"Siamo una colonia americana"
Riceviamo e pubblichiamo:
Di Giulia Zucchi
Italia. Ultimamente
ci penso spesso. Penso a quella che considero la mia casa e che è
stata tale per tutti i miei antenati (almeno quelli di cui sono a
conoscenza), a cosa rappresenta per me l’Italia, a come e perché
mi sento italiana. E mi amareggia tantissimo scoprire che non solo
all’estero nella maggior parte dei casi ci considerano poco più
che un popolo di fessacchiotti, quando non addirittura disonesti, ma
che gli stessi italiani provano un sentimento simile, se non peggiore
nei confronti del loro paese.
Mi fa molto
arrabbiare il servilismo e l’esterofilia insiti nei modi di fare e
nei pensieri dell’italiano medio, questo considerarci noi per primi
provinciali ed arretrati. Ma allora la soluzione qual è? Fare i
bagagli e andare altrove ad alimentare lo stereotipo dell’Italia
paese di mafiosi e di corrotti? Troppo facile. Non è anche un po’
colpa nostra se il Belpaese è arrivato a questo punto di degrado
morale, di stagnazione, di mancanza di speranza per le giovani
generazioni? Perché in Italia si respira troppo spesso il disamore
per la propria patria, salvo venire fuori coi mondiali di calcio o,
molto peggio, quando un immigrato commette un crimine? Come mai solo
allora ci rendiamo conto di essere italiani e di voler difendere il
nostro paese dallo straniero? E perché non ce ne siamo mai ricordati
negli ultimi decenni in cui abbiamo subìto l’imposizione della
cultura anglo-americana?
E si trattasse solo
di “cultura”! Vogliamo parlare delle basi NATO sparse per tutto
il paese che vengono ancora considerate un legittimo tributo per la
liberazione? A me pare che settant’anni siano un lasso di tempo
incredibilmente lungo per estinguere un debito! Vogliamo parlare
delle stragi di stato e della strategia della tensione messe in atto
dai nostri amici d’oltreoceano con la complicità e l’assordante
silenzio delle istituzioni nazionali? Mi arrovello cercando delle
risposte. Com’è possibile che gli italiani non si siano mai resi
conto che l’America stava distruggendo la nostra sovranità
nazionale e la nostra cultura importando sistematicamente il suo
stile di vita e insinuandosi costantemente nella nostra politica
interna? Capisco i politici, loro hanno avuto e hanno tuttora il loro
tornaconto. Ma a noi comuni cittadini come ci hanno convinti che gli
americani sono meglio di noi, ci proteggono e sono il modello da cui
prender esempio? Che cosa ci manca (o forse sarebbe meglio dire ci
mancava) da non poter essere autosufficienti? Da quando essere
attaccati alla proprie radici e tradizioni è diventato un inutile
fardello di cui sbarazzarsi? Possibile che la maggior parte della
gente che conosco ascolta solo band anglo-americane e non ha mai
prestato attenzione alle parole di De Andrè o di Battiato, tanto per
citarne un paio? Non è forse indottrinamento questo?
Io credo che non si
possa stare bene nel mondo se non ci si ricorda quali sono le proprie
radici, che non si possa sapere dove andare se non si sa da dove si
viene. Bisogna avere dei punti fermi, delle certezze, dei luoghi a
cui tornare, altrimenti si rischia di sviluppare la schizofrenia
tipica dell’uomo moderno, quello allergico alle responsabilità,
alle relazioni stabili, senza nessuna capacità introspettiva e
completamente concentrato sulla materialità. E cosa ancor peggiore,
senza punti saldi non si capisce più chi è il nemico e chi l’amico.
Perché una nazione che costruisce il MUOS sul suolo italiano,
nonostante le evidentissime proteste dei cittadini, è nemica.
Eppure non mi capita
quasi mai di imbattermi in sentimenti anti-americani o quanto meno di
indignazione per quanto avvenuto negli ultimi decenni, mentre l’odio
nei confronti degli immigrati (quelli arabi o di colore per
intenderci) è sempre dietro l’angolo. Nemmeno ci rendiamo conto di
usare due pesi e due misure!
