La nuova dittatura è finanziaria
Il capo economista della Goldman Sachs, in questo articolo del Fatto Quotidiano, ha dichiarato che dal suo punto di vista Grecia e Spagna stanno facendo passi avanti, a differenza del nostro Paese. A suo avviso abbiamo bisogno di maggiore competitività, stabilità del Governo e di urgenti riforme strutturali. In questo modo ci ricorda implicitamente chi si cela dietro le manovre economiche, e quindi politiche e sociali, che stanno condizionando la vita di milioni di persone.
In Italia parliamo della nuova proposta elettorale di Renzi, dei livelli insostenibili raggiunti dalla pressione fiscale, delle politiche di austerity che ci stanno opprimendo e dello smantellamento dei diritti sociali, ma non prendiamocela con i nostri politici per tutto ciò. Non è loro l'idea.
Ed è proprio questo il problema. Dobbiamo avercela a morte con questa classe politica semplicemente perchè priva di idee, di una visione, e soprattutto di coraggio e intraprendenza. Abbiamo politici che votano leggi di cui ignorano perfino il contenuto, affidandosi ciecamente alle direttive provenienti dall'alto (vi ricordate questo video?), e che cambiano principi e valori con la stessa facilità con cui un calciatore cambia squadra.
Ormai il Parlamento non legifera più, ma si limita a ratificare quanto deciso ai piani alti di Wall Street.
Siamo davvero convinti che tutti i sacrifici che ci vengono richiesti rispondano ai nostri interessi, e non a quelli di chi ce li propone? Stiamo parlando di rappresentanti di imperi finanziari (la Goldman Sachs è la più grande banca d'affari del mondo), non di associazioni benefiche. Come possiamo pensare che questi signori, che parlano di interi Paesi come fossero dei loro dipendenti, abbiano a cuore i nostri interessi e non il loro business?
I colossi finanziari che detengono il nostro debito pubblico guadagnano fior fior di miliardi dagli interessi che ogni anno paghiamo sullo stesso, e trarranno enormi benefici se le opere di privatizzazione e di smantellamento dei diritti sociali che ci sollecitano a compiere andranno a buon fine. Quando i politici ci parlano di competitività, di tagli alla spesa e di "riforme strutturali" non diamo per scontato che stiano facendo i nostri interessi.
Smettiamola di sentirci cullati dal simbolo o dalla veste politica di un partito, quella è solo facciata che serve a creare divisioni tra noi cittadini. I nostri interessi non sono così diversi e variegati come ci fanno credere, vogliamo tutti le stesse cose: giustizia e benessere.
Guardiamo oltre, torniamo a decidere per noi stessi e per il nostro Paese.
Fonte: visioneinsieme
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