Nutella Vegan (ricetta) + L'olio di palma, nocivo per salute e ambiente
La Nutella? Facciamocela da noi... senza olio di palma però!
Semplice, sana e allo stesso tempo golosa: è la nutella fatta in casa adatta anche ai vegani perché priva di ingredienti di origine animale e senza olio di palma. Con la ricetta che vi propongo, potete farla anche voi in pochissimi minuti.
Facile e veloce da preparare, è perfetta per una colazione sana, o un goloso spuntino pomeridiano, che farà felice grandi e piccoli. E per farla bastano pochissimi ingredienti!
Ingredienti per un barattolino da 200 ml:
- 6 cucchiai colmi di nocciole intere
- un cucchiaio e mezzo di cacao amaro
- 3 cucchiai di zucchero di canna
- 1 cucchiaio di olio extra vergine di oliva
- 4-6 cucchiai di latte di soia alla vaniglia
Preparazione:
1) Tostate le nocciole intere per 2-3 minuti in un padellino a fuoco medio, poi trasferitele nel mixer e frullatele fino a polverizzarle, aggiungete l'olio e continuate a frullare fino ad ottenere un composto quasi cremoso.
2) Unite lo zucchero di canna, il cacao amaro e frullate ancora per appena un minuto, poi unite il latte e continuate a mixare fino a quando non avrete ottenuto una crema omogenea.
Se il composto dovesse risultare troppo duro, aggiungete ancora un fio di latte, se invece risulta troppo liquido, mettete ancora 1 cucchiaio di nocciole tritate.
Se il composto dovesse risultare troppo duro, aggiungete ancora un fio di latte, se invece risulta troppo liquido, mettete ancora 1 cucchiaio di nocciole tritate.
Mettete in frigo e consumate entro una settimana! Troppo facile?
Per altre ricette: http://www.lacucinadiverdiana.it/dolci/merendine-mulino-bianco-e-kinder/
Foto e testi : Verdiana Amorosi
Fonte: http://www.greenme.it/mangiare/vegetariano-a-vegano/9175-nutella-vegan-ricetta
Avete idea circa la quantità di olio di palma contenuto nella Nutella? (olio di palma che è nocivo, sia per la salute che per l'ambiente: vedi articolo in basso, dopo i video)
Oltre al risarcimento, la Ferrero dovrà cambiare la campagna pubblicitaria americana e modificare l'etichetta per evidenziare il livello di grassi e zuccheri presenti in un barattolo
Fonte: http://youtu.be/ftvaoaU11hE
Olio di palma: perche' e' dannoso per la salute e per l'ambiente
Chi ha l'abitudine di controllare le etichette dei prodotti alimentari prima di compiere un acquisto si sarà imbattuto nella dicitura "olio di palma" oppure "olio vegetale", che, se non seguita da una ulteriore specificazione posta tra parentesi e riguardante il tipo di olio utilizzato, potrebbe nascondere proprio quest'olio di provenienza esotica e sempre meno ben visto sia dal punto di vista salutistico che ambientale.
A lasciare particolarmente sconcertati è la diffusione del suo impiego, che abbraccia non soltanto l'industria alimentare, ma anche il mondo della cosmesi, trattandosi di un olio considerato molto versatile, oltre che disponibile sul mercato a prezzi contenuti rispetto ad altri oli vegetali maggiormente pregiati. La sua presenza negli alimenti confezionati non interessa soltanto i comuni prodotti da supermercato, ma anche i cibi biologici, tra cui si possono individuare, ad esempio. fette biscottate e biscotti per la colazione. E' necessario dunque porre una particolare attenzione alle liste degli ingredienti in qualsiasi luogo si acquisti un prodotto ed a qualsiasi marchio si faccia riferimento.
L'olio di palma, nei comuni prodotti confezionati, non manca di essere utilizzato in prodotti sia dolci che salati, tra i quali è possibile individuare diversi tipi di alimenti da forno, come crackers e grissini, ma anche merendine di vario genere e biscotti, senza contare alcune delle creme spalmabili più diffuse ed alcuni tipi di margarina, oltre che alcune basi pronte fresche o surgelate per la preparazione di torte salate, pizze e focacce e differenti tipologie di pietanze precotte o prefritte.
