Siria, dietro alle armi chimiche ci sono i terroristi (e la longa manus degli USA...)
Nei giorni scorsi i mass media di tutto il mondo hanno mostrato i corpi di cittadini siriani - tra cui diversi bambini - uccisi con il GAS NERVINO, proibito dalle convenzioni e dai trattati internazionali. La responsabilità della strage è stata "ovviamente" attribuita alle truppe del Presidente siriano Assad, con i leader di nazioni come Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti che hanno subito paventato azioni militari: persino il numero uno dell'ONU ha dichiarato che "ci sarebbero state conseguenze", facendo riferimento, nemmeno tanto velatamente, ad un intervento militare.
Sulla paternità della strage avevamo nutrito dubbi sin dall'inizio: anche perché in un contesto come quello attuale, al di là delle ragioni etiche e umane, utilizzare armi chimiche contro la popolazione per il presidente siriano sarebbe stata una mossa suicida, servendo il "casus belli" su un piatto d'argento a quelle nazioni che non aspettano altro una valida giustificazione per sdoganare un intervento militare.
Stati Uniti e soci hanno fornito armi e mezzi ai cosiddetti "ribelli", che non sono altro che un esercito di mercenari provenienti da tutto il medioriente e non solo (sono state identificate persone da tutti gli angoli del pianeta) guidato da un gruppo che ambisce ad assumere il controllo del paese, ovviamente sotto l'egida degli Stati Uniti. Ma la resistenza dell'esercito di Assad si è dimostrata decisamente più forte di quanto preventivato, anche grazie al supporto della popolazione, pertanto evidentemente sembra tornata in ballo l'opzione militare, e questa ennesima strage di innocenti rappresenta sicuramente un ottimo "casus belli" per fare accettare all'opinione pubblica l'aggressione militare.
A smascherare il piano di Washington e soci è stato il premier russo Putin, che è in possesso di immagini satellitari e che ha dichiarato che gli USA "non potevano non sapere" visto che anche loro sono in possesso delle stesse tecnologie, se non addirittura superiori.
Staff nocensura.com
Di seguito il comunicato ufficiale del governo siriano:
Il Ministro dell'informazione siriano smentisce l'utilizzo di armi chimiche:
Il Ministro dell’Informazione Omran Al Zoabi ha nuovamente ribadito che la Siria non ha assolutamente ed in alcun modo utilizzato alcuna arma chimica, sottolineando che “ci sono prove e informazioni sia a Ghouta che in altre località del fatto che non è stato il Governo ad utilizzarle bensì i gruppi terroristici armati” e ciò tramite immagini di satelliti artificiali di cui ha a suo tempo parlato la Russia, oltre a fatti certi e reali evidenze sul campo riportate da persone che sono state colpite da questo tipo di attacco, e di cui sono, a tutti gli effetti, testimoni.
Il Ministro, in un’intervista rilasciata ieri al canale televisivo al Mayadeen, ha affermato che: “Sia noi che i nostri amici siamo in possesso di prove incontrovertibili ed inconfutabili circa il fatto che le bombe sono state lanciate da territori in cui si trovano i gruppi terroristici e sono cadute su questi stessi territori e sulla popolazione civile, pertanto sono loro che si devono addossare la responsabilità di questo attacco, dall’A alla Z, con tutte le conseguenze e le ripercussioni che il caso richiede”.
Sulla paternità della strage avevamo nutrito dubbi sin dall'inizio: anche perché in un contesto come quello attuale, al di là delle ragioni etiche e umane, utilizzare armi chimiche contro la popolazione per il presidente siriano sarebbe stata una mossa suicida, servendo il "casus belli" su un piatto d'argento a quelle nazioni che non aspettano altro una valida giustificazione per sdoganare un intervento militare.
Stati Uniti e soci hanno fornito armi e mezzi ai cosiddetti "ribelli", che non sono altro che un esercito di mercenari provenienti da tutto il medioriente e non solo (sono state identificate persone da tutti gli angoli del pianeta) guidato da un gruppo che ambisce ad assumere il controllo del paese, ovviamente sotto l'egida degli Stati Uniti. Ma la resistenza dell'esercito di Assad si è dimostrata decisamente più forte di quanto preventivato, anche grazie al supporto della popolazione, pertanto evidentemente sembra tornata in ballo l'opzione militare, e questa ennesima strage di innocenti rappresenta sicuramente un ottimo "casus belli" per fare accettare all'opinione pubblica l'aggressione militare.
