L’eutanasia procura carne fresca (per i trapianti)

Il 12,8% cui si riferisce il documento, in un piccolo paese come il Belgio, sono solo 6 pazienti. Tre erano affetti da gravi patologie neuromuscolari e tre erano malati mentali. Tutti e 6 hanno espresso chiaramente il desiderio di donare gli organi e i team che hanno eseguito l’eutanasia e il trapianto sono stati nettamente diversi e separati (chissà perché, ci tengono tanto a sottolinearlo…).
E’ evidente a chiunque fosse dotato di buon senso (ma buono anche in senso etico…) che è estremamente pericoloso far credere alle persone deboli di mente, o disabili, o comunque disperate che la loro morte ha più senso e valore della loro vita. E non è certo auspicabile una società che accetti l’idea che essa può trarre vantaggio a spese di quei suoi membri più deboli, più bisognosi di cura (e di affetto) e che di per sé – tra l’altro – in termini economici costano parecchio.
Ma attenzione, cari lettori: ci stiamo arrivando. Forse ci siamo già arrivati.
di Francesca Romana Poleggi
Fonte: Prolife News.
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