Gruppo di medici contro le staminali, insorge l'Eurodeputato indipendente Morganti
Staminali, un gruppo di medici si oppone alle richieste delle famiglie di alcuni pazienti che vogliono utilizzare le staminali (in alcuni casi le hanno già utilizzate riscontrando un significativo miglioramento). 13 medici hanno definito "un attacco alle regole" il decreto Balduzzi che autorizzerebbe l'uso senza la necessità di portare la questione davanti a un giudice, caso per caso. Secondo il gruppo di medici anti-stamina l'Europa avrebbe criticato l'Italia, ma l'UE ha smentito, dopo l'interessamento dell'eurodeputato indipendente dell'ELD Claudio Morganti.
Di seguito i due comunicati:
STAMINALI, UE: MORGANTI
(ELD), UE SMENTISCE CRITICHE A ITALIA. NON SERVE
AUTORIZZAZIONE A COMMERCIO
Morganti: "Basta
polemiche, medici e luminari se ne facciano una ragione"
«"Gli Stati membri possono autorizzare l’impiego di medicinali a
base di cellule staminali anche in assenza di un’autorizzazione a porle in
commercio, a condizione che tale impiego avvenga in una struttura ospedaliera e
su base non ripetitiva". A dirlo è l'Europa, per cui medici e scienziati,
anziché continuare ad ostacolare l'uso delle staminali, inizino a prendere atto
della loro possibile efficacia e se
ne facciano una ragione».
Questo il monito
lanciato dall'eurodeputato toscano indipendente Eld Claudio Morganti dopo aver
ricevuto la risposta della Commissione europea ad una sua interrogazione
parlamentare, in cui chiedeva all'Ue se
fosse a conoscenza dell'acceso dibattito che si è creato in Italia sull'uso
delle staminali, in che modo lo giudicasse e come fosse regolamentato l'impiego
di queste cellule a livello europeo e negli altri Paesi
dell'Unione.
«Proprio pochi giorni fa -ha dichiarato Morganti- tredici
scienziati big mondiali della ricerca sulle staminali hanno invocato
l'iintervento dell'Ue sul caso italiano, contestando il decreto Balduzzi,
attualmente in discussione in Parlamento, ovvero la possibilità di praticare, in
ospedali pubblici, terapie a base di
staminali, secondo la critica "senza prove
né autorizzazione"».
«La Commissione -ha sottolineato l'europarlamentare Eld-
smentisce, di fatto, queste preoccupazioni e pur ammettendo l'assenza di
armonizzazione negli Stati membri sulle decisioni riguardanti "eventuali
autorizzazioni ad attuare terapie avanzate in assenza di un’autorizzazione a
porle in commercio", riconosce l'importanza delle staminali -ha precisato- tanto da finanziare,
con circa 12 milioni di euro, un progetto che sta sviluppando test clinici
riguardanti l’impiego di cellule mesenchimali per curare le fratture ossee che
non guariscono in maniera autonoma».
«Baste con le polemiche. Medici, ricercatori e luminari del
settore -ha concluso
Morganti- non facciano perdere altro tempo prezioso a bambini
malati, e ai loro familiari, che attraverso terapie a base di staminali possono
nutrire quella speranza che in casi come questi diventa l'unica ragione di vita sia per il paziente che per
chi gli vive accanto».
Nel mirino degli italiani Paolo Bianco, Elena Cattaneo e Michele
De Luca, insieme a 10 colleghi di Germania, Paesi Bassi, Usa e Gb sul
decreto Balduzzi in attesa di esame alla Camera
Su “Embo Journal” l’allarme di un gruppo di scienziati
internazionali: «Infrangere i paletti danneggia i malati, distrugge i
sistemi sanitari
e dissipa risorse»
e dissipa risorse»
Italia e decreto staminali: «un attacco alle regole» base della
ricerca medica, un precedente «unico nel mondo occidentale» che rischia
di varcare «il confine tra desiderio di offrire nuove cure e inganno
verso chi soffre». La nuova, pesante bacchettata al Belpaese sulla
vicenda Stamina e il Dl approvato in marzo dal Senato è pubblicato su
“Embo Journal”, rivista del gruppo Nature, e porta la firma di 13
scienziati big mondiali della ricerca sulle “cellule bambine”. Gli
italiani Paolo Bianco, Elena Cattaneo e Michele De Luca, insieme a 10
colleghi di Germania, Paesi Bassi, Usa e Gb, tornano a lanciare
l’allarme sul decreto Balduzzi in attesa di esame alla Camera. E
invocano l’aiuto dell’Ue: «L’agenzia dei medicinali Ema e l’Unione
europea - scrivono - dovrebbero analizzare attentamente e monitorare il
“caso italiano”. E intervenire, se il Parlamento italiano violasse le
regole europee e classificasse iniezioni di cellule come trapianti,
sottraendole al controllo dell’Agenzia italiana del farmaco».
