Poliziotti in sit-in contro mamma Aldrovandi e lei scende con la foto del figlio
Vignetta di SuperMatt |
Gli agenti protestavano per la condanna dei colleghi, riconosciuti responsabili della morte di Federico: hanno ricevuto una condanna lievissima per la morte del giovane 18enne, ma evidentemente secondo loro non dovevano proprio essere condannati...
Ci chiediamo cosa debba ancora subire questa madre, questa famiglia, dopo aver perso un figlio di 18 anni in circostanze assurde, dopo aver subito denunce e persino insulti sul web da parte dei carnefici, che pur ritenuti responsabili della morte sono stati condannati a pene irrisorie per un omicidio...
UNA SOLA PAROLA: VER-GO-GNA!!!
Staff nocensura.com
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Di seguito l'articolo unionesarda.it:
Il
Coisp ha improvvisato a Ferrara un presidio di solidarietà verso gli
agenti condannati per la morte di Federico Aldrovandi, sotto le finestre
dell'ufficio della madre Patrizia Moretti. Lei è scesa in piazza con
un'immagine del figlio morto.
Quando dalla
finestra del suo ufficio ha visto quelle bandiere e quello striscione, è
rimasta senza parole. Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi,
ha così deciso di scendere in strada, per mostrare l'immagine del figlio
massacrato, simbolo della battaglia che ha portato alla condanna
definitiva per omicidio colposo di quattro agenti di polizia. Un segno
della sua dignità, davanti a un sit-in del Coisp, sindacato delle forze
dell'ordine molto critico verso quella sentenza: quando hanno visto la
Moretti, i manifestanti si sono voltati, lasciando poco dopo la piazza
del comune di Ferrara, anche se hanno spiegato di non sapere che lei
lavorasse proprio lì. E a fine giornata l'intera aula del Senato ha
espresso solidarietà alla madre. I senatori, compresi i componenti del
Governo, si sono alzati per esprimere lo sdegno, su sollecitazione di
una senatrice Pd, per il presidio organizzato del Coisp. Tra gli
esponenti del governo che hanno battuto le mani e si sono alzati in
piedi in segno di solidarietà, anche il ministro dell'Interno
Cancellieri e l'ex capo della Polizia ora sottosegretario con delega ai
Servizi, Gianni De Gennaro. 'No, non ci saranno sanzioni, ma un giudizio
morale assolutamente negativo sì - ha detto Cancellieri - Quei
manifestanti non rappresentano la maggioranza della polizia". "Ritengo
sia un episodio doverosamente da condannare - ha aggiunto De Gennaro -.
Serve rispetto umano per una madre che ha perso un figlio. Sanzioni? Non
sono più capo della Polizia".
Il presidio, regolarmente autorizzato, era organizzato da una settimana, nel giorno del congresso regionale al quale il segretario Franco Maccari aveva invitato anche la Moretti, "per conoscersi e comprendersi". Ad animarlo circa una ventina di persone, dietro lo striscione 'La legge non è uguale per tutti. I poliziotti in carcere, i criminali a casa. Solidarietà, amicizia, speranza, affetto per Luca, Paolo, Monica, Enzo, ovvero i nomi dei colleghi condannati per la morte di Aldrovandi. Moretti, che è dipendente comunale, ha postato la foto su Facebook, commentando: 'Sono poliziotti. Sono come quei quattro?', e immediatamente il tam tam si è diffuso tra la rete e le vie della città, dove la morte di Federico rappresenta ancora una ferita aperta. Dopo aver incrociato la Moretti sulle scale, anche il sindaco Tiziano Tagliani è intervenuto per chiedere di spostare la manifestazione: "Così sembra una provocazione", ha spiegato. Ne è nato un violento litigio verbale con Maccari e l'eurodeputato Potito Salatto, in piazza con il Coisp: "Manifestazioni di questo genere non se ne faranno più, abbiamo