A smascherare il piano di Washington e soci è stato il premier russo Putin, che è in possesso di immagini satellitari e che ha dichiarato che gli USA "non potevano non sapere" visto che anche loro sono in possesso delle stesse tecnologie, se non addirittura superiori.
Staff nocensura.com
Di seguito il comunicato ufficiale del governo siriano:
Il Ministro dell'informazione siriano smentisce l'utilizzo di armi chimiche:
Il Ministro dell’Informazione Omran Al Zoabi ha nuovamente ribadito che la Siria non ha assolutamente ed in alcun modo utilizzato alcuna arma chimica, sottolineando che “ci sono prove e informazioni sia a Ghouta che in altre località del fatto che non è stato il Governo ad utilizzarle bensì i gruppi terroristici armati” e ciò tramite immagini di satelliti artificiali di cui ha a suo tempo parlato la Russia, oltre a fatti certi e reali evidenze sul campo riportate da persone che sono state colpite da questo tipo di attacco, e di cui sono, a tutti gli effetti, testimoni.
Il Ministro, in un’intervista rilasciata ieri al canale televisivo al Mayadeen, ha affermato che: “Sia noi che i nostri amici siamo in possesso di prove incontrovertibili ed inconfutabili circa il fatto che le bombe sono state lanciate da territori in cui si trovano i gruppi terroristici e sono cadute su questi stessi territori e sulla popolazione civile, pertanto sono loro che si devono addossare la responsabilità di questo attacco, dall’A alla Z, con tutte le conseguenze e le ripercussioni che il caso richiede”.
Al Zoabi ha sottolineato che le Forze Armate siriane, che stanno proseguendo le loro operazioni nella periferia di Damasco, hanno sequestrato un deposito nel quartiere di Jobar, in cui hanno rinvenuto numerosi contenitori imballati, di grandi dimensioni, che contenevano sostanze chimiche fabbricate in Arabia Saudita e in alcuni Paesi Europei. Queste sostanze sono un’ulteriore prova del fatto che i gruppi terroristici possiedono armi chimiche, oltre al fatto che sono state rinvenuti anche farmaci in grado di bloccare gli effetti delle sostanze chimiche, in caso vengano colpiti i terroristi, e a strumenti necessari per fabbricare le sostanze chimiche; evidenziando che non è certamente la prima volta che le Forze dell’Esercito, durante le loro operazioni, scoprono depositi in cui vengono rinvenute sostanze chimiche fabbricate in laboratori sauditi, turchi ed europei.
Al Zoabi ha inoltre aggiunto che “ se si sono utilizzate armi chimiche in alcune aree, tra cui il quartiere di Jobar o in qualsiasi altra zona, allora coloro che le hanno utilizzate sono membri dei gruppi terroristici armati, e stranieri complici di questi gruppi, che ne rappresentano le vere basi e la struttura fondamentale, e che non si fanno alcuno scrupolo”.
Il Ministro dell’Informazione ha poi menzionato, a titolo di esempio, il quartiere di Khan al Asal, dicendo che: “ Chi utilizza le armi chimiche a Khan al Asal, le può utilizzare anche a Ghouta e in qualsiasi altro posto”, considerando che “l’utilizzo di armi chimiche è una prova dell’incapacità e della confusione dei gruppi terroristici e del tentativo di arrestare l’avanzata delle Forze dell’Esercito Arabo Siriano, che li sta raggiungendo”.
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LA SIRIA COLLABORA IN MODO SIGNIFICATIVO, TRASPARENTE E DIRETTO CON LA COMMISSIONE D’INDAGINE DELLE NAZIONI UNITE
LA SIRIA COLLABORA IN MODO SIGNIFICATIVO, TRASPARENTE E DIRETTO CON LA COMMISSIONE D’INDAGINE DELLE NAZIONI UNITE
Al Zoabi ha spiegato che la Siria collabora in modo significativo, trasparente e diretto con la Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite circa il possibile uso di armi chimiche, ma non tollererà in alcun modo la presenza di commissioni d’indagine sotto qualsiasi pretesto, circa qualsiasi questione. E’ questa la presa di posizione finale, poiché, per quanto riguarda la Commissione d’Inchiesta, è palese che il suo lavoro è legato all’indagine di incidenti particolari e definiti, come quello accaduto a Khan al Asal, conformemente all’accordo tra la Siria e le Nazioni Unite, e non ha nulla a che fare con inchieste in cui viene violata la sovranità nazionale.
