Grecia: che ci sta a fare ancora nell'euro?
Quanto male hanno fatto alla Grecia, quante umiliazioni. La gente muore di fame, è disperata, e tutto per far ingrassare i compagni di valuta tedeschi e olandesi. Se un Dio davvero esiste non potrà non riservare l'inferno agli attuali capi europei
Oggi sul Corriere della Sera è apparso nell'inserto La Lettura a pagina 10 (peraltro un bell'inserto) un articolo intervista fatta alla scrittrice greca Ersi Satiropoulos, vincitrice in Italia del Premio nazionale come miglior libro di racconti per il 2012 con Il sentiero delle arance. E' un articolo che mi ha particolarmente colpito ed in qualche modo commosso poiché in esso la scrittrice parla della miseria che ha colpito Atene a partire dal 2008 e ne parla come una persona che ama la sua patria e la vede calpesta, derisa, immiserita da una moneta unica e dall'avidità di pochi stati europei che pur di salvarsi hanno distrutto, raso al suolo un popolo che aveva pari diritti di quello tedesco di salvaguardare il proprio benessere. I tedeschi hanno forse più diritto dei greci a star bene?
Nell'articolo la Sotiropoulos descrive la situazione di Atene: «C'è povertà dovunque, la gente ha fame. I mendicanti non chiedono più soldi, chiedono qualcosa da mangiare. Vedi tante persone che vanno a frugare nella spazzatura. Il centro di Atene oggi è popolato di drogati, accattoni, emigrati. [...] Questo è il paesaggio della Grecia di oggi, della mia Atene, una città che continuo ad amare immensamente. [...] Una città tradita, anche da se stessa, ma soprattutto dai politici, dalla corruzione, certo, ma ancora di più dall'incompetenza. E tradita, come tutta la Grecia, dai partner europei».
Se la Grecia, come l'Italia, non avesse messo piede nell'Euro, avrebbe avuto come noi grossi problemi di corruzione, di sperpero di denaro pubblico, di politica incompetente, ma per lo meno non avrebbe avuto problemi più grossi di questi. Con l'Euro la Grecia si è creata un problema che per dimensioni sovrasta tutti quelli che aveva in precedenza, un problema che non potrà mai essere risolto se non uscendo dall'Euro. Non solo, l'Euro ha aggravato i suddetti problemi, come la corruzione che esattamente come in Italia si è moltiplicata con l'introduzione della 'sussidiarietà' voluta dall'Europa come preludio all'Euro. Eppure, come in Italia, la colpa viene attribuita ai politici spreconi, alla corruzione, al debito pubblico, alla improduttività. Mi sovviene il paragone fatto da un amico economista: «Prova a mettere uno zaino di 70 kg sulle spalle di un ragazzino, fallo correre con tutta la sua forza e vedi se sarai in grado di dirgli che è lento ed è colpa sua. Ecco, i giornali tedeschi e la signora Merkel ne sono capaci». Non è un caso se la stessa Sotiropoulos afferma che «c'è qualcosa che pesa ancora di più, al di là della crisi e della miseria: [...] è la condanna senza appello di quanti ci imputano tutta la colpa della situazione in cui ci troviamo. Agli occhi dei paesi del Nord, noi greci siamo i paria d'Europa, i ladri, i fannulloni. [...] Essere greco, per tanti, vuol dire vivere alle spalle dell'Europa».
Questa denuncia fatta non da un economista, ma da una scrittrice è segno di quando i greci stiano risollevando il capo ed abbiano capito di chi sia la colpa, contro chi puntare il dito. Alcuni miei amici che vivono fra le isole Cicladi e la periferia di Atene mi confermano quel che è la sensazione che a me giunge leggendo i quotidiani greci (ovviamente con google traduttore, ché il mio greco si riduce a poche frasi smozzicate), ossia che il dibattito interno in Grecia è oramai concentrato sulle seguenti parole: «Merkel, Hitler, Euro, tradimento, vendetta». E' quest'ultima parola a fare più temere gli intellettuali greci fra i quali la stessa Sotiropoulos secondo la quale «tutti si sentono traditi in Grecia, ma è un sentimento pericoloso. Su queste basi ha costruito il suo successo il partito xenofobo e neonazista Alba Dorata. E la cosa paradossale, nelle ultime elezioni, è stato vedere che quel partito ha ricevuto molti voti anche a Kalavrita, nel Peloponneso, e a Distomo, in Beozia, due luoghi legati al ricordo dei massacri perpetrati dai nazisti fra il dicembre del 1943 e il giugno del 1944». Il dibattito interno è fortemente contrassegnando da un'odio che sta diventando viscerale e strutturale nei confronti della Merkel, della Germania e dell'Europa, che spesso si esprime in una violenza verbale assai preoccupante, se non in violenza fisica come è già accaduto in diretta televisiva. Una situazione che è sempre più infuocata. I mezzi di informazione, soprattutto quelli direttamente controllati dal governo, cercando di non dare voce al dissenso, ma internet oramai pullula di correnti rivoluzionarie, addirittura di siti internet dove si danno chiare istruzioni su come costruire una bomba e dove collocarla in Germania. I giovani usano il termine «Merkel» in luogo di imprecazione, le piazze sono quasi quotidianamente sedi di manifestazioni, alcune delle quali con simboli e gesti da far accapponare la pelle.
E tutto questo per far ingrassare i tedeschi. Se continuano di questo passo, quando sarà ora di entrare in guerra contro i greci, i tedeschi saranno così grassi da non riuscire ad indossare neanche le divise e verranno mangiati vivi dalla fame e dal desiderio di vendetta di un popolo ferito nell'orgoglio come quello greco. Cosa pensano di fare i tedeschi, i porci comodi loro senza che nessuno si ribelli? Se proseguono di questo passo finiranno per essere rispediti a calci in culo sulle navi vichinghe da cui mille anni or sono sono giunti in Europa.
E poi i porci saremmo noi del sud. Per favore, qualcuno eviti che questa bomba esploda.
Ivlad - Fonte: ilsenecano.com - tratto da frontediliberazionedaibanchieri.it
Commenti