"Conosci te stesso" - di avv. Paola Musu
“Conosci te stesso”: il famoso monito di Socrate scritto sul tempio di Delfi non può non essere quanto mai attuale.
Esso riassume in modo lapidario l’essenza stessa della POLITICA,
quale espressione del “sapere competente”, della “virtù” come
“conoscenza” e come “scienza della misura” che deve governare l’agire
dell’uomo.
Nulla a che vedere con la RETORICA: il retore non parla di ciò che sa, ma di ciò che crede di sapere.
La
morte della Politica, e con essa dello Stato, cui si assiste in maniera
inesorabile è tristemente connessa allo smarrimento di questa profonda
ed, al tempo stesso, essenziale distinzione. Ma lo Stato, parafrasando
Cicerone, è la res publica, la cosa che appartiene al popolo ed, in definitiva, il popolo stesso, il quale sussiste come Stato in virtù del diritto: senza il diritto il popolo diventa moltitudine, massa, disgregazione dello Stato.
Ma questo rapporto Stato – popolo – diritto ha come chiave di volta il principio della “libertà”, la quale esiste solo in quanto proprio al popolo viene riconosciuta la “summa potestas”, la oramai retoricamente citata “sovranità popolare”. Se questa viene a mancare la deriva è inevitabilmente verso la tirannide o l’oligarchia, con la conseguente distruzione proprio di quel vincolo giuridico che tiene unita la società.
Tutto questo, senza dimenticare come l’equilibrio tra autorità e libertà, all’interno dello Stato, deve e può essere garantito solo dal ceto medio:
solo una forte classe media, ricordando Aristotele, è infatti in grado
di assicurare quell’equilibrio sociale che è la condizione necessaria e
imprescindibile di ogni democrazia.
Non vedo politici, oggi, solo retori, tutti intenti a condurre e
recitare una pièce tragicomica di chi ha voluto svuotare lo Stato della
sua stessa essenza, giuridica (diritto) e umana (popolo), per
consegnarla ad un manipolo di avidi banchieri e tecnocrati, di cui forse
troppi, ancora oggi, ignorano l’esistenza.
Così,
in totale spregio della Politica, intesa come massima espressione della
“discrezione” di Guicciardiniana memoria, e dello Stato, si è permesso
ad una classe, che pretende di definirsi “politica”, di svuotare il
Parlamento ed il Governo di ogni potere, riducendoli oramai a semplici
esecutori di ordini provenienti da un’ ”Europa” che del concetto di
“Stato” non ha neppure la parvenza, con lacune quasi incolmabili in
termini di democrazia e oramai completamente scollata dai suoi popoli e
gestita, di fatto, dai protagonisti di un capitalismo finanziario che ha
fatto della speculazione il proprio credo e che sta polverizzando le
economie reali di interi Stati e le loro classi medie, in un disastro
anche, e soprattutto, umano, sul quale non è più dignitoso tacere.
Non c’è dignità nell’assistere inerti dinnanzi alla distruzione dei popoli.
Non c’è onore nel silenzio.
Non c’è né dignità né onore nel consentire che vengano annichiliti i principi e i valori più nobili.
Non
c’è né dignità né onore nel calpestare le più alte conquiste
dell’uomo. Nessuna dignità è nessun onore per chi “vende” il suo
popolo.
Avv.Paola Musu
Commenti