Il commento, 7 pagine pubblicate online sotto il titolo “Regole sulle terapie a base di staminali sotto attacco in Europea: per chi suona la campana”, è la sesta presa di posizione della comunità scientifica globale sulle misure attuate dall’Italia sull’onda del caso Stamina. Nell’ultimo mese e mezzo dure critiche sono infatti arrivate per due volte dalla rivista Nature, altrettante dal premio Nobel per la Medicina Shinya Yamanaka, e una dal network Eurostemcell. Ora è la volta dell’Embo Journal che riassume i contenuti dell’articolo anche in una nota indirizzata alla stampa internazionale. «Il Parlamento italiano - recita l’antefatto che apre il commento - sta discutendo una nuova legge che renderebbe legale praticare negli ospedali pubblici un trattamento senza prove a base di cellule staminali, offerto da un’organizzazione privata non medica». Ma «solo regole rigorose - avvertono gli studiosi - possono assicurare il trasferimento della scienza in terapie efficaci piuttosto che in prodotti commerciali inefficaci, e allo stesso tempo marcare la sottile linea di confine tra la lotta per nuove terapie e il raggiro dei pazienti».
L’esistenza di terapie a base di staminali senza prova né autorizzazione non è un fatto nuovo, spiegano gli scienziati. «Ciò che è nuovo - precisano - è che un governo supporti simili trattamenti in Paesi in cui le regole imposte dalle autorità regolatorie sono riuscite a proteggere i pazienti da gravi rischi». Ed è in questo contesto che si inserisce «il caso italiano», la locuzione che ritorna più volte nel lungo testo del commento. «Il caso italiano - ricordano gli autori - segue due episodi simili negli Stati Uniti e uno in Germania (dove un paziente è morto), stoppati da autorevoli enti regolatori. In un caso, la persona che proponeva il trattamento è stata arrestata». Tuttavia «il caso italiano è il primo in cui, di fatto, terapie staminali senza prova possono essere somministrate legalmente, benché stoppate dalle autorità competenti». Quello italiano, incalzano i 13 studiosi, «è il primo caso in cui trattamenti con staminali senza prova vengono ufficialmente riconosciuti» e impiegati in via compassionevole «nell’ambito del servizio sanitario nazionale» pur «senza essere stati testati in rigorosi trial clinici», ma essendo «basati solo su evidenze precliniche deboli e discusse.
Questo rende il caso italiano unico e fonte di preoccupazione globale», in quanto «primo caso nel mondo occidentale in cui si apre una breccia nella barriera innalzata dalle autorità regolatorie» proprio con lo scopo di «proteggere i pazienti da possibili frodi». Al contrario, «nelle vicenda italiana i pazienti vengono indotti a credere che le regole», quelle stesse nate per difenderli, «sono contro il loro interesse» come pure lo è «la prudenza di scienziati e medici». «Trattamenti a base di cellule staminali senza razionale scientifico e non verificati, basati su metodi che non sono validati o scientificamente documentati - afferma Elena Cattaneo, direttore del Centro ricerca staminali dell’università degli Studi di Milano - non dovrebbero arrivare sui pazienti. Evitare che accada è una responsabilità specifica delle autorità sanitarie e dei governi di tutto il mondo, ai quali spetta il compito di assicurarsi che non si abusi della speranza e della fiducia dei pazienti». Invece, «infrangere le regole mina la tutela dei malati - accusano gli scienziati - e spiana la strada ad avventurieri» interessati a fare business. Non solo: «Disgrega i sistemi sanitari pubblici, distrugge gli sforzi fatti per tradurre la scienza in medicina e porta a sprecare i fondi destinati alla sanità».
