Francia: via libera per l’introduzione dei nuovi test genetici fetali
Francia: via libera per l’introduzione dei nuovi test genetici fetali per individuare la trisomia 21. Lo scopo è quello del trattamento o della soppressione di chi ne è affetto?
Di Maria Chiara Prete
Il Ccne, oltre a dare il via libera all’introduzione dei nuovi test genetici, raccomanda di prestare attenzione anche alle varie terapie e cure che tutelino il bambino, campo nel quale la ricerca non si è mai data sufficientemente da fare. Bisognerebbe anche far capire che avere un figlio down non è una condanna o una tragedia. Il bambino affetto da tale sindrome ha lo stesso diritto di vivere che ho io, che hai tu e che abbiamo tutti.
Speriamo che la medicina si concentri di più sulla ricerca di terapie che possano garantire una buona vita al bambino invece di prestare attenzione solo a possibili altri modi di soppressione.
Ci troviamo sempre di fronte allo stesso problema “uccidere o non uccidere” come disse Jérôme Lejeune, colui che scoprì la trisomia 21. Lui lottò per la seconda ipotesi, facciamolo anche noi.
Maria Chiara Prete - collaboratrice di nocensura.com
Di Maria Chiara Prete
In Francia, a fine aprile, il Ccne
(comitato nazionale consultivo per le questioni etiche) ha permesso
al governo di introdurre nuovi test genetici fetali per individuare
la trisomia 21. Grazie a questi test sarà possibile individuare, fin
dai primi mesi di vita del feto, quelle caratteristiche proprie della
Sindrome Down. I test permetteranno di risparmiare sulle amniocentesi
( le analisi del liquido amniotico) che prevedono una spesa di circa
ventiquattromila euro l’anno visto che quasi tutte le donne incinte
vengono sottoposte a queste analisi.
La domanda sorge spontanea: i nuovi
test genetici hanno come scopo il trattamento o la soppressione di
chi ha la trisomia 21?
Da trent’anni e nel 90% dei casi i bambini che presentano la Sindrome Down vengono abortiti. I motivi sono vari: dall’impossibilità di cura per problemi economici, al non ritenere il bambino down, considerato un errore, un incidente di percorso, degno di vivere la vita. Nel 2011 l’ex presidente del Ccne, Didier Sicard, ha dichiarato:« Molti pensano che sia possibile eliminare certe malattie uccidendo i malati, nel nome del progresso della medicina. Questi non sono estremisti, sono solo persone che non pensano più e dimenticano che le persone sono esseri umani».
Da trent’anni e nel 90% dei casi i bambini che presentano la Sindrome Down vengono abortiti. I motivi sono vari: dall’impossibilità di cura per problemi economici, al non ritenere il bambino down, considerato un errore, un incidente di percorso, degno di vivere la vita. Nel 2011 l’ex presidente del Ccne, Didier Sicard, ha dichiarato:« Molti pensano che sia possibile eliminare certe malattie uccidendo i malati, nel nome del progresso della medicina. Questi non sono estremisti, sono solo persone che non pensano più e dimenticano che le persone sono esseri umani».
Il Ccne, oltre a dare il via libera all’introduzione dei nuovi test genetici, raccomanda di prestare attenzione anche alle varie terapie e cure che tutelino il bambino, campo nel quale la ricerca non si è mai data sufficientemente da fare. Bisognerebbe anche far capire che avere un figlio down non è una condanna o una tragedia. Il bambino affetto da tale sindrome ha lo stesso diritto di vivere che ho io, che hai tu e che abbiamo tutti.
Speriamo che la medicina si concentri di più sulla ricerca di terapie che possano garantire una buona vita al bambino invece di prestare attenzione solo a possibili altri modi di soppressione.
Ci troviamo sempre di fronte allo stesso problema “uccidere o non uccidere” come disse Jérôme Lejeune, colui che scoprì la trisomia 21. Lui lottò per la seconda ipotesi, facciamolo anche noi.
Maria Chiara Prete - collaboratrice di nocensura.com
Pagina FB: Maria Chiara Prete - Blog
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