Repressione in Turchia: servizio esclusivo - LE IMMAGINI DELLA MATTANZA
Quello che è successo in Turchia nei giorni scorsi, e che i blogger
di tutto il mondo sono riusciti a documentare ampiamente nonostante
l'impegno del governo di Erdogan per nascondere le feroci violenze, con
la complicità dei media turchi ed europei, ci ha fatto rabbrividire.
Nei giorni scorsi abbiamo divulgato una breve fotogallery pubblicata da Angelo Iervolino su nocensura.com, e la testimonianza di uno studente italiano che attualmente vive nel paese nell'ambito del progetto Erasmus: vi forniamo oggi ulteriori immagini che rendono bene l'idea circa la portata dei fatti e la ferocia della polizia turca.
Fotogallery - commento a cura della redazione Informatitalia
Gli oggetti sul terreno, sono bossoli di lacrimogeni, con la forma di un grosso proiettile e anima di alluminio. Vengono sparati con un apposito fucile, come vedremo in seguito. Colpiscono il bersaglio ad una velocità di oltre 200km/h, e hanno una temperatura elevata. A distanza ravvicinata o comunque colpendo parti del corpo particolarmente delicate, come le tempie, uccidono. Nel terreno di tutte le strade teatro delle violenze ne erano presenti moltissimi: ne sono stati sparati decine di migliaia, mirando al corpo, se non al volto, dei manifestanti. Di seguito vi mostreremo le immagini.
Vediamo quali effetti producono quando colpiscono le persone:
Questo giovane è stato colpito in un occhio: la forma della ferita è evidentemente quella del bossolo.
Il soggetto della foto di seguito è stato più "fortunato": è stato colpito alla guancia, dove il bossolo ha scavato un vero e proprio solco. Sicuramente avrà riportato anche fratture alla mandibola e/o allo zigomo.
La ragazza ritratta nella foto di seguito è stata colpita all'altezza del sopracciglio: anche in questo caso, sicuramente avrà riportato lesioni alla zona frontale del cranio.
Sono decine e decine le persone ferite al volto, anche gravemente, dai lacrimogeni. Molte di più quelle colpite al corpo, riportando escoriazioni.
La ferita lacerocontusa di seguito è stata provocata da un lacrimogeno sparato dalla distanza di alcune decine di metri
Una panoramica del "campo di battaglia": per ore dalle zone teatro di violenze si sono alzate al cielo colonne di fumo provocate dall'intenso uso di gas lacrimogeni
Un poliziotto mentre sta per colpire un anziano manifestante.
Blogger tratti in arresto, video e fotocamere sequestrate o spaccate, censura sui social network: ed i mass media - turchi ed europei - che hanno nascosto la situazione, emersa nella sua gravità grazie all'impegno e al sacrificio di coraggiosi blogger e cittadini.
Vive ad Izmir anche lo studente Erasmus italiano che ha divulgato un video di testimonianza.
Redazione Informatitalia - http://informatitalia.blogspot.it
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Divulgazione consigliata!
PS: Siamo contrari alle paranoie sul "copyright" che fanno alcuni blogger, ma se riportate l'articolo vi preghiamo di inserire un link al nostro blog, come facciamo noi quando pubblichiamo materiale altrui. Grazie.
Fonte: http://informatitalia.blogspot.com/2013/06/repressione-in-turchia-servizio.html
Nei giorni scorsi abbiamo divulgato una breve fotogallery pubblicata da Angelo Iervolino su nocensura.com, e la testimonianza di uno studente italiano che attualmente vive nel paese nell'ambito del progetto Erasmus: vi forniamo oggi ulteriori immagini che rendono bene l'idea circa la portata dei fatti e la ferocia della polizia turca.
Fotogallery - commento a cura della redazione Informatitalia
Gli oggetti sul terreno, sono bossoli di lacrimogeni, con la forma di un grosso proiettile e anima di alluminio. Vengono sparati con un apposito fucile, come vedremo in seguito. Colpiscono il bersaglio ad una velocità di oltre 200km/h, e hanno una temperatura elevata. A distanza ravvicinata o comunque colpendo parti del corpo particolarmente delicate, come le tempie, uccidono. Nel terreno di tutte le strade teatro delle violenze ne erano presenti moltissimi: ne sono stati sparati decine di migliaia, mirando al corpo, se non al volto, dei manifestanti. Di seguito vi mostreremo le immagini.
Per darvi un'idea della grandezza
dei lacrimogeni in oggetto, paragonandole ad un oggetto di uso comune,
sono molto simili alle bombolette di gas utilizzate per ricaricare
l'accendini.
Nell'immagine di seguito, un poliziotto mentre sta sparando sulla folla i lacrimogeni descritti sopra:
Vediamo quali effetti producono quando colpiscono le persone:
Questo giovane è stato colpito in un occhio: la forma della ferita è evidentemente quella del bossolo.
Il soggetto della foto di seguito è stato più "fortunato": è stato colpito alla guancia, dove il bossolo ha scavato un vero e proprio solco. Sicuramente avrà riportato anche fratture alla mandibola e/o allo zigomo.
La ragazza ritratta nella foto di seguito è stata colpita all'altezza del sopracciglio: anche in questo caso, sicuramente avrà riportato lesioni alla zona frontale del cranio.
Sono decine e decine le persone ferite al volto, anche gravemente, dai lacrimogeni. Molte di più quelle colpite al corpo, riportando escoriazioni.
La ferita lacerocontusa di seguito è stata provocata da un lacrimogeno sparato dalla distanza di alcune decine di metri
Una panoramica del "campo di battaglia": per ore dalle zone teatro di violenze si sono alzate al cielo colonne di fumo provocate dall'intenso uso di gas lacrimogeni
Una lapide.
Un poliziotto mentre sta per colpire un anziano manifestante.
Botte
a sangue freddo: tre poliziotti infieriscono su un manifestante in
stato di fermo. Scene come questa sono state all'ordine del giorno.
Blogger tratti in arresto, video e fotocamere sequestrate o spaccate, censura sui social network: ed i mass media - turchi ed europei - che hanno nascosto la situazione, emersa nella sua gravità grazie all'impegno e al sacrificio di coraggiosi blogger e cittadini.
Vive ad Izmir anche lo studente Erasmus italiano che ha divulgato un video di testimonianza.
Redazione Informatitalia - http://informatitalia.blogspot.it
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PS: Siamo contrari alle paranoie sul "copyright" che fanno alcuni blogger, ma se riportate l'articolo vi preghiamo di inserire un link al nostro blog, come facciamo noi quando pubblichiamo materiale altrui. Grazie.
Fonte: http://informatitalia.blogspot.com/2013/06/repressione-in-turchia-servizio.html
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