Il commento, 7 pagine pubblicate online sotto il titolo “Regole sulle terapie a base di staminali sotto attacco in Europea: per chi suona la campana”, è la sesta presa di posizione della comunità scientifica globale sulle misure attuate dall’Italia sull’onda del caso Stamina. Nell’ultimo mese e mezzo dure critiche sono infatti arrivate per due volte dalla rivista Nature, altrettante dal premio Nobel per la Medicina Shinya Yamanaka, e una dal network Eurostemcell. Ora è la volta dell’Embo Journal che riassume i contenuti dell’articolo anche in una nota indirizzata alla stampa internazionale. «Il Parlamento italiano - recita l’antefatto che apre il commento - sta discutendo una nuova legge che renderebbe legale praticare negli ospedali pubblici un trattamento senza prove a base di cellule staminali, offerto da un’organizzazione privata non medica». Ma «solo regole rigorose - avvertono gli studiosi - possono assicurare il trasferimento della scienza in terapie efficaci piuttosto che in prodotti commerciali inefficaci, e allo stesso tempo marcare la sottile linea di confine tra la lotta per nuove terapie e il raggiro dei pazienti».
L’esistenza di terapie a base di staminali senza prova né autorizzazione non è un fatto nuovo, spiegano gli scienziati. «Ciò che è nuovo - precisano - è che un governo supporti simili trattamenti in Paesi in cui le regole imposte dalle autorità regolatorie sono riuscite a proteggere i pazienti da gravi rischi». Ed è in questo contesto che si inserisce «il caso italiano», la locuzione che ritorna più volte nel lungo testo del commento. «Il caso italiano - ricordano gli autori - segue due episodi simili negli Stati Uniti e uno in Germania (dove un paziente è morto), stoppati da autorevoli enti regolatori. In un caso, la persona che proponeva il trattamento è stata arrestata». Tuttavia «il caso italiano è il primo in cui, di fatto, terapie staminali senza prova possono essere somministrate legalmente, benché stoppate dalle autorità competenti». Quello italiano, incalzano i 13 studiosi, «è il primo caso in cui trattamenti con staminali senza prova vengono ufficialmente riconosciuti» e impiegati in via compassionevole «nell’ambito del servizio sanitario nazionale» pur «senza essere stati testati in rigorosi trial clinici», ma essendo «basati solo su evidenze precliniche deboli e discusse.
Questo rende il caso italiano unico e fonte di preoccupazione globale», in quanto «primo caso nel mondo occidentale in cui si apre una breccia nella barriera innalzata dalle autorità regolatorie» proprio con lo scopo di «proteggere i pazienti da possibili frodi». Al contrario, «nelle vicenda italiana i pazienti vengono indotti a credere che le regole», quelle stesse nate per difenderli, «sono contro il loro interesse» come pure lo è «la prudenza di scienziati e medici». «Trattamenti a base di cellule staminali senza razionale scientifico e non verificati, basati su metodi che non sono validati o scientificamente documentati - afferma Elena Cattaneo, direttore del Centro ricerca staminali dell’università degli Studi di Milano - non dovrebbero arrivare sui pazienti. Evitare che accada è una responsabilità specifica delle autorità sanitarie e dei governi di tutto il mondo, ai quali spetta il compito di assicurarsi che non si abusi della speranza e della fiducia dei pazienti». Invece, «infrangere le regole mina la tutela dei malati - accusano gli scienziati - e spiana la strada ad avventurieri» interessati a fare business. Non solo: «Disgrega i sistemi sanitari pubblici, distrugge gli sforzi fatti per tradurre la scienza in medicina e porta a sprecare i fondi destinati alla sanità».
Fonte: http://www.lastampa.it/2013/05/03/italia/politica/staminali-big-bacchettano-l-italia-regole-sotto-attacco-intervenga-l-ue-InjxDKnyI4CGkpCfvFv3ZI/pagina.html
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