Inoltre il Ministro ha sottolineato che i luoghi in cui la Commissione delle Nazioni Unite farà le sue indagini, sono stati definiti dal Ministero degli Affari Esteri e la stessa Commissione d’Indagine, e tra questi luoghi vi è Khan al Asal, di cui tra l’altro la Siria aveva già chiesto alle Nazioni Unite l’avvio di un’indagine e di una missione internazionale, a conoscenza delle autorità siriane, che assicurerà la sicurezza e tutto quanto richiesto nei luoghi in cui non si trovano gruppi terroristici armati, mentre nelle altre zone, sono loro a curarsi delle loro vite, della loro sicurezza, ma questo è tutto un altro discorso.
Al Zoabi ha aggiunto che la decisione siriana è chiara e univoca per quanto concerne i gruppi terroristici armati, che devono consegnare le loro armi e ritirarsi da quei luoghi in cui si è prospettato il possibile utilizzo di armi chimiche, per poter consentire alla commissione internazionale di svolgere il suo incarico, e per permettere alla Siria e alle sue istituzioni di compiere le necessarie verifiche e di ripristinare la sicurezza sul territorio ambientale, sottolineando che coloro che dall’esterno hanno parlato in nome di gruppi terroristici, devono chiedergli di ritirarsi dalle loro aree.
Al Zoabi ha affermato inoltre che: “Quando il fatto è accaduto, in una dichiarazione ufficiale avevo affermato che c’era il tentativo di sviare la Commissione d’Indagine dalla sua missione e dalle modalità del suo lavoro, perché la Commissione sa in quali territori deve indagare e cercare prove, in base a quanto concordato con il Governo Siriano e il Ministero degli Esteri”, sottolineando che il tentativo di occuparla in altre questioni e di sabotarla, è una prova evidente del fatto che sono infastiditi della risposta della Siria, soprattutto per l’arrivo di questa squadra e per l’accordo raggiunto per avviare i lavori che faranno luce sull’incidente accaduto sin dal primo giorno di lavoro effettivo della Commissione.
Al Zoabi si è poi chiesto: “Come mai gli Stati Uniti non si sono mossi quando è accaduto l’incidente a Khan al Asal e quando il Governo Siriano ha presentato una protesta ufficiale, interpellando le Nazioni Unite e richiedendo una Commissione d’Indagine?”, chiarendo che gli Stati Uniti, quando hanno saputo che coloro che hanno compiuto il crimine di Khan al Asal sono i gruppi terroristici armati, hanno tentato di procrastinare l’arrivo della commissione, ostacolando il processo di accordo, e cominciando a parlare di molte località e di condizioni, e citando agenzie stampa che avevano parlato del consolidamento della flotta navale americana nel Mediterraneo. Gli Stati Uniti tradizionalmente possiedono una flotta navale nel Mediterraneo; ma se le dichiarazioni mediatiche giovano alla leadership americana, per far sì che essa eserciti pressioni su Damasco, per arrestare le sue operazioni militari contro i gruppi terroristici armati, allora questa pressione non serve né aiuta, ma è solo una perdita di tempo, perché la lotta al terrorismo in Siria è una questione continua, da cui la leadership siriana non può tornare indietro.
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L’AGGRESSIONE ALLA SIRIA NON E’ UNA PASSEGGIATA
L’AGGRESSIONE ALLA SIRIA NON E’ UNA PASSEGGIATA
Al Zoabi ha ribadito che la situazione internazionale e regionale non consente un attacco militare americano contro la Siria, confermando che l’aggressione contro la Siria non è una passeggiata per chiunque sia l’aggressore, perché ci sono equilibri internazionali e regionali, oltre che dati di fatto sul territorio”.
Al Zoabi ha sottolineato che se gli Americani legano i loro movimenti nella regione al discorso sul probabile utilizzo di armi chimiche e vengono con le loro navi e con le loro Forze armate, allora questo legame è fragile e riflette la loro incapacità di comprendere la questione. Al Zoabi si è chiesto poi: “Cosa accadrebbe allora se ci fossero prove- che, ovviamente, ci sono- del fatto che i gruppi terroristici armati sono coloro che hanno effettivamente utilizzato le armi chimiche? In questo caso, gli USA colpirebbero i gruppi terroristici armati che hanno essi stessi appoggiato e armato con i loro alleati nella regione? La società civile allora prenderà una vera posizione o gli cercherà una scusa, giustificando il loro utilizzo delle armi chimiche?”
