Jean Ziegler: morire di fame nel XXI secolo
Una premessa. In genere non indico mai il prezzo di copertina di un libro, sembra di misurarlo a peso, come un chilo di patate o tre etti di pane. Il libro non è una merce. Ma in questo caso, il prezzo di un Euro ha un particolare valore storico. Nel 1989 uscì il primo dei Millelire, libretti supereconomici inventati da Marcello Baraghini di Stampa Alternativa, testi di poche pagine ma di elevato contenuto culturale oppure semplicemente provocatori (e penso all’allora celebre ed equivoco Membri di partito di Alberto Selvaggi). Si vendevano non solo in libreria ma soprattutto nelle edicole. Fu una novità che creò uno strappo nel mercato editoriale e costrinse anche i grandi editori ad inventarsi collane analoghe, senza ottenere per altro lo stesso successo dei Millelire. Tant’è che la collana di Stampa Alternativa sopravvive ancora oggi e si chiama, ovviamente, Un Euro. Il libretto uscito qualche mese fa, Il mercato della fame e la rivolta delle coscienze di Jean Ziegler, è sicuramente in linea con i canoni della collana: tema scottante (la fame nel mondo), parole di un intellettuale e sociologo di fama internazionale (lo svizzero Jean Ziegler), testo che avrebbe dovuto essere letto nel 2011 davanti alla benestante platea del Festival di Salisburgo e fare il giro del mondo ma che invece è stato epurato dagli organizzatori insieme al suo autore.
Sì, perché Ziegler avrebbe toccato argomenti troppo crudi, come la morte dei bambini nei campi profughi della Somalia, nelle bidonville del Pakistan, del Bangladesh e in altre parti del pianeta. Soprattutto avrebbe puntato il dito contro il liberismo esasperato di alcune multinazionali, responsabili della fame e delle guerre nel mondo e – principali finanziatori del Festival di Salisburgo! Ma il discorso di Ziegler, per fortuna, non venne insabbiato. Proposto all’editore austriaco Ecowin Verlag, fu pubblicato nel giro di poco tempo a un prezzo ridottissimo e riuscì a vendere ventimila copie in due settimane.
Il libretto, uscito per la prima volta in Italia nell’edizione di Stampa Alternativa, è diviso in due parti: La rivolta delle coscienze: il discorso cancellato, nella traduzione dal tedesco di Sibylle Kirchbach, che è appunto il discorso che Ziegler avrebbe dovuto tenere a Salisburgo, e Intervista a Jean Ziegler, a cura della giornalista svizzera Saraïna Gross, nella versione dal tedesco di Anna Ruchat con la collaborazione di altre traduttrici.
Sono cose risapute, la fame e le guerre nel mondo, e proprio per questo lontane, come situazioni che non ci appartengono e contro cui non possiamo fare nulla. Ma non è così. Nel suo discorso, Ziegler te le mette lì, davanti agli occhi, con cifre così impressionanti da non sembrare vere e con un realismo così drammatico e documentato per cui non possiamo più restare indifferenti: ogni cinque secondi nel mondo muore un bambino sotto i dieci anni perché non ha di che mangiare, per lo stesso motivo muoiono 37 mila persone al giorno e un miliardo vive in condizione di grave e costante sottoalimentazione. Ziegler ti parla poi della noma, la stomatite cancrenosa che colpisce le mucose della bocca nei bambini malnutriti e descrive le conseguenze con una oggettività spietata.
Eppure, secondo il resoconto della FAO, l’agricoltura così com’è, senza ulteriore sviluppo, potrebbe comodamente produrre il doppio della quantità di cibo sufficiente a sfamare l’intera popolazione del pianeta. Se ciò non avviene, è perché le multinazionali che controllano l’industria alimentare, in connubio con le banche, non hanno altro obbiettivo che aumentare sempre più i profitti. In sostanza si tratta di un’enorme speculazione finanziaria sulle materie prime alimentari. Ecco perché ogni bambino che muore di fame viene in realtà assassinato.
Non solo, l’agenzia della Nazioni Unite WPF, World Food Programme, ha visto ridurre i suoi fondi dai sei miliardi di dollari del 2008 ai 62 milioni del 2011. E questo perché i più ricchi tra i Paesi membri – Stati Uniti, Canada, Australia e i Paesi della UE – hanno dovuto dirottare tutte le disponibilità economiche in aiuto delle banche, centro e causa della bolla speculativa dell’alta finanza che ha scatenato la crisi.
Ma Ziegler sottolinea un altro aspetto importante: “Nessuno all’interno dei gruppi industriali vuole uccidere i bambini. Non si tratta di una colpa individuale o di cattiveria. Il signor Brabeck è una persona per bene ma se, in qualità di presidente della Nestlè, non otterrà utili esorbitanti, dopo un paio di mesi non sarà più il presidente della Nestlè”. Insomma, responsabile di tutto è il meccanismo assurdo innescato da quello che il sociologo e critico della globalizzazione chiama “l’oscurantismo neoliberale”. È un sistema cannibale. Chi non si adegua viene messo in disparte affinché il sistema continui a macinare guadagni. La morte di 37 mila persone al giorno, poi, non lo riguarda, è soltanto una fatalità.
A tutto questo c’è un solo rimedio: la ribellione dei Paesi poveri e la presa di coscienza dei Paesi ricchi. Gli “indignati” sono solo un segnale. Il sogno di Ziegler è che l’arte stessa – musica, teatro, poesia – porti l’uomo a superari i propri limiti, ad “aggredire le coscienze” e a far si che si rivoltino. Perché al di là dell’accumulo del denaro, c’è tutta un’umanità che soffre per colpa nostra e che non possiamo ignorare.
Romano A. Fiocchi
(Jean Ziegler, Il mercato della fame e la rivolta delle coscienze, Stampa Alternativa-Nuovi Equilibri, 2012, pagine 32, a cura di Sibylle Kirchbach e Anna Ruchat, prezzo: Euro 1,00)Fonte: http://www.tuononews.it/2013/3/20/news/Ziegler-morire-secolo-712204/detail.aspx
Commenti