La Grecia vende i suoi gioielli

L’ente incaricato ha cambiato tre presidenti in un anno
Di Francesco De Palo
Si apre un mese cruciale per le maxi-privatizzazioni in Grecia, conseguenti al memorandum lacrime e sangue imposto dalla troika che, oltre ad aver coperto la montagna di debiti con altri debiti, ha imposto una privatizzazione di massa per fare cassa. E non senza difficoltà, dal momento che l’azienda di stato (la Taiped) incaricata di vendere «i gioielli di famiglia» ellenici ha già cambiato tre presidenti in un anno.
Oltre ai colossi tedeschi e francesi, in fila ci sono cinesi, russi e gli italiani con Terna. Vediamo dunque chi è pronto a prendersi interi pezzi di Ellade, con la prospettiva di fare buoni affari.
I gruppi in vendita. All’interno del pacchetto di offerte che dovranno essere presentate entro il prossimo 17 maggio al Fondo di privatizzazione, vi sono le aziende di stato che controllano il totocalcio, il gas, venti aeroporti regionali e anche il monopolio sulle scommesse ippiche. Se non si riuscirà a raggiungere l’obiettivo di 2,6 miliardi di entrate nel 2013, il governo dovrebbe introdurre automaticamente nuove misure e altri tagli. In gara non solo il gotha dell’imprenditoria ellenica (Latsis, Melissanidis, Kokkalis, Bobola), ma anche gruppi russi come Gazprom e Sintez; cinesi come Fosun International e Avic; turchi come Koc e Dogus; e giganti europei come le francesi Vinci, Suez, Pmu. I bocconi più grossi sono Opap e Depa, ovvero le scommesse e il gas: a cui sono connesse, ad esempio, anche altre piccole aree ma dall’alto significato imprenditoriale.

Gli aeroporti regionali. Intensa è l’attività crescente intorno ai candidati per gli aeroporti regionali, con particolare attenzione al gruppo francese Vinci, ai gruppi edili Ellaktor, Gek Terna, J & P Avax, alla tedesca Fraport e ai fortissimi gruppi cinesi come Shenzhen Airport, che gestisce il quinto aeroporto più grande in Cina e che si è guadagnato il ruolo di favorito dai bookmaker.
Il doppio affare madre. Le due grandi battaglie, tuttavia, fanno capo ai due monopoli: quello del gioco d’azzardo (Opap) e del gas (Depa/Desfa), per una serie di ragioni che esulano dall’affare in sé, ma che coinvolgono i circuiti che gravitano attorno al candidato che se le aggiudicherà. Una contrattazione che, allo stato delle cose, proprio per la sensibilità del caso, è complessa e articolata. Anche perché potrebbe legarsi a doppia mandata ai giacimenti di oro presenti nel nord del paese, con il mercato interessato a strizzare l’occhio ai gruppi che sostengono la filiera aurifera. È sicuramente considerata in prima fila Emma Delta (interessi del greco George Melissanidis e del ceco Jiri Smejc), seguita dalla cinese Fosun International, mentre un’azione di disturbo è stata fatta dalla Intralot di Socratis Kokkalis, già presidente della squadra di calcio dell’Olympiacos Pireo e armatore plurimilionario.
L’Opap. In gioco restano, con meno chanches, le imprese di investimento Bc Partners (Uk) e Terzo Point (Usa). Alcuni ritengono che il loro ruolo potrebbe essere limitato per via di uno stallo possibile soprattutto sull’Opap. D’altra parte coloro che seguono da vicino la competizione, sostengono che gli investitori non hanno alcun motivo di affrettarsi, dato che il valore di Opap è basso: il suo volume di affari era stimato in 150 milioni di euro annui e più o meno a tanto corrisponderà il prezzo di vendita di questo vero e proprio affare o regalo di stato, a seconda di come la si voglia inquadrare.
Il settore del gas. Gas fa rima con Russia e gli oligarchi non potevano certo mancare: su Depa e Desfa la Gazprom dovrebbe avere il sopravvento. Ma la Sintez Leonid Lebedev, attraverso la sua controllata Negusneft, aveva offerto per entrambe 1,9 miliardi anche se il prezzo potrebbe essere ridotto per i debiti di Depa. Non è noto se intende arrivare alla fine, o se presenterà offerta finanziaria vincolante il 29 aprile, la Socar dall’Azerbaijan, il consorzio di gruppi di Vardinogiannis (altra dinastia di armatori e presidente della squadra di calcio del Panathinaikos) e il consorzio di Gek Terna con il fondo ceco Ppf.

Fonte: formiche.net - tratto da stampalibera.com

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