Noi, spiati e depistati: come i servizi segreti usano i media
«Sospettiamo tutti che il traffico di telefonate e mail sia
intercettato e controllato, ma non ci siamo ancora resi conto di quale
rivoluzione si stia preparando». E’ infatti in arrivo l’applicazione dei
programmi di trattamento automatico della lingua ai social network:
«Facebook o Twitter producono ogni giorno milioni di dati che,
opportunamente trattati, possono segnalare tempestivamente il montare di
una protesta sociale, il gradimento di una moda, la formazione di una
tendenza culturale, la curva dei consumi che si prospetta, i
comportamenti di borsa dei piccoli risparmiatori. Avete idea di quali
conseguenze possa avere tutto questo?». Se lo domanda Aldo Giannuli che,
dopo il grande successo di “Come funzionano i servizi segreti”, torna a
scrivere d’intelligence, affrontando uno degli aspetti meno conosciuti e
più controversi dell’attività dei servizi: il modo in cui manipolano e
utilizzano l’informazione.
I servizi segreti hanno bisogno di giornali e tv per far passare determinati messaggi. «Il consiglio è non leggere un solo giornale, non guardare un solo canale Tv». Ma perché l’intelligence ha bisogno di usare i media? «I servizi segreti – risponde Giannuli, intervistato per il blog “Cado in piedi” – hanno bisogno di influenzare l’informazione, di utilizzare i canali informativi, per molte ragioni. In primo luogo perché serve in qualche modo far girare alcune notizie che possono risultare utili». Questo «non significa necessariamente notizie false», perché i servizi «sono indifferenti alla verità»: una notizia «può essere vera o falsa, l’importante è che sia utile a snidare un avversario o, per esempio, a produrre una rottura tra due avversari alleati tra di loro».
O, ancora, «a trovare un alleato».
Ragioni politiche molto diverse, dunque. Ma, in concreto, come fanno gli 007 a condizionare i media? «Il meccanismo classico è quello dell’infiltrato, ma è anche il meccanismo meno usato, più costoso e più rischioso», spiega Giannuli. «La cosa più importante, facile e ordinaria è lo scambio di notizie: qualsiasi giornalista è alla ricerca di scoop, e qualsiasi agente di sistema informativo è interessato a fare passare degli scoop, magari per contrastare quello di un altro». In fondo, «l’informazione è un grande suk, dove tutti scambiano tutto con tutti». E come fare per tutelarsi da questo doping informativo? «Prima regola, non leggere mai un solo media, un solo quotidiano o seguire una sola rete televisiva o consultare solo un sito web». Quindi: «Leggere più quotidiani, possibilmente settimanali, e confrontare più fonti possibili».
Seconda regola, «non scordarsi mai di avere un atteggiamento critico nei confronti dell’informazione». Terza regola: «Utilizzare il buonsenso, la logica e la matematica», perché «gran parte delle falsificazioni sono facilmente smentibili utilizzando i più elementari ragionamenti logici o meccanismi matematici». Esempio: lo scandalo che ha travolto Petraeus, il direttore della Cia. «E’ assolutamente palese che la versione ufficiale non può essere credibile», per «l’ovvia ragione che è assurdo che il capo della Cia non si accorga che la sua mail professionale è stata “bucata” da altri», come è assurdo che «nessuno abbia riferito al presidente che il direttore della Cia forse aveva come amante una possibile spia». In altre parole: «Non è credibile che le dimissioni possano essere date per una ragione come è un adulterio occasionale. E’ invece molto più facile capire una cosa, che probabilmente c’è una guerra feroce tra Fbi e Cia, una delle tante guerre che ci sono state tra i servizi segreti e che l’Fbi ha utilizzato in qualche modo questo come strumento di pressione per nascondere probabilmente altre cose molto più importanti e molto più pesanti».
Se è convinzione diffusa che essi i servizi segreti divulghino notizie solo parzialmente vere o del tutto false, tuttavia sono molto poco note le relazioni sistematiche fra servizi e media. E’ all’indagine del loro rapporto che, procedendo ben oltre l’aneddotica, mira il libro di Giannuli: quanto sono inquinate le notizie che leggiamo o ascoltiamo ogni giorno? Quali sono gli scopi, le tecniche, le tipologie d’intervento sul mondo dei media? In che modo, poi, i servizi utilizzano le cosiddette “fonti aperte” (media tradizionali, Internet) per ottenere a loro volta informazioni? E com’è possibile, per i lettori comuni, usare gli stessi metodi per analizzare le notizie, smontando, confrontando, leggendo fra le righe articoli di giornale, notiziari televisivi, siti internet? Un libro, quello di Giannuli, che fa luce su aspetti fondamentali e del tutto trascurati della nostra vita associata, dotandoci al contempo di preziosi strumenti per “filtrare” le notizie inquinate.
