“Giudicano” i professori su facebook: studenti indagati“
A Bologna il collettivo studentesco HoBo apre una pagina
facebook per segnalare disservizi e abusi dei professori universitari.
Scoppia la polemica: la procura apre un fascicolo e il ministero
un’indagine
Da un po’ di tempo il collettivo studentesco HoBo di Bologna ha aperto su facebook una pagina molto particolare, Spotted: Professori Unibo. L’iniziativa ha messo insieme diverse novità del mondo del web con un problema che molti studenti universitari si trovano ad affrontare, ovvero i disservizi e i favoritismi all’interno del mondo accademico.
Le ‘Spotted’ (tradotto in inglese “adocchiato”) sono la nuova moda diffusa nel web: pagine sui social network di luoghi pubblici (università ma anche bar e locali) dove coloro che li frequentano possono dichiarare il proprio interesse per qualcuno oppure scrivere apprezzamenti o qualsiasi altra cosa su gente incontrata. Il tutto in maniera completamente anonima.
Ebbene il collettivo studentesco Hobo ha deciso di applicare questa moda all’università di Bologna: tramite la pagina è possibile denunciare in forma del tutto anonima abusi e disservizi del personale docente.
Lo si legge a chiare lettere e con un tocco di ironia, scherzando proprio sulla natura ‘originaria’ delle pagine Spotted: “Qualche docente usa e abusa dei suoi rapporti di potere o fa lezioni inaccettabili? Non sai come dirglielo? Segnalalo qui con un messaggio privato..”
In realtà la pagina è diventata un caso cittadino: la procura di Bologna ha aperto un fascicolo conoscitivo sulla questione, per comprendere se è ravvisabile qualche ipotesi di reato. Secondo il procuratore aggiunto della città emiliana Valter Giovannini, l’attività del Collettivo HoBo è tenuta sotto stretta sorveglianza dalle forze dell’ordine.
Anche alcuni personaggi della politica locale sono intervenuti sulla questione. Secondo l’assessore all’Istruzione della provincia di Bologna, Giuseppe De Biasi i ragazzi di HoBo hanno esagerato: “Una valutazione positiva o negativa degli insegnanti ci può stare, ma additarli in una ‘black list’ può aprire le porte a fenomeni di degenerazione violenta”. Anche il Comune di Bologna si è espresso sulla questione con l’assessore alla Cultura, Alberto Ronchi: “Le liste di proscrizione di Hobo sono pericolosissime. Alcune abitudini, che stanno diventando normali, fino ad alcuni anni fa sarebbero state aberranti”. Ovvimente anche l’Università ha reagito: “Quella del collettivo è un’ulteriore riprovevole iniziativa messa in campo contro i professori universitari. Per le segnalazioni sarebbe meglio rivolgersi al Garante di Ateneo” consiglia il prorettore Roberto Nicoletti..
“Quella pagina è nata come strumento dal basso per valutare e segnalare gli abusi e le ingiustizie che le baronie mettono quotidianamente in atto sfruttando il loro potere – spiega Loris di Hobo - la pratica non è stata inventata da noi, ma è presente sul web da molti anni. L’iniziativa della Procura è invece un attacco alla libertà di espressione di tutti gli studenti dell’Università“.
Al momento la pagina facebook è aperta e consultabile e sono già arrivate le prime segnalazioni anonime. La questione è arrivata fino all’orecchio del sottosegretario all’Istruzione Gian Luca Galletti che ha avviato l’indagine ministeriale: “Mi chiedo a cosa possa servire questo spazio. Si tratta di un’iniziativa provocatoria, inaccettabile, un comportamento di stampo fascista che non corrisponde a nessuna regola di buonsenso e di fronte al quale non resteremo inerti” conclude Galletti.
Da today
Tratto da: osservatoriorepressione.info
Da un po’ di tempo il collettivo studentesco HoBo di Bologna ha aperto su facebook una pagina molto particolare, Spotted: Professori Unibo. L’iniziativa ha messo insieme diverse novità del mondo del web con un problema che molti studenti universitari si trovano ad affrontare, ovvero i disservizi e i favoritismi all’interno del mondo accademico.
Le ‘Spotted’ (tradotto in inglese “adocchiato”) sono la nuova moda diffusa nel web: pagine sui social network di luoghi pubblici (università ma anche bar e locali) dove coloro che li frequentano possono dichiarare il proprio interesse per qualcuno oppure scrivere apprezzamenti o qualsiasi altra cosa su gente incontrata. Il tutto in maniera completamente anonima.
Ebbene il collettivo studentesco Hobo ha deciso di applicare questa moda all’università di Bologna: tramite la pagina è possibile denunciare in forma del tutto anonima abusi e disservizi del personale docente.
Lo si legge a chiare lettere e con un tocco di ironia, scherzando proprio sulla natura ‘originaria’ delle pagine Spotted: “Qualche docente usa e abusa dei suoi rapporti di potere o fa lezioni inaccettabili? Non sai come dirglielo? Segnalalo qui con un messaggio privato..”
In realtà la pagina è diventata un caso cittadino: la procura di Bologna ha aperto un fascicolo conoscitivo sulla questione, per comprendere se è ravvisabile qualche ipotesi di reato. Secondo il procuratore aggiunto della città emiliana Valter Giovannini, l’attività del Collettivo HoBo è tenuta sotto stretta sorveglianza dalle forze dell’ordine.
Anche alcuni personaggi della politica locale sono intervenuti sulla questione. Secondo l’assessore all’Istruzione della provincia di Bologna, Giuseppe De Biasi i ragazzi di HoBo hanno esagerato: “Una valutazione positiva o negativa degli insegnanti ci può stare, ma additarli in una ‘black list’ può aprire le porte a fenomeni di degenerazione violenta”. Anche il Comune di Bologna si è espresso sulla questione con l’assessore alla Cultura, Alberto Ronchi: “Le liste di proscrizione di Hobo sono pericolosissime. Alcune abitudini, che stanno diventando normali, fino ad alcuni anni fa sarebbero state aberranti”. Ovvimente anche l’Università ha reagito: “Quella del collettivo è un’ulteriore riprovevole iniziativa messa in campo contro i professori universitari. Per le segnalazioni sarebbe meglio rivolgersi al Garante di Ateneo” consiglia il prorettore Roberto Nicoletti..
“Quella pagina è nata come strumento dal basso per valutare e segnalare gli abusi e le ingiustizie che le baronie mettono quotidianamente in atto sfruttando il loro potere – spiega Loris di Hobo - la pratica non è stata inventata da noi, ma è presente sul web da molti anni. L’iniziativa della Procura è invece un attacco alla libertà di espressione di tutti gli studenti dell’Università“.
Al momento la pagina facebook è aperta e consultabile e sono già arrivate le prime segnalazioni anonime. La questione è arrivata fino all’orecchio del sottosegretario all’Istruzione Gian Luca Galletti che ha avviato l’indagine ministeriale: “Mi chiedo a cosa possa servire questo spazio. Si tratta di un’iniziativa provocatoria, inaccettabile, un comportamento di stampo fascista che non corrisponde a nessuna regola di buonsenso e di fronte al quale non resteremo inerti” conclude Galletti.
Da today
Tratto da: osservatoriorepressione.info
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