Appello per un Friuli Venezia Giulia OGM-free in un'Europa OGM-Free
OGM in Friuli Venezia Giulia? NO GRAZIE!
In Friuli Venezia Giulia è in atto da
tre anni, da parte di un gruppo di agricoltori, un tentativo forzoso di
introduzione delle colture OGM. Questo senza il minimo rispetto per
i diritti dei cittadini e per le produzioni agricole altrui. Ciò è
inaccettabile per molteplici ragioni.
Innanzitutto gli OGM richiedono una
coltura altamente intensiva anche in termini di fertilizzanti, pesticidi
e diserbanti specifici, come e più dell’agricoltura industriale
non-OGM, introducendo inoltre un circolo vizioso di dipendenza
commerciale dalle multinazionali che ne detengono i brevetti.
Inoltre impediscono definitivamente
ogni ipotesi di un’alternativa agricola e mettono a repentaglio le
alternative già esistenti come le produzioni biologiche e tipiche.
Quello che oggi è invece
indispensabile è partire dalla considerazione che la terra, il cibo, i
semi e la biodiversità sono beni comuni prima che merci, necessari alla
sopravvivenza, alla salute degli umani e dell'ecosistema, e alla
riproduzione della vita. Mentre i profitti di pochi e le speculazioni
del mercato non possono essere i principi cardine che determinano natura
e scopi dell'agricoltura.
Infine è necessario mettere in
pratica il “Principio di precauzione” introdotto dalla Dichiarazione di
Rio dell’ONU, previsto dal Trattato Comunitario Europeo e dalla
legislazione italiana per il quale sta a chi propone gli OGM di
dimostrare con certezza la loro non-nocività per la salute
e l’ecosistema, cosa che non è mai avvenuta.
Quello che sta accadendo nel
territorio del Friuli Venezia Giulia lede perciò il diritto
fondamentale all’autodeterminazione e alla sovranità alimentare.
Lasciare che accada è un affronto
intollerabile alla grande maggioranza che, in questo territorio come in
Europa, rifiuta gli OGM.
Chiediamo quindi
- alla Regione di:
• porre sotto sequestro cautelativo
le aree dove sono stati coltivati i semi di mais Mon810 in Friuli nonchè
le derrate da essi raccolti e rendere pubblici i risultati del
monitoraggio effettuato sui campi limitrofi per verificare eventuali
casi di contaminazione;
• dare concretezza all'enunciata
determinazione di giungere ad una Regione OGM-free, partendo
dall'orientamento del prossimo PSR (Piano di Sviluppo Rurale) dove si
devono sostenere solo le filiere OGM-free, cosa che può costituire un
volano per rilanciare anche le colture seminative e la loro economia;
• di sostenere l’attività di selezione miglioramento delle sementi locali da parte degli agricoltori.
- al Governo e al Parlamento di:
• di attivare con urgenza (per essere
pronti entro la scadenza dei 18 mesi di divieto di semina del Mon810
definiti dal decreto interministeriale) e di concerto con le
associazioni che da sempre sono attive sul fronte anti-OGM, un lavoro
che porti all’approvazione di strumenti normativi che prevedano il bando
definitivo della coltivazione di OGM su tutto il territorio nazionale,
applicando pienamente, come fatto in altri Paesi europei, il principio
di precauzione e la clausola di salvaguardia;
• varare una politica di innovazione agricola orientata alla conservazione dell'ambiente, della
biodiversità nonché delle diversità sociale e co(u)lturali e della qualità autentica dei prodotti ottenuti;
• farsi promotori, verso il
Parlamento e la Commissione Europea, di azioni concrete che
conducano definitivamente al bando degli OGM in tutta Europa , portando
anche questi temi nel dibattito delle prossime elezioni Europee;
- agli enti locali (Comuni):
• di sostenere queste istanze presso
la Regione, rilanciando la campagna per i Comuni OGM free con ciò
amplificando e dando spazio alla volontà dei propri cittadini.
Infine chiediamo a tutti i cittadini
di continuare a chiedere una Regione OGM-free e portare tale richiesta
ai propri amministratori locali e regionali.
Fonte: change.org
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