È vero che i mass
media non fanno nulla per aiutarci ad avere una visione oggettiva
della società e del mondo in cui viviamo però, se ci si
documentasse un po’, non si farebbe fatica a scoprire che il
governo americano non ha mai smesso di influenzare e di manipolare
pesantemente la politica del nostro paese dal 1943 ai giorni nostri.
In pratica, la liberazione non è mai stata tale perché siamo
passati da un’oppressione manifesta ad una patinata e celata dietro
al benessere, ai chewing gum e alla coca cola. Così, facendoci
inebriare dall’abbondanza e da uno stile di vita moderno e più
possibilista, abbiamo dimenticato chi siamo, permettendo ad altri di
cambiare il corso della nostra storia. Perché, benché nessuno lo
ammetta, gli americani avevano paura dell’Italia, un paese bello,
ricco di risorse e di talenti, e posizionato strategicamente a metà
strada tra est ed ovest. E non dobbiamo assolutamente sottovalutare
la forza politica e di aggregazione del partito comunista italiano
che, nel secondo dopoguerra, era il più forte di tutta l’Europa
occidentale. Ovviamente lo zio Sam non poteva certo permettere che
vincesse e ci facesse passare dall’altro lato della barricata!
Certo che no! E allora via alla strategia della tensione, alle bombe
a piazza Fontana, alle BR, al sequestro e all’uccisione di Aldo
Moro. Tutti reati ovviamente imputati a matrici di estrema sinistra.
Sarà un caso che Moro fu sequestrato proprio pochi giorni dopo aver
proposto un’apertura verso il partito comunista, cercando di
concedergli l’ingresso nella maggioranza parlamentare?
Al di là di sterili
polemiche che possono facilmente nascere sul comunismo, se lo si
considera all’interno della realtà italiana di quel periodo, non
si può certo negare che abbia portato ad un grande risveglio di
classe e che abbia rappresentato una speranza per i nostri padri e i
nonni. Infatti, è stato grazie alle lotte operaie portate avanti
sotto la bandiera rossa che i lavoratori hanno ottenuto diritti e
sicurezze impensabili fino a qualche decennio prima. Diritti e
sicurezze che abbiamo perso completamente e, per la prima volta in
secoli, le generazioni dei figli si ritrovano ad avere meno garanzie
di quelle dei padri.
Sia chiaro, non ho assolutamente nulla contro il
popolo nord-americano. Sto semplicemente cercando di presentare la
situazione da un altro punto di vista perché, per citare una frase
celebre di Balzac "Dovete sapere che ci sono due storie: quella
ufficiale piena di menzogne, che insegnano a scuola, la storia ad
usum delphini; e poi c'è la storia segreta, quella che contiene le
vere cause degli avvenimenti, una storia ignominiosa". E la mia
indignazione nasce proprio da questo. A scuola non ci insegnano
quello che dovremmo sapere. Prima di tutto, sembra che dopo la
Seconda Guerra Mondiale non sia successo più nulla, una sorta di “…
e vissero felici e contenti” mentre trovo che sarebbe fondamentale
sapere qualcosa in più sulla nostra storia recente. Non è così che
si capisce meglio il presente e si vive in modo più consapevole?
Inoltre non bisogna dimenticare che il ‘900 è stato il secolo che
più di tutti ha stravolto la vita dell’uomo su questo pianeta e
noi che facciamo? Lo studiamo a metà! E quella metà che studiamo è
comunque incompleta e non sempre veritiera.
Da bambina per me il mondo era diviso in due: i
buoni e i cattivi. I cattivi erano i tedeschi e i buoni, guarda un
po’, gli americani. Loro ci avevano salvato e liberato ma perché
nessuno spiega mai a quale prezzo? Perché a scuola non dicono che ci
sono ancora basi NATO su tutto il nostro territorio nazionale e che
gli Stati Uniti possono fare esercitazioni di ogni tipo senza nemmeno
interpellare il governo italiano? Perché non dicono che per
assicurarsi la riuscita dello sbarco in Sicilia gli alleati hanno
stretto accordi con il famigerato Lucky Luciano e hanno scarcerato e
messo al potere noti mafiosi arrestati sotto il fascismo? Perché
nessuno sa che gli americani si sono finanziati lo sbarco in Italia
con la stampa di una moneta estera – le AM Lire (American Military)
– con la quale hanno comprato l’intero paese?
