Evo Morales: Negli USA non comanda Obama ma i banchieri
Guarda il video del discorso di Morales in spagnolo
Il presidente della Bolivia, Evo Morales, da New York ha concesso un’intervista a Eva Golinger, presentatrice del programma di RT ‘Detrás de la Noticia‘, in cui ha commentato le questioni discusse alla 68ª Assemblea generale delle Nazioni Unite. Durante il suo discorso alle Nazioni Unite, il leader boliviano ha criticato la politica degli Stati Uniti e ha proposto la creazione di un “Tribunale dei popoli” per giudicare il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, per “crimini contro l’umanità“.
Altresì, il
leader della nazione sudamericana sostiene che, quando gli USA “non
attuano colpi di stato o consolidano dittature militari”, cercano di
dividere i popoli per poi intervenire attraverso la NATO o il Consiglio
di Sicurezza delle Nazioni Unite. In questo senso, Morales denuncia che,
quando gli USA intervengono non lo fanno per tutelare i diritti umani,
ma per “appropriarsi del petrolio o assicurarsi il controllo
geopolitico”.
Fonte: http://terrarealtime.blogspot.it/2013/10/evo-morales-negli-usa-non-comanda-obama.html
Il presidente della Bolivia, Evo Morales, da New York ha concesso un’intervista a Eva Golinger, presentatrice del programma di RT ‘Detrás de la Noticia‘, in cui ha commentato le questioni discusse alla 68ª Assemblea generale delle Nazioni Unite. Durante il suo discorso alle Nazioni Unite, il leader boliviano ha criticato la politica degli Stati Uniti e ha proposto la creazione di un “Tribunale dei popoli” per giudicare il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, per “crimini contro l’umanità“.
Le motivazioni di Evo Morales per processare Obama
Intervistato da
Eva Goliger circa i crimini di cui incolpa Obama, il presidente
boliviano ha ricordato che quando fu eletto presidente degli Stati Uniti
disse che avrebbe messo fine lele guerre. Tuttavia, dice Morales, le
guerre, i massacri come nel caso della Libia, per esempio “sono
proliferati”.
Inoltre,
Morales accusa Obama di finanziare i ribelli che combattono contro il
presidente siriano Bashar al Assad perché «non condivide né
l’imperialismo né il capitalismo”.
Per contrastare
questo atteggiamento degli Stati Uniti, dice Evo Morales, è importante
l’istituzione di un tribunale del popolo che è composto, tra gli altri,
dai difensori internazionali dei diritti umani e “fermare questo
genocidio di Obama e questo spionaggio”, ha detto.
La minaccia “energetica” degli Stati Uniti
Nell’intervista,
Eva Golinger ha chiesto a Morales se il suo paese si sente minacciato
daal’appello di Obama all’Assemblea generale delle Nazioni Unite per
difendere gli interessi legati, non solo alla sicurezza degli Stati
Uniti, ma anche quelli relativi alle risorse energetico-strategiche in
Medio Oriente.
“Sento che è
una minaccia per tutti i paesi che dispongono di energia: petrolio e
gas, ma soprattutto per i paesi che vendono petrolio e gas negli Stati
Uniti”, ha detto Morales.
Il leader
boliviano ha detto che negli Stati Uniti non governa Barack Obama, né il
popolo americano. “Negli Stati Uniti governano banchieri, finanzieri e
imprenditori”, ha detto.
“L’Impero non collabora senza condizioni”
Secondo
Morales, quando i governi non soddisfano le aspettative di alcuni
settori privati statunitensi, “tutto quello che fanno è boicottare e
sabotare”, in questo modo se il presidente di un paese sovrano non si
sottomette agli interessi dell’impero, cospirano contro di lui.
In questo
senso, il presidente dice chedalla sua esperienza, ha imparato che
l’imperialismo e il capitalismo non potranno mai mostrarsi solidali con
tutti i paesi del mondo “senza condizioni”. “Se non ottengono vantaggi
da una presunta cooperazione, organizzano il boicottaggio, il sabotaggio
e la cospirazione”, ha detto.
Morales ha
ricordato che quando la Bolivia “era sottomessa al FMI” il suo paese ha
subito le devastazioni del deficit, ma da quando l’organismo ha lasciato
il suo paese “è molto meglio di prima”.
Tratto da: vocidallastrada.com
Fonte: http://terrarealtime.blogspot.it/2013/10/evo-morales-negli-usa-non-comanda-obama.html
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