PAOLA MUSU: SOVRANITÀ MONETARIA O GUERRA CIVILE

“Un politico pensa alle prossime elezioni, uno statista pensa alle prossime generazioni” (Alcide De Gasperi)
L’Italia sta morendo, l’urlo prima sordo, ora disperato e sempre più forte, percorre oramai tutta la penisola.
Il tradimento della consegna della sovranità del paese in mano di “ soggetti non democratici, non trasparenti, non responsabili, banche d’affari multinazionali, shadow banks, hedge funds, agenzie di rating, fondi sovrani, organismi internazionali di regolazione non governativi…”(Bassanini),continua a sommarsi all’inerzia della politica, unica responsabile di questa consegna e oramai ulteriormente responsabile di questa condotta inesorabilmente distruttiva. Negli ultimi mesi, parecchi giovani, animati solo da un puro idealismo e molta buona volontà, in molte regioni d’Italia ed anche fuori da quella che un tempo era culla ideale e fucina di studio, ossia l’università, oramai tristemente svuotata anche di contenuti, hanno iniziato ad analizzare e diffondere i meccanismi di funzionamento della moneta, radunando gruppi di poche decine di persone, imprenditori, persone comuni, chiunque fosse interessato.
Tutta questa gente, ora, è perfettamente consapevole delle cause del disastro economico cui si assiste impotenti. Queste persone sanno che la politica e i suoi protagonisti hanno permesso tutto questo con dei precisi atti di consegna del paese nelle mani della finanza privata, ma sono anche consapevoli dell’illegittimità di quegli atti. Sanno anche, che la soluzione a tutto ciò deve essere politica e ai politici chiedono disperatamente di intervenire, pretendono risposte, nella piena consapevolezza di averne il più ampio diritto. Chiedono alla politica di essere in grado di esprimere persone capaci di scelte coraggiose, ma giuste, benché fatte in aperto contrasto al delirio neoliberista dominante, seppur decadente. Tutte queste persone, oramai, sanno perfettamente che qualunque promessa in termini di sviluppo dell’occupazione e di crescita è impossibile e vuota alle condizioni attuali, senza il recupero della propria moneta. Le scelte che attengono la vita di uno Stato attengono per definizione la “politica” e la “politica” è affare di Stato, attiene la res publica, non la res privata. In questo contesto la creazione di moneta, dato il ruolo fondamentale che la stessa riveste nell’economia, non può né essere priva di controllo alcuno, né, tantomeno, può essere consegnata in mano di privati, come è attualmente, per di più con l’ulteriore aggravante di poter diventare la nuova arma di “aggressione” tra Stati, proprio all’interno di un’area nata, nella sua proclamazione ideale, proprio per ostracizzare ogni forma di aggressione.
Il recupero di una moneta nazionale è un “dovere”, che assume anche una connotazione di obbligo morale laddove si assiste allo sconcertante fallimento di questo “esperimento”, a dir poco disastroso, dell’euro. L’esperienza della Grecia, e delle condizioni di vita in cui continua ad essere sprofondata
Per cui se la Grecia si trova nella ben nota situazione di disagio, non è, in realtà, a causa della mala gestio dei suoi governanti, ma dei crescenti ed inevitabili disavanzi delle partite correnti (eccesso di importazioni sulle esportazioni) che hanno interessato, oltre la Grecia, anche gli altri paesi periferici, come l’Italia.

Fonte: http://www.signoraggio.it/index.php/archivio-news/227-paola-musu-sovranita-monetaria-o-guerra-civile-.html
Commenti