Poi si esce dall’infanzia e si entra
nell’adolescenza. Il mondo non è più così nettamente diviso in
buoni e cattivi ma iniziano ad esserci i miti, le star da emulare, il
desiderio di essere diversi da come si è. E anche qui ci vengono in
soccorso i nostri amici d’oltreoceano con un bombardamento tale di
film, telefilm, musica, gossip sulle star di Hollywood ecc., da far
sembrare la nostra vita nella piccola Italietta noiosa e provinciale.
E così il sogno americano continua e viene incessantemente
alimentato dalla propaganda dei mass media.
Con l’età adulta e tutte le preoccupazioni che
ne conseguono, le persone non hanno più tempo per sognare e si
devono far andare bene la loro vita fatta di precariato, contratti a
termine, impossibilità di accedere ad un mutuo e metter su famiglia.
Allora quando non ce la si fa più e non sembrano esserci altre vie
d’uscita, ecco che, all’improvviso, il mito americano, e l’idea
che in generale all’estero si stia meglio, ritorna e si fanno le
valigie per lasciare questo paese provinciale e traditore senza però
chiedersi mai cos’abbiamo dato noi alla nostra Italia. Ho
l’impressione che sia un circolo vizioso che difficilmente ci
permetterà di uscire da questa situazione di stallo. Le colpe sono
tante e tante sono le persone da biasimare però credo che non
cambierà mai nulla se prima non cambieranno gli italiani. Se prima
non cambieremo noi, singolarmente. Se non impareremo ad amare e
rispettare la nostra terra (oltre che la Terra in generale) e se non
smetteremo di puntare il dito sempre contro qualcun altro. L’Italia
fa schifo, gli italiani fanno schifo ma voi, noi non ne facciamo
forse parte?
Un sentito ringraziamento va a TUTTA la nostra
classe politica degli ultimi decenni che si è fatta comprare in modo
vergognoso ed ha svenduto il proprio paese ad una potenza straniera.
Questa riflessione è
stata semplicemente dettata dal desiderio di fare un po’ di
chiarezza e dall’esasperazione nel vedere il nostro paese
costantemente deriso, infangato e sempre più annientato
dall’ingordigia dei nostri politici e dall’indifferenza ed
insofferenza dei nostri connazionali.
Italiani! È tempo
di ristudiare la storia e di rimboccarsi le maniche per restituire al
nostro paese un po’ di dignità e poter sperare in un futuro più
roseo per le prossime generazioni. Dopo anni di indifferenza,
qualunquismo, esterofilia, calcio e gossip glielo dovete. Glielo
dobbiamo.
Qui di sotto riporto
qualche link a supporto di quanto affermato. Vorrei inoltre ribadire
che non ho accesso ad archivi segreti né a nessun tipo di “fonte
confidenziale”. Tutte le mie affermazioni sono frutto di letture e
ricerche personali - che tutti possono tranquillamente effettuare
seduti davanti ad un pc - spinte dall’amore per la verità e per il
mio paese.
Giulia Zucchi
http://sulnwo.blogspot.it/2013/04/il-muos-e-la-terza-guerra-mondiale.html
- Il MUOS di Niscemi
http://archivio900.globalist.it/it/libri/lib.aspx?id=2166
- La vera storia del Rapimento Moro
http://www.youtube.com/watch?v=nfSM8_t6r8M
- Blu Notte, I rapporti segreti tra America e Italia
http://www.libreriamo.it/a/3541/paolo-cucchiarelli-nel-mio-libro-dimostro-come-piazza-fontana-non-sia-un-mistero-irrisolvibile.aspx
- La vera storia della strage di piazza Fontana
Commenti
L'iì-taglia colonia era -dei giacubbin' napoleonici e savojonici- e colonia resta...
Chi vi arriva o vi passa... piglia... e se ne taglia un pezzo... Pr esempio: adesso paraislamico barakko o-bombama...
Cjao !