5 carabinieri a processo, picchiarono un ragazzo durante una perquisizione
Concorso
in lesioni. Per quest’accusa sono finiti sotto processo, davanti al
tribunale monocratico della Capitale, cinque militari in forza all’Arma
dei Carabinieri che nell’agosto del 2008 eseguirono una perquisizione
nella casa di un giovane in viale Marconi, a Roma, per verificare se
coltivava marijuana.
Secondo l’accusa tre carabinieri avrebbero picchiato il ragazzo durante la perquisizione provocandogli alcune lesioni gravi tra le quali un’ecchimosi ad un braccio e la rottura di un timpano. Gli altri due militari inquisiti sono invece accusati di non essere intervenuti per bloccare i colleghi violenti.
I Carabinieri rinviati a giudizio sono: Giulio Maria Sala, Raffaele Priore, Antonio Pasini, Andrea Ranieri ed Ernesto Salandra.
Sulla base di alcune incongruenze nella testimonianza del ragazzo, al termine della fase istruttoria il pm aveva chiesto l’archiviazione del procedimento. Il gip però ha imposto la formulazione dell’imputazione coatta basandosi sulla necessità di indagare sull’origine delle inconfutabili lesioni riscontrate sul denunciante.
I militari, difesi dagli avvocati Diego Perugini e Antonio Lombardo, da parte loro hanno sempre respinto le accuse sostenendo che uno di loro fosse caduto addosso al giovane mentre era in corso la perquisizione (!) procurandogli così le lesioni poi riscontrate da una perizia medica.
Luca Fiore
Tratto da: osservatoriorepressione.info
Secondo l’accusa tre carabinieri avrebbero picchiato il ragazzo durante la perquisizione provocandogli alcune lesioni gravi tra le quali un’ecchimosi ad un braccio e la rottura di un timpano. Gli altri due militari inquisiti sono invece accusati di non essere intervenuti per bloccare i colleghi violenti.
I Carabinieri rinviati a giudizio sono: Giulio Maria Sala, Raffaele Priore, Antonio Pasini, Andrea Ranieri ed Ernesto Salandra.
Sulla base di alcune incongruenze nella testimonianza del ragazzo, al termine della fase istruttoria il pm aveva chiesto l’archiviazione del procedimento. Il gip però ha imposto la formulazione dell’imputazione coatta basandosi sulla necessità di indagare sull’origine delle inconfutabili lesioni riscontrate sul denunciante.
I militari, difesi dagli avvocati Diego Perugini e Antonio Lombardo, da parte loro hanno sempre respinto le accuse sostenendo che uno di loro fosse caduto addosso al giovane mentre era in corso la perquisizione (!) procurandogli così le lesioni poi riscontrate da una perizia medica.
Luca Fiore
Tratto da: osservatoriorepressione.info
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