(Il libro: Aldo Giannuli, “Come i servizi segreti usano i media”, Ponte alle Grazie, 236 pagine, euro 13,50).
Fonte: http://www.libreidee.org/2012/12/noi-spiati-e-depistati-come-i-servizi-segreti-usano-i-media/#more-25752
I servizi segreti hanno bisogno di giornali e tv per far passare determinati messaggi. «Il consiglio è non leggere un solo giornale, non guardare un solo canale Tv». Ma perché l’intelligence ha bisogno di usare i media? «I servizi segreti – risponde Giannuli, intervistato per il blog “Cado in piedi” – hanno bisogno di influenzare l’informazione, di utilizzare i canali informativi, per molte ragioni. In primo luogo perché serve in qualche modo far girare alcune notizie che possono risultare utili». Questo «non significa necessariamente notizie false», perché i servizi «sono indifferenti alla verità»: una notizia «può essere vera o falsa, l’importante è che sia utile a snidare un avversario o, per esempio, a produrre una rottura tra due avversari alleati tra di loro».
O, ancora, «a trovare un alleato».
Ragioni politiche molto diverse, dunque. Ma, in concreto, come fanno gli 007 a condizionare i media? «Il meccanismo classico è quello dell’infiltrato, ma è anche il meccanismo meno usato, più costoso e più rischioso», spiega Giannuli. «La cosa più importante, facile e ordinaria è lo scambio di notizie: qualsiasi giornalista è alla ricerca di scoop, e qualsiasi agente di sistema informativo è interessato a fare passare degli scoop, magari per contrastare quello di un altro». In fondo, «l’informazione è un grande suk, dove tutti scambiano tutto con tutti». E come fare per tutelarsi da questo doping informativo? «Prima regola, non leggere mai un solo media, un solo quotidiano o seguire una sola rete televisiva o consultare solo un sito web». Quindi: «Leggere più quotidiani, possibilmente settimanali, e confrontare più fonti possibili».
Seconda regola, «non scordarsi mai di avere un atteggiamento critico nei confronti dell’informazione». Terza regola: «Utilizzare il buonsenso, la logica e la matematica», perché «gran parte delle falsificazioni sono facilmente smentibili utilizzando i più elementari ragionamenti logici o meccanismi matematici». Esempio: lo scandalo che ha travolto Petraeus, il direttore della Cia. «E’ assolutamente palese che la versione ufficiale non può essere credibile», per «l’ovvia ragione che è assurdo che il capo della Cia non si accorga che la sua mail professionale è stata “bucata” da altri», come è assurdo che «nessuno abbia riferito al presidente che il direttore della Cia forse aveva come amante una possibile spia». In altre parole: «Non è credibile che le dimissioni possano essere date per una ragione come è un adulterio occasionale. E’ invece molto più facile capire una cosa, che probabilmente c’è una guerra feroce tra Fbi e Cia, una delle tante guerre che ci sono state tra i servizi segreti e che l’Fbi ha utilizzato in qualche modo questo come strumento di pressione per nascondere probabilmente altre cose molto più importanti e molto più pesanti».
Se è convinzione diffusa che essi i servizi segreti divulghino notizie solo parzialmente vere o del tutto false, tuttavia sono molto poco note le relazioni sistematiche fra servizi e media. E’ all’indagine del loro rapporto che, procedendo ben oltre l’aneddotica, mira il libro di Giannuli: quanto sono inquinate le notizie che leggiamo o ascoltiamo ogni giorno? Quali sono gli scopi, le tecniche, le tipologie d’intervento sul mondo dei media? In che modo, poi, i servizi utilizzano le cosiddette “fonti aperte” (media tradizionali, Internet) per ottenere a loro volta informazioni? E com’è possibile, per i lettori comuni, usare gli stessi metodi per analizzare le notizie, smontando, confrontando, leggendo fra le righe articoli di giornale, notiziari televisivi, siti internet? Un libro, quello di Giannuli, che fa luce su aspetti fondamentali e del tutto trascurati della nostra vita associata, dotandoci al contempo di preziosi strumenti per “filtrare” le notizie inquinate.
(Il libro: Aldo Giannuli, “Come i servizi segreti usano i media”, Ponte alle Grazie, 236 pagine, euro 13,50).
Fonte: http://www.libreidee.org/2012/12/noi-spiati-e-depistati-come-i-servizi-segreti-usano-i-media/#more-25752
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