"Reddito Minimo Garantito" e le minchiate dei giornalisti di sistema
A cura di Alessandro Raffa per nocensura.com
Mi ha molto colpito un breve articoletto contro il "reddito di cittadinanza" pubblicato da Pietrangelo Buttafuoco su Il Foglio il 9 Novembre 2013, che riporto qui di seguito:
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Per i cosiddetti Cinque stelle, cioè i deputati al seguito di Beppe Grillo, si dovrà procedere ai tagli, e pare che le spese superflue siano quelle che riguardano le Forze armate, dopo di che si dovrà far pagare l’Imu alla chiesa e, infine, procedere a quella che senza dubbio è una pensata tra le più assurde in tema di demagogia: “Seicento euro di reddito minimo a tutti”. Una cosa così ci fu in Sicilia qualche tempo fa. Si chiamava “reddito minimo garantito” e non produsse altro risultato che un disastro sociale. Fu come legare un cadavere a un uomo vivo. Chi aveva un lavoro si licenziava per campare con quello e con la pensione dei nonni. Prendendo quei soldi, poi, qualcun altro, arrotondava con lavoretti in nero facendo così morire ditte, negozi, piccole società e imprese di ogni genere. Da allora in poi, in quella terra che è sempre fanalino di coda dell’economia nazionale, non s’è vista più luce. Praticamente, la decomposizione. L’assegnazione del Rmg era comunque competenza degli amministratori che se ne avvantaggiavano nell’allargare le clientele. A fine mese, davanti al Banco di Sicilia, si formavano file di simpatici sfaccendati pronte poi a riversarsi nei tanti bar dove consumare birra e gazzosa. Non potrò mai scordare la faccia del cassiere dell’agenzia di Leonforte quando, trovandosi davanti una bella signora in pelliccia, non ebbe neppure il tempo di chiederle “deve fare un versamento?” che si sentì dire, non senza sorriso: “Sono venuta per il reddito minimo garantito. Mi spetta. E’ mio diritto”. (Fonte)
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Leggendo l'articolo senza rifletterci tanto, viene da pensare che il giornalista abbia ragione: e pur non conoscendo le vicende illustrate, non duro fatica a credergli quando descrive la situazione che si era venuta a creare, anche se mi sembra un po' estremizzata.
Tuttavia, vorrei rivolgere una domanda al signor Buttafuoco: come mai il 'reddito di cittadinanza' è previsto in quasi tutte le nazioni europee senza che si sia verificata la situazione da lui descritta?!?
Come mai non lo fa presente, ai suoi lettori, che quasi tutte le nazioni europee hanno solidi istituti di sostegno per le persone e le famiglie che si trovano in una situazione di difficoltà?
La invito a leggere il documento "Mappa europea del reddito di base" nel quale vengono descritte le istituzioni assimilabili al "reddito di cittadinanza" in vigore nei paesi più civili e produttivi d'Europa:
Nel documento in oggetto, possiamo leggere:
(12) … il Parlamento europeo, nella sua risoluzione concernente la lotta contro la povertà nella Comunità europea (5), ha auspicato l'introduzione in tutti gli Stati membri di un reddito minimo garantito, inteso quale fattore d'inserimento nella società dei cittadini più poveri; (Fonte)
Concludo rivolgendo una semplice domanda al signor Buttafuoco, tanto per capire cosa propone in alternativa al reddito di cittadinanza:
Cosa propone per garantire un piatto di minestra a tutte le persone che perdono il lavoro e non hanno reddito?
Alessandro Raffa per nocensura.com
Mi ha molto colpito un breve articoletto contro il "reddito di cittadinanza" pubblicato da Pietrangelo Buttafuoco su Il Foglio il 9 Novembre 2013, che riporto qui di seguito:
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Per i cosiddetti Cinque stelle, cioè i deputati al seguito di Beppe Grillo, si dovrà procedere ai tagli, e pare che le spese superflue siano quelle che riguardano le Forze armate, dopo di che si dovrà far pagare l’Imu alla chiesa e, infine, procedere a quella che senza dubbio è una pensata tra le più assurde in tema di demagogia: “Seicento euro di reddito minimo a tutti”. Una cosa così ci fu in Sicilia qualche tempo fa. Si chiamava “reddito minimo garantito” e non produsse altro risultato che un disastro sociale. Fu come legare un cadavere a un uomo vivo. Chi aveva un lavoro si licenziava per campare con quello e con la pensione dei nonni. Prendendo quei soldi, poi, qualcun altro, arrotondava con lavoretti in nero facendo così morire ditte, negozi, piccole società e imprese di ogni genere. Da allora in poi, in quella terra che è sempre fanalino di coda dell’economia nazionale, non s’è vista più luce. Praticamente, la decomposizione. L’assegnazione del Rmg era comunque competenza degli amministratori che se ne avvantaggiavano nell’allargare le clientele. A fine mese, davanti al Banco di Sicilia, si formavano file di simpatici sfaccendati pronte poi a riversarsi nei tanti bar dove consumare birra e gazzosa. Non potrò mai scordare la faccia del cassiere dell’agenzia di Leonforte quando, trovandosi davanti una bella signora in pelliccia, non ebbe neppure il tempo di chiederle “deve fare un versamento?” che si sentì dire, non senza sorriso: “Sono venuta per il reddito minimo garantito. Mi spetta. E’ mio diritto”. (Fonte)
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Leggendo l'articolo senza rifletterci tanto, viene da pensare che il giornalista abbia ragione: e pur non conoscendo le vicende illustrate, non duro fatica a credergli quando descrive la situazione che si era venuta a creare, anche se mi sembra un po' estremizzata.
