di un percorso scolastico durato cinque anni una riflessione sulle “nuove responsabilità”, suscitando perciò un dilemma di tipo shakespeariano: essere o avere?
Perché il Ministero dovrebbe scegliere se avere oggi degli studenti preparati sulle tematiche attuali per poi avere dei cittadini consapevoli o essere volutamente ignaro che l’assenza della geografia politico-economica contribuisce alla mancata preparazione dei suoi discenti di oggi, cittadini e reggenti dell’Italia di domani”.
D- Cosa si sente di chiedere ancora al ministro Giannini?
R- Ritengo sempre più urgente una riposta del ministro del settore ai 116.000 italiani e ai 100 deputati che chiedono da mesi una cosa semplice, semplice: un impegno a ripristinare gli insegnamenti di Storia dell’Arte e di Geografia.
Vogliamo sapere se si impegna o meno. Poi ovviamente vigileremo perché si facciano progressivamente gli atti conseguenti: norme, decreti, stanziamenti .
Ma da mesi chiediamo in modo chiaro un sì alla geografia nelle scuole, che rappresenta un sì al buon senso.
Fonte: ambientequotidiano.it
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