L’acqua radioattiva di Fukushima sta arrivando in California
Di Peppe Croce
L'acqua radioattiva che fuoriesce dalla centrale nucleare di Fukushima, distrutta dal terremoto e dallo tsunami dell'11 marzo 2011, entro il 2014 arriverà a toccare le coste degli Stati Uniti. Il disastro nucleare giapponese è ormai un guaio per tutti e il Governo è costretto, finalmente, a intervenire.
Brutte notizie per chi
vive sulla costa occidentale degli Stati Uniti: tra pochi mesi l'acqua
contaminata dalle radiazioni della centrale di Fukushima toccherà le
spiagge americane. Lo dice uno studio ARC Centre for Excellence for Climate System Science,
un centro di ricerca australiano che ha messo a punto un simulatore per
calcolare quanto tempo ci metterà la corrente oceanica a portare
l'acqua radiattiva lontano dal punto iniziale.
Questo simulatore è molto simile a quello inserito nella sezione speciale del sito adrift.org.au
grazie al quale si può tracciare la diffusione nei mari della
spazzatura in base alle correnti note. Ovviamente questa sezione non
traccia i rifiuti normali, ma quelli contaminati dalla centrale di
Fukushima.
La contaminazione nucleare, infatti,
è stata calcolata partendo dala concentrazione di cesio 137. Un isotopo
radioattivo che ha un tempo di "emivita" di 30 anni circa.
Ciò vuol dire che dimezza in tre decenni la quantità di radiazioni che
emette e che, di conseguenza, resta pericoloso per moltissimi anni.
E di anni, per arrivare da Fukushima
all'America, il cesio ce ne metterà ben pochi. Secondo l'elaborazione
del centro di ricerche già dopo tre anni dal disastro, e quindi a marzo-aprile 2014, il cesio arriverà sulle coste dorate della California.
Secondo lo studio scientifico, però,
la pericolosità di questa ondata radioattiva sarà bassa: due forti
correnti marine che partono dalle coste giapponesi accelereranno il cammino dell'acqua radioattiva ma, allo stesso tempo, diluiranno il flusso abbassando la concentrazione di cesio.
Questo comunque dimostra che i disastri nucleari non hanno confini:
le conseguenze di un incidente nucleare non sono mai limitate al posto
dove esso accade ma si diffondono, e non le si può fermare in alcun
modo, su vaste aree del mondo. Probabilmente anche per questo il Governo
giapponese, che fino ad ora aveva lasciato fare tutto a Tepco, ha
deciso di impegnarsi in prima persona per metterci una pezza.
Era ora: fino a oggi, infatti, Tepco ha dimostrato di essere assolutamente non in grado di gestire la situazione. La fuoriuscita di acqua radioattiva dalla barriera improvvisata per contenerla, infatt, è solo l'ultimo esempio di una malagestione dell'emergenza che continua ancora oggi.
Fonte: http://www.greenme.it/informarsi/11175-fukushima-acqua-radioattiva-california
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Per contenere la dispersione di acqua radioattiva la Tepco ha realizzato una sorta di barriera che si è rivelata del tutto inutile. la gestione dell'emergenza è stata a dir poco dilettantesca, e la centrale continua ad emettere materiale nucleare...
A.B. per nocensura.com
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Fukushima: emergenza acqua radioattiva, la barriera non tiene
Di Peppe Croce
Ancora guai per la centrale nucleare di Fukushima,
colpita dal terremoto e dallo tsunami dell'11 marzo 2011 in Giappone:
l'acqua utilizzata per raffreddare i reattori e non far fondere il
nocciolo sta scavalcando la barriera di contenimento finendo
nell'oceano.
La vicenda, perfettamente raccontata dal Guardian, non è che l'epilogo di una serie di errori che vengono attribuiti a Tepco,
la società proprietaria dell'impianto nucleare. Tutto è iniziato con il
famoso disastro post tsunami, che ha spinto i tecnici di Tepco a
iniziare a pompare acqua dentro la centrale per raffreddarla
e tenerla a temperatura "subcritica". Un termine tecnico che vuol dire
solo una cosa: tenere l'impianto al di sotto della temperatura di 100
gradi centigradi, oltre la quale la reazione nucleare diventa quasi incontrollabile.
Così, dal giorno del terremoto in poi, Tepco inietta 400 tonnellate d'acqua al giorno sui reattori.
Acqua che si miscela con quella normalmente presente nella centrale,
altamente radioattiva. Ma la stessa acqua pompata dal sottosuolo, come ha dovuto ammette l'azienda elettrica, è contaminata: nei pozzi limitrofi alla centrale sono state trovate quantità di cesio 134 superiori di 110 volte rispetto al normale.
Ora emerge anche che l'acqua contaminata presente nei pozzi sta fuoriuscendo spontaneamente verso l'oceano.
Tepco, da tempo, per limitare questo fenomeno ha costruito una barriera
sotterranea di contenimento che, però, non funziona: a 1,8 metri dalla superficie l'acqua riesce a uscire fuori. Ed è di nuovo emergenza.
Nella migliore (per così dire) delle
ipotesi l'acqua contaminata resterà sul fondale di fronte la centrale
nucleare di Fukushima, nella peggiore salirà in superficie e verrà
spinta in fretta nell'oceano impedendo ogni azione di contenimento e
mettendo a rischio la vita dei pesci e degli altri animali marini. La
domanda che tutti si fanno è: quanto tempo ci vorrà prima che l'acqua salga in superficie?
La risposta più plausibile sembrerebbe entro tre settimane.
Pochissimo, anche considerato il fatto che Tepco continua a pompare
acqua sulla centrale per raffreddarla: entro la fine di questa settimana
sarà necessario spruzzare sui reattori altre 100 tonnellate d'acqua in
più.
Tepco, infine, è stata costretta ad
ammettere le quantità di radiazioni fuoriuscite dalla centrale da quando
c'è stato il disastro: tra i 20 mila e i 40 mila miliardi di becquerel
di trizio che, secondo la compagnia, sono entro i limiti di legge perché
il trizio è molto meno pericoloso del cesio o dello stronzio. Tuttavia,
va anche detto che Tepco non ha ancora misurato le emissioni di stronzio.
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