Canapa, il proibizionismo punisce chi si cura e favorisce la criminalità
Nella Versilia un coraggioso dottore, il dottor Fabrizio Cinquini, ha fatto, nell’ultimo decennio, un’ottima ricerca sugli effetti medicinali della cannabis, nel duplice ruolo di medico e malato allo stesso tempo. In seguito ad un intervento di emergenza su un’autoambulanza, nel quale ha coraggiosamente corso i suoi rischi, dando prova di umanità, ha sfortunatamente contratto l’epatite C. Dopo essersi sottoposto alle cure tradizionali che lo debilitarono gravemente, facendolo molto dimagrire e perdere le forze per gli effetti collaterali, il dottor Cinquini decise di provare una cura naturale con la canapa. Rripetuta, selezionando personalmente, in maniera naturale, varietà di cannabis con specifiche proprietà medicinali, ottenendo, con successo, dei prodotti con spiccate proprietà curative, difficilissimi da trovare, a scapito dell’effetto psichico. Secondo la logica che dovrebbe ispirare le leggi, di punire chi fa del male e aiutare chi fa del bene, il dottor Cinquini dovrebbe essere premiato dalla società nel vedere i risultati positivi ottenuti con tale ricerca per una cura naturale della salute umana, che andrebbe sostenuta ed ampliata, col supporto di numerosi ricercatori e su una scala molto più grande. Probabilmente all’estero avrebbe ricevuto il meritato riconoscimento del suo lavoro, ma non in Italia, con la legge più proibizionista d’Europa, che equipara assurdamente la canapa con le ben più pericolose droghe pesanti. Da noi, in Italia, le persone così, per legge, le arrestiamo come spacciatori, anche se di spaccio non ci sono tracce, non importa, lo spaccio è “presunto” per legge, e le mandiamo in carcere con i delinquenti comuni, ad ingrossare le fila dell’esercito di quelli che si trovano in carcere senza aver fatto del male a nessuno, come tutti i coltivatori di canapa per uso personale.
Così il nostro dottor Cinquini è stato ripetutamente arrestato e processato, l’ultimo arresto risale al 22 luglio 2013, mentre era ancora a scontare a casa sua gli arresti domiciliari residui della precedente condanna, perché NON HA VOLUTO SMETTERE DI CURARSI NATURALMENTE CON LA PIANTA CHE GLI FACEVA BENE! Gli hanno trovato 277 piante di canapa, secondo le leggi vigenti un quantitativo da spaccio (presunto) industriale. Ma chiunque abbia studiato un po’ di genetica e di biologia, sa che per selezionare naturalmente delle semenze che producano delle varietà di piante con particolari caratteristiche occorrono, nella ricerca, numerosi individui (piante) da sperimentare, anzi, più sono numerosi gli individui e meno tempo sarà necessario per individuare e stabilizzare in maniera geneticamente dominante le piante con le caratteristiche ricercate. Con poche piante per volta, i risultati potrebbero giungere dopo decenni, mentre il Dott. Cinquini ha selezionato più di 500 varietà di canapa medicinale, pensate che ricchezza, quant’è prezioso e importante per i malati e interessante scientificamente quel raccolto che è stato sequestrato, con tutta la sua semenza selezionata! Il risultato di anni di lavoro mirato ad ottenere una buona medicina naturale e che verrà presumibilmente distrutto tramite incenerimento su disposizione del magistrato, in una regione come la Toscana, dove è vigente una legge regionale che consente l’uso medicinale della canapa, ma non è ancora operativa perché non è stato approvato il Regolamento di Esecuzione.
Sarebbe, invece, logico destinare parte di tale raccolto medicinale alle cure dei malati che ne necessitano, anziché costringerli a complicatissimi e costosi percorsi burocratici per importarle dall’Olanda e ottenerne quantità insufficienti a caro prezzo. Sarebbe logico destinare la restante parte del raccolto medicinale e la semenza selezionata alla ricerca scientifica per migliorare con cure naturali la salute pubblica. Sarebbe logico proseguire legalmente la ricerca del dottor Cinquini con decine di migliaia di piante di canapa medicinale discendenti proprio da quelle selezionate da lui, seguite da un gruppo di numerosi validi ricercatori. La legge, ogni buona legge, dovrebbe proteggere le persone che fanno del bene, e punire chi fa invece del male, nell’interesse della Società. Vediamo tutti come i narcotrafficanti e i criminali organizzati siano interessati ed avvantaggiati in questa situazione di repressione rigidissima a tolleranza zero che la Fini-Giovanardi e l’attuale normativa sugli stupefacenti stanno imponendo in Italia, come vediamo che a pagarla di più sono i piccoli coltivatori di cannabis ad uso personale ed i possessori di modeste quantità di cannabis e derivati, perché oltre un certo quantitativo irrisorio, la legge “presume” lo spaccio, anche senza alcuna prova! Non è ammesso farsela da soli, o farne delle scorte a buon prezzo, si diventa, quasi con matematica certezza, “presunti” spacciatori, senza prove, anche se si è medici che non hanno alcun bisogno di spacciare e le prove dimostrano l’intento di curarsi e di curare le persone che ne hanno bisogno, per le quali, a volte, la canapa è l’unico rimedio possibile.
La legge costringe chi ne ha bisogno medico, o chi ne vuole fare un uso ricreativo o spirituale, ad acquistarla giornalmente dal mercato nero gestito dalla criminalità, e guai ad acquistarne una piccola scorta, ti trasformano per norma di legge in un “presunto” spacciatore socialmente pericoloso. Ci si deve andare tutti i giorni dallo spacciatore a sovvenzionare i criminali per non correre questo rischio! Ormai sono sempre più numerose le scoperte scientifiche delle sempre più numerose proprietà terapeutiche, quasi miracolose, della pianta di canapa che ci giungono dal mondo, mentre sempre più dubbie e controverse quelle che ne teorizzerebbero la nocività, comunque molto minore di alcool e tabacco. E sono sempre più numerosi anche i segnali che ci giungono dal resto del mondo sul fallimento globale delle politiche repressive di guerra alle droghe e si può notare un’inversione di tendenza generale verso la legalizzazione. Le forze dell’ordine e i magistrati fanno solo il loro dovere. Sono i politici che hanno la responsabilità di quest’assurda e ingiusta persecuzione, prima per aver fatto una legge così iniqua, ed ora per non aver ancora fatto nulla per porre fine a questa catastrofe persecutoria, di dimensioni ormai bibliche, che calpesta anche un uomo, un medico, con una grande consapevolezza e una grande volontà di fare del bene ai suoi simili.
Al dottor Fabrizio Cinquini va tutta la nostra solidarietà umana per essere stato fino in fondo fedele al giuramento di Ippocrate, per il bene e la cura di chi ha veramente bisogno della canapa medicinale.
Pierpaolo Grilli – Direttivo ASCIA
Eremita rinselvatichito che vive, con un branco di 6 cavalli, di cavalcate ecoturistiche in simbiosi con la Natura nell’Appennino.
Eremita rinselvatichito che vive, con un branco di 6 cavalli, di cavalcate ecoturistiche in simbiosi con la Natura nell’Appennino.
Fonte: dolcevitaonline.it
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