lavorato con estrema difficoltà per recuperare un rapporto sereno tra la città e le forze di polizia", ha assicurato il primo cittadino. Patrizia Moretti è scesa accompagnata da alcune colleghe e con l'immagine di Federico, morto in un lago di sangue, che attirò l'attenzione dell'opinione pubblica sul caso: "Sapete quanto mi costa, però quando è necessario bisogna farlo. E' stata una provocazione", ha spiegato. Un'accusa respinta da Maccari: "Non sapevamo lavorasse lì. E il comportamento di Tagliani è incomprensibile, voleva forse tentare di zittirci?". Mentre nella newsletter del Coisp veniva sottolineato come "quella foto non fu ammessa al processo perché ritenuta non veritiera". La vicenda è arrivata anche sul blog di Beppe Grillo: "Solo in Italia può accadere una cosa simile". Nichi Vendola ha definito quello del Coisp "un gesto sconsiderato", mentre secondo Ilaria Cucchi, sorella di Stefano morto in carcere nel 2009, "stiamo andando oltre ogni limite, questo è stato un femminicidio morale". Il segretario del Prc Paolo Ferrero e Giovanni Paglia di Sel hanno chiesto l'intervento del Viminale, mentre Lino Aldrovandi, padre di Federico, ha commentato: "Ricordo bene la reazione di Antonio Manganelli alla parola 'sindacati'...".
Il presidio, regolarmente autorizzato, era organizzato da una settimana, nel giorno del congresso regionale al quale il segretario Franco Maccari aveva invitato anche la Moretti, "per conoscersi e comprendersi". Ad animarlo circa una ventina di persone, dietro lo striscione 'La legge non è uguale per tutti. I poliziotti in carcere, i criminali a casa. Solidarietà, amicizia, speranza, affetto per Luca, Paolo, Monica, Enzo, ovvero i nomi dei colleghi condannati per la morte di Aldrovandi. Moretti, che è dipendente comunale, ha postato la foto su Facebook, commentando: 'Sono poliziotti. Sono come quei quattro?', e immediatamente il tam tam si è diffuso tra la rete e le vie della città, dove la morte di Federico rappresenta ancora una ferita aperta. Dopo aver incrociato la Moretti sulle scale, anche il sindaco Tiziano Tagliani è intervenuto per chiedere di spostare la manifestazione: "Così sembra una provocazione", ha spiegato. Ne è nato un violento litigio verbale con Maccari e l'eurodeputato Potito Salatto, in piazza con il Coisp: "Manifestazioni di questo genere non se ne faranno più, abbiamo lavorato con estrema difficoltà per recuperare un rapporto sereno tra la città e le forze di polizia", ha assicurato il primo cittadino. Patrizia Moretti è scesa accompagnata da alcune colleghe e con l'immagine di Federico, morto in un lago di sangue, che attirò l'attenzione dell'opinione pubblica sul caso: "Sapete quanto mi costa, però quando è necessario bisogna farlo. E' stata una provocazione", ha spiegato. Un'accusa respinta da Maccari: "Non sapevamo lavorasse lì. E il comportamento di Tagliani è incomprensibile, voleva forse tentare di zittirci?". Mentre nella newsletter del Coisp veniva sottolineato come "quella foto non fu ammessa al processo perché ritenuta non veritiera". La vicenda è arrivata anche sul blog di Beppe Grillo: "Solo in Italia può accadere una cosa simile". Nichi Vendola ha definito quello del Coisp "un gesto sconsiderato", mentre secondo Ilaria Cucchi, sorella di Stefano morto in carcere nel 2009, "stiamo andando oltre ogni limite, questo è stato un femminicidio morale". Il segretario del Prc Paolo Ferrero e Giovanni Paglia di Sel hanno chiesto l'intervento del Viminale, mentre Lino Aldrovandi, padre di Federico, ha commentato: "Ricordo bene la reazione di Antonio Manganelli alla parola 'sindacati'...".
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