Il Ministro Al Zoabi ha affermato che l’ipotesi dell’intervento militare esterno “è caduta” perché la Siria è e rimane uno Stato in piedi, presente, con le sue istituzioni, con il suo esercito e la sua propria forza, così come ha amici, alleati e fratelli d’onore nella regione, tra i popoli arabi , aggiungendo che, in caso di un qualsiasi intervento militare esterno americano, ciò lascerà ripercussioni estremamente pericolose, in primo luogo il caos e una massa di fuoco e fiamme bruceranno in tutto il Medio Oriente”.
L’utilizzo delle armi chimiche non rappresenta la linea rossa soltanto per gli Americani, ma lo è anche per la Siria, che considera qualsiasi arma di distruzione di massa, tra cui le armi chimiche, una linea rossa invalicabile e non consentirà che ciò accada, ribadendo nuovamente che la Siria non ha utilizzato né mai utilizzerà armi chimiche, se mai ne fosse in possesso.
Al Zoabi ha affermato che l’opposizione armata non è un’opposizione ma l’insieme di gruppi terroristici armati, le cui fondamenta reali e basilari sono adesso fondamenta straniere, tant’è che tra le sue fila, sul territorio siriano, si contano stranieri di 83 nazionalità, che combattono in nome di al Qaeda e Jabhat an-Nusra, oltre a una miriade di altri nomi, raccolte e guidate da al Qaeda.
Il Ministro Al Zoabi ha affermato che l’ipotesi dell’intervento militare esterno “è caduta” perché la Siria è e rimane uno Stato in piedi, presente, con le sue istituzioni, con il suo esercito e la sua propria forza, così come ha amici, alleati e fratelli d’onore nella regione, tra i popoli arabi , aggiungendo che, in caso di un qualsiasi intervento militare esterno americano, ciò lascerà ripercussioni estremamente pericolose, in primo luogo il caos e una massa di fuoco e fiamme bruceranno in tutto il Medio Oriente”.
L’utilizzo delle armi chimiche non rappresenta la linea rossa soltanto per gli Americani, ma lo è anche per la Siria, che considera qualsiasi arma di distruzione di massa, tra cui le armi chimiche, una linea rossa invalicabile e non consentirà che ciò accada, ribadendo nuovamente che la Siria non ha utilizzato né mai utilizzerà armi chimiche, se mai ne fosse in possesso.
Al Zoabi ha affermato che l’opposizione armata non è un’opposizione ma l’insieme di gruppi terroristici armati, le cui fondamenta reali e basilari sono adesso fondamenta straniere, tant’è che tra le sue fila, sul territorio siriano, si contano stranieri di 83 nazionalità, che combattono in nome di al Qaeda e Jabhat an-Nusra, oltre a una miriade di altri nomi, raccolte e guidate da al Qaeda.
IL GOVERNO SIRIANO MARCIA SU DUE BINARI PARALLELI: IL PRIMO È IL PERCORSO POLITICO E L’ALTRO È IL PROSEGUIMENTO NELLA LOTTA CONTRO IL TERRORISMO
Il Ministro dell’Informazione ha affermato che la Siria è ancora disposta a partecipare alla conferenza di Ginevra, senza alcuna precondizione imposta da nessuno, auspicando che questa conferenza rappresenti un percorso politico riguardo a ciò che sta accadendo in Siria, e perché si eviti ciò che è accaduto sinora, ossia il fatto che “ la palla non è nel campo del governo siriano, ma nel campo di coloro che rifiutano il processo politico e sono alla ricerca di soluzioni imposte con l’uso della forza, della minaccia di sanzioni economiche o altre opzioni. ” Zoabi ha sottolineato che il governo siriano marcia lungo due binari paralleli: il primo è il percorso politico e l’altro è quello di continuare ad affrontare il terrorismo, sottolineando che non rinuncerà a nessun percorso in alcun momento, perché entrambi i percorsi sono una necessità nazionale, regionale e internazionale, indipendentemente dal fatto che la Conferenza di Ginevra si tenga oppure no.
*A Cura di F_A per http://www.tg24syria.com & http://www.syrianfreepress.net
Fonte: http://tg24siria.wordpress.com/2013/08/25/ministro-informazione-abbiamo-le-prove-inconfutabili-che-i-terroristi-hanno-usato-le-armi-chimiche-lattacco-alla-siria-non-sara-una-passeggiata/
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