Tuttavia, vorrei rivolgere una domanda al signor Buttafuoco: come mai il 'reddito di cittadinanza' è previsto in quasi tutte le nazioni europee senza che si sia verificata la situazione da lui descritta?!?
Come mai non lo fa presente, ai suoi lettori, che quasi tutte le nazioni europee hanno solidi istituti di sostegno per le persone e le famiglie che si trovano in una situazione di difficoltà?
La invito a leggere il documento "Mappa europea del reddito di base" nel quale vengono descritte le istituzioni assimilabili al "reddito di cittadinanza" in vigore nei paesi più civili e produttivi d'Europa:
Nel documento in oggetto, possiamo leggere:
- In Belgio viene elargito il Minimax, una rendita mensile di 650€, rilasciata a titoloindividuale, a cui può avere accesso chiunque;
- In Lussemburgo abbiamo il Revenu Minimum Guaranti, un reddito individuale che si aggira intorno ai 1100€ e che si ottiene fino al raggiungimento di una migliore condizione economica (in altre parole, finchè non si trova un impiego stabile);
- In Olanda esiste il Beinstand, rilasciato a titolo individuale, che si accopagna a tutta una serie di sostegni per affitti, trasporti e accesso alla cultura. Esiste inoltre un'altra forma di reddito minimo di 500€, il Wik, garantito agli artisti per poter permettere loro di creare in libertà senza troppi oneri economici!
- In Austria c'è il Sozialhilfe (letteralmente “aiuto sociale”) affiancato a diverse coperture delle utenze quali elettricità, gas e affitto ed altri aiuti economici per il cibo.
- In Norvegia viene chiamato “reddito di esistenza” (che già nel nome si presenta significativo): si tratta di un versamento mensile di 500€, elargito individualmente, che si integra a coperture dell'affitto e dell'elettricità.
- In Germania esiste l'Arbeitslosengeld II, rilasciato a tutti coloro, di età compresa tra i 16 e i 65 anni, che non hanno un lavoro o appartegono a fasce di basso reddito. Si tratta di una rendita mensile di 345€, che di per sé non è elevata, ma si integra alle coperture dei costi di affitto e riscaldamento. Questa rendita inoltre è illimitata nel tempo e viene garantita non solo ai cittadini tedeschi, ma anche agli stranieri con regolare permesso di soggiorno!
- In Gran Bretagna, paese precursore per quel che riguarda il sostegno al reddito, sono garantiti diversi interventi che permettono ai meno abbienti di poter avere un tenore di vita discreto. L'Income Based Jobseeker's Allowance è una rendita individuale illimitata nel tempo, che varia dai 300 ai 500€, rilasciata sempre a titolo individuale a partire dai 18 anni di età a tutti coloro i cui risparmi non raggiungono i 12775€. Viene inoltre garantita la copertura dell'affitto (Housing benefit) e vengono rilasciati assegni familiari per il mantenimento dei figli. Sempre per quanto riguarda i figli e la loro educazione c'è l'Education Maintenance Allowance, un sussidio rilasciato direttamente ai ragazzi per coprire le spese dei loro studi. Infine c'è l'Income Support, un sussidio di durata illimitata, garantito a chi ha un lavoro che ammonta a meno di 16 ore settimanali.
- Infine passiamo alla Francia. Il Revenu Minimum d'Insertion o Rmi è stato adottato dal 1988 (ma si pensi che non è tra i primi, Gran Bretgna e Germania ci avevano già pensato negli anni '70), si ottiene dai 25 anni in su e consiste in un'integrazione al redditto di circa 425€ se si è single, 638,10€ se si è in coppia (e si sottolinei coppia, intesa in maniera laica), 765,72€ se la coppia ha un figlio, 893,34€ se ne ha due, più 170€ per ogni altro figlio.
Le coppie con almeno un figlio hanno diritto poi alle Allocations Familiales, valide fino al compimento del 21° anno di età del figlio. Per ogni nato, bimbo adottato o in affido c'è la Prestation d'Accueil du Jeune Enfant (Paje), che varia dai 138 ai 211€ mensili.Sempre per ciò che riguarda i figli, alle famiglie con bimbi o ragazzi in età scolare e che non superano una determinata fascia di reddito, viene assegnata l'Allocation de Reintrée Scolaire, un sussidio d circa 247€ destinato all'acquisto del materiale scolastico.Per poter beneficiare dei contributi sugli affitti basta poi dimostrare che l'appartamento in cui si vive sia proporzionato al numero degli abitanti! Si possono inoltre ottenere prestiti sociali per la ristrutturazione della propria abitazione anche se si è affittuari.
(12) … il Parlamento europeo, nella sua risoluzione concernente la lotta contro la povertà nella Comunità europea (5), ha auspicato l'introduzione in tutti gli Stati membri di un reddito minimo garantito, inteso quale fattore d'inserimento nella società dei cittadini più poveri; (Fonte)
Concludo rivolgendo una semplice domanda al signor Buttafuoco, tanto per capire cosa propone in alternativa al reddito di cittadinanza:
Cosa propone per garantire un piatto di minestra a tutte le persone che perdono il lavoro e non hanno reddito?
Alessandro Raffa per nocensura.com
Ecco quale fine fanno in Italia le persone che perdono il proprio posto di lavoro e non hanno una famiglia in grado di sostenerli... |
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