Caso Cucchi: il commento di Rita Pani
Chissà,
forse è andata proprio come andò a Padre Pio. Satana entrato nella cella di
Stefano lo ha tentato, e lui per fuggire alla tentazione ne è uscito con le
ossa rotte. Nessun colpevole, quindi, per la vita sprecata di un ragazzo che ha
avuto la sfortuna di non essere un embrione. In quel caso sì, anche giovanardi
sarebbe stato dispiaciuto per lo scempio.
Un
oltraggio nell’oltraggio la sentenza che condanna i medici per malasanità, e
che nello stesso tempo sospende la pena – che sarà mai? Capita al medico di
sbagliare.
Un
oltraggio nell’oltraggio anche il processo, che di omicidio non ha mai parlato:
lesioni gravi era l’ipotesi di reato. Succede.
Son
tante le cose che si potrebbero dire a proposito di uno Stato che uccide e
resta impunito, ma avrebbero il suono noioso delle cose troppe volte ribadite,
e bisognerebbe per principio aver la pazienza di stilare la lunga lista delle
giovani vite sprecate. Quelle che non si aveva interesse a salvare, quelle per
le quali nessuno è stato mosso da umanità. Quelle che non erano importanti per
nessuno, anzi! “Un drogato in meno” ho letto da qualche parte, su uno di quei
giornali di proprietà del Salvatore di giovani egiziane per bene, frequentato
da commentatori cristiani, quelli che salverebbero tutti gli embrioni, tutti i
malati terminali che vogliono morire.
Che
si potrebbe aggiungere quindi allo squallore?
La
consolazione, forse, di pensare che per fortuna è solo la sentenza di primo
grado. La speranza nel secondo, o nella cassazione. Ma ultimamente perdiamo
troppo del nostro tempo a sperare sogni che non si avverano mai.
Un
pensiero caro e di solidarietà alla famiglia Cucchi, vergognandomi di questo
paese infame.
Rita
Pani (APOLIDE)
Fonte: http://r-esistenza-settimanale.blogspot.it/2013/06/stefano.html
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