Blog e libertà di stampa: il commento del Presidente dei Filomati, Danilo Campanella

Il dott. Danilo Campanella,
Presidente dell'associazione Filomati
Riceviamo e pubblichiamo dall'Associazione Filomati:

Commento all'articolo di nocensura.com La cassazione salva i blog: "non sono stampa clandestina"

Come abbiamo riportato in un recente articolo, la Corte Suprema di Cassazione ha salvato i blog, stabilendo che "I blog non sono soggetti alla legge sull'editoria, quindi non hanno obbligo di registrazione e ancora meno possono essere considerati stampa clandestina." Se fosse stata confermata la condanna a carico del blogger-giornalista Carlo Ruta - condannato per stampa clandestina perché titolare di un blog non registrato come previsto per le testate giornalistiche. Dal 29 Aprile quindi é stato sancito nuovamente che i blog non sono soggetti alla legge sull'editoria, quindi non hanno obbligo di registrazione.
Su tale vicenda il filosofo politico Danilo Campanella ha fatto una disamina storica interessante: " La Cassazione ha risolto il problema nell'unico modo possibile. E' incredibile che, con le lezioni del passato, in Europa ci siano ancora rigurgiti ancestrali come quelli osservati. E' ovvio che con i sistemi tecnologici contemporanei la forma cambia, ma la sostanza é sempre quella: la difesa della libertà di espressione. Questo sito, che si chiama appunto NOCENSURA racchiude nel termine stesso un significato più ampio di quello comunemente inteso: "licencing" (Milton) come qualsiasi giudizio negativo o proibitivo. Ed é proprio John Milton che, nel suo discorso "Per la libertà di stampare senza licenza", ci riporta ad un problema affrontato nel 1644, come nel caso del moderni blog. Milton nel suo scritto parla del principio di libertà rapportato a quello di autorità.
Il principio di libertà viene "esaltato" come legittimazione delle "diversità". Per il filosofo chi uccide un uomo uccide una creatura dotata di ragione, ma chi distrugge un libro uccide la ragione stessa; Milton ci ricorda la necessità, seppure scomoda, di esprimere le nostre "lagnanze" in pubblico nei confronti dell'autorità costituita, nei limiti stessi del rispetto e della libertà civile. Potremmo dire" continua Campanella " che i nostri blog, come i libri per Milton, non sono cose morte, ma contengono una potenza di vita che li rende attivi quanto lo spirito umano che li ha prodotti. Considerando che non viviamo più in un'epoca in cui le tipografie erano una delle lobby più potenti, il legislatore potrebbe chiedersi come sia giusto comportarsi in caso che qualcuno, in un blog abbia scritto cose erronee o addirittura infamanti, dopo che il verdetto e la condanna di censura gli sia stata inflitta; costringere tutti i blog a registrarsi, incorrendo altrimenti nel reato di stampa (stampa?) clandestina sarebbe ingiusto quanto fuorviante, poiché, come Milton stesso scrisse, non possiamo accludere allo sfregio di uno solo quello di un'intera Nazione. Per concludere con le parole del filosofo inglese: Deputati (d'Inghilterra) guardate questa vostra Nazione che governate, non una Nazione lenta e sorda, ma di pronto, ingegnoso, penetrante spirito... noi possiamo di nuovo diventare ignoranti, rozzi, formalisti e servi come ci trovaste, ma voi prima, allora, dovrete diventare cio' che non potete essere: oppressivi, arbitrari e tirannici come quelli dai quali ci liberaste". Per nostra buona sorte, la Cassazione questa volta ha scelto di seguire la strada predetta da John Milton". 


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