El País censura articolo che paragona Merkel a Hitler
Vedi anche: L'articolo sulla Merkel censurato di 'El Pais'
Il quotidiano spagnolo ha eliminato un editoriale, durissimo contro la gestione della crisi dell'Eurozona da parte della cancelliera tedesca Angela Merkel, accusata di aver "dichiarato guerra all'Europa al fine di difendere lo spazio vitale economico tedesco".
Al posto dell'articolo, nel sito online del Pais si trova ora una spiegazione della censura: "El Pais ha ritirato dal suo sito web l'articolo 'La Germania contro l'Europa', firmato da Juan Torres López e pubblicato nella sua edizione andalusa, perché conteneva affermazioni che questo quotidiano considera inappropriate". La direzione del giornale esprime rammarico per il fatto che "un errore nel dispositivo di supervisione editoriale abbia consentito la pubblicazione del materiale citato", e sottolinea che "le opinioni espresse da Torres López rappresentano solo l'autore. (TMNews)
Fonte: http://www.wallstreetitalia.com/article/1530529/crisi-sistemica/el-pa-s-censura-articolo-che-paragona-merkel-a-hitler.aspx
Commenti
http://www.twitlonger.com/show/n_1rjd7vo
L’articolo di Juan Torres censurato da El país:
“È molto significativo che abitualmente si parli di “castigo” per riferirsi alle misure che la Merkel e i suoi ministri impongono ai paesi più colpiti dalla crisi.
Dicono ai propri compatrioti che devono castigare le nostre irresponsabilità affinchè il nostro scialacquamento e i nostri debiti non li debbano pagare adesso i cittadini tedeschi. Però il ragionamento è falso perchè gli irresponsabili non sono stati i popoli ai quali adesso la Merkel si impegna a castigare, ma le banche tedesche che sta proteggendo e quelle degl’altri paesi alle quali prestarono capitali, in questo caso si che irresponsabilmente, per ottenere guadagni multimilionari.
I grandi gruppi economici europei riuscirono a stabilire un modelo di unione monetaria molto imperfetto e asimmetrico che da subito ha riprodotto e ingrandito le differenze originarie tra le economie integranti. Inoltre, grazie alla sua enorme capacità d’investimento e il gran potere dei suoi governi, le grandi compagnie dei paesi del nord riuscirono ad appropiarsi di una grande quantità di aziende, o addirittura interi settori economici, dei paesi periferici come la Spagna. Tutto ciò ha provocato grandi deficit commerciali in questi ultimi paesi e un forte surplus in Germania e in forma minore in altri paesi.
Queste circostanze misero a disposizione delle banche tedesche ingenti quantità di liquidità. Però invece di dedicarla a migliorare il mercato interno tedesco e la situazione della popolazione con un reddito più basso, la usarono (circa 704000 milioni di euro fino al 2009, secondo la Banca dei Regolamenti Internazionali ) per finanziare i debiti delle banche irlandesi, la bolla immobiliaria spagnola, l’indebitamento delle aziende greche o per speculare, facendo in modo che il debito privato nella periferia europea s’impennasse e che le banche tedesche si riempissero di attivi tossici (900000 milioni di euro nel 2009).
Allo scoppiare della crisi si risentirono gravemente però riuscirono a fare in modo che la propia insolvenza, invece di manifestarsi come il risultato della loro grande imprudenza e irresponsabilità (alla quale non si riferisce mai la Markel), si presentasse come il risultato dello scialacquaggio e del debito pubblico dei paesi alle cui banche avevano prestato i propri capitali. I tedeschi ritirarono rapidamente il proprio denaro da questi paesi, però il debito rimaneva nei bilanci delle banche debitrici. Merkel si eresse come la difensora delle banche tedesche e per aiutarle mise in atto due strategie. Una, i salvataggi, venduti come se fossero diretti a salvare i paesi, però che realmente consistono nel dare ai governi denaro sotto forma di prestiti, pagati dalla popolazione e che vengono passati alle banche nazionali affinchè queste si recuperino quanto prima per pagare i tedeschi. L’altra, impedire che la BCE tagli dalla radice gli attacchi speculativi contro i debiti dei paesi periferici affinchè, aumentando lo spread, si abbassi il costo di finanziazione per la Germania.
Merkel, come Hitler, ha dichiarato guerra al resto dell’Europa, oggi per garantirsi il suo spazio vitale economico. Ci castiga per proteggere le sue grandi aziende e banche, ma anche per nascondere al suo elettorato la vergogna di un modelo che ha fatto in modo che il livello di povertà nel suo paese sia il più alto degl’ultimi 20 anni, che il 25% dei suoi impiegati guadagni meno di 9,15 euro l’ora, o che alla metà della popolazione corrisponda, come ho detto prima, un misero 1% di tutta la ricchezza nazionale.
La tragedia è l’enorme connivenza tra i poteri finanziari paneuropei che dominano i nostri governi, e che questi, invece di difenderci con patriotismo e dignità, ci tradiscano attuando come vere e proprie comparse agl’ordini della Merkel.”