Ciò che ci dovrebbe spingere ad evitare il consumo di prodotti contenenti olio di palma al fine di proteggere la nostra salute riguarda il suo elevato contenuto di grassi saturi, che può raggiungere anche il 50% nel caso dell'olio di palma derivato dai frutti e l'80% nell'olio di palmisto, derivato dai semi. Si tratta di oli spesso utilizzati a livello industriale per la frittura ed a livello cosmetico per la preparazione di creme, saponi e prodotti detergenti destinati alla cura della persona.
Il suo elevato contenuto di grassi saturi lo rende semi-solido a temperatura ambiente. Ciò avviene sia nel caso dell'olio di palma che dell'olio di palmisto, che viene impiegato soprattutto inpasticceria per la realizzazione di creme e farciture dolci, per le canditure e per la preparazione delle glasse. Il suo elevato contenuto di grassi saturi non è purtroppo controbilanciato da un'adeguata presenza di acidi grassi polinsaturi benefici, ritenuti in grado di tenere sotto controllo i livelli del colesterolo LDL.
L'olio di palma trova inoltre impiego al di fuori dell'industria cosmetica ed alimentare, ad esempio nella produzione di biodiesel. Il biocarburante ottenuto a partire dall'olio di palma è stato però bollato dalla U.S. Environmental Protection Agency come non ecologico, in quanto la sua produzione è causa di emissioni di anidrdide carbonica superiori a quanto consentito perché un biocarburante venga considerato realmente "pulito", oltre che per via degli ingenti costi ambientali legati alla sua produzione.
Essi sono principalmente legati alle modalità stesse di diffusione della coltivazione di palme da olio, avvenuta in maniera sempre più massiccia nel corso degli ultimi anni per via dell'esigenza del mondo industriale di avere a propria disposizione un olio a basso costo ed utilizzabile, come visto, in numerosi campi di applicazione. Alla diffusione delle piantagioni di palme da olio si oppongono da tempo associazioni ambientaliste come Greenpeace e Friends of the Earth, ben consce dei gravi danni per l'ecosistema provocati da tale pratica.
La coltivazione di palme da olio sta infatti prendendo piede sottraendo terreno a forestedal valore inestimabile, comprese antiche foreste pluviali caratterizzate dalla presenza di ecosistemi irripetibili al mondo. La preparazione del terreno per la coltivazione delle palme da olio richiederebbe interventi drastici che comprenderebbero incendi in grado di distruggere centinaia di ettari di foreste ogni anno in nome di necessità industriali sempre più incalzanti, contribuendo alla scomparsa di sempre più numerose specie vegetali ed animali, che si trovano improvvisamente deprivate del proprio habitat naturale.
La deforestazione interessa zone del mondo come la Costa d'Avorio, l'Uganda e l'Indonesia – e non solo – le cui foreste incontaminate vedono via via erosi i propri confini a causa della domanda crescente di un olio di cui il mondo potrebbe benissimo fare a meno, a favore di prodotti decisamente più salutari e sostenibili e di un'industria alimentare in grado di fornire prodotti di qualità che non si basino dunque su ingredienti pressoché scadenti dal punto di vista nutrizionale. La devastazione delle foreste pluviali provoca inoltre un grave danno alle popolazioni indigene che tuttora le abitano (contribuendo alla loro difesa e protezione), alle quali territori che esse occupano da secoli verrebbero sottratti senza remore.
Alla distruzione delle foreste indonesiane è stato dedicato un film documentario "Green the Film", della durata di quarantacinque minuti, e purtroppo privo di lieto fine, una conclusione alla quale sembrerebbe impossibile riuscire a porre rimedio, se agli interessi delle industrie che impiegano olio di palma non viene sostituita una sincera preoccupazione per le sorti del Pianeta.
Di struggere le foreste pluviali significa dire addio a dei veri e propri paradisi di biodiversitàe a dei polmoni verdi che da millenni sono correlate alla produzione dell'ossigeno necessario alla sopravvivenza di ogni forma di vita, compresa la nostra. E' probabilmente alla luce di tali considerazioni che anche nel nostro Paese è stato dato il via d una campagna per dire "Stop all'olio di palma nel nostro cibo!", alla quale è possibile prendere parte consultando questo link in cui firmare la petizione.
A cura di Marta Albè - Fonte: greenme.it
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