Mps/ All'Europarlamento domande sul ruolo di Draghi nella vicenda
Morganti: come ex dirigente Goldman Sachs e governatore Bankitalia
Bruxelles, 18 feb. Il presidente della Bce, Mario Draghi, è stato chiamato direttamente in causa sulla vicenda Montepaschi dalla domanda di un eurodeputato, durante un'audizione alla commissione Affari economici oggi a Bruxelles, come ex dirigente della banca d'affari Goldman Sachs (nel 2005) e come ex governatore della Banca d'Italia (nel 2007).
Durante l'audizione, Claudio Morganti - europarlamentare eletto con la Lega Nord in Toscana ma attualmente sospeso dal Partito - gli ha rivolto una domanda diretta, basandosi suelle recenti affermazioni di Alessandro Dassina, consulente di Santander durante l'operazione di vendita di Antonveneta a Mps, nel 2007. Secondo Dassina, in realtà Mps non aveva abbastanza soldi per comprare Antonveneta, e Draghi, come governatore di Bankitalia e responsabile della vigilanza bancaria, non avrebbe dovuto permettere l'acquisizione. "E' vero quel che dice Dassina, e perché allora Lei non ha bloccato l'operazione?" ha chiesto Morganti al presidente della Bce.
Durante l'audizione, Claudio Morganti - europarlamentare eletto con la Lega Nord in Toscana ma attualmente sospeso dal Partito - gli ha rivolto una domanda diretta, basandosi suelle recenti affermazioni di Alessandro Dassina, consulente di Santander durante l'operazione di vendita di Antonveneta a Mps, nel 2007. Secondo Dassina, in realtà Mps non aveva abbastanza soldi per comprare Antonveneta, e Draghi, come governatore di Bankitalia e responsabile della vigilanza bancaria, non avrebbe dovuto permettere l'acquisizione. "E' vero quel che dice Dassina, e perché allora Lei non ha bloccato l'operazione?" ha chiesto Morganti al presidente della Bce.
L'eurodeputato ha quindi ricordato che "Goldman Sachs ha avuto un ruolo importante nelle trattative per l'acquisizione di Antonveneta da parte di Montepaschi, e si era già occupata della precedente acquisizione di Antonveneta da parte della banca olandese ABN Amro, nel 2005. A quell'epoca - ha detto ancora Morganti rivolto a Draghi - Lei era in Goldman Sachs. Non le è venuto in mente - ha chiesto - che il prezzo pagato nel 2007 a Santander da parte di Montepaschi fosse sproporzionato rispetto al valore di mercato, e che nascondesse magari qualche manovra illecita?"
Draghi, calmo ma visibilmente irritato, non si è sottratto alla risposta (avrebbe potuto farlo, giudicandola fuori tema rispetto all'agenda dell'audizione). La relazione pubblicata da Bankitalia dimostra che l'istituzione di Via Nazionale "ha fatto tutto quel che doveva e in maniera appropriata", ha detto il presidente della Bce, che ha poi citato il parere preliminare della missione sul settore bancario italiano dei tecnici del Fondo monetario internazionale, secondo cui "le azioni intraprese dalla Banca d'Italia sono state tempestive e appropriate". Secondo il Fmi, "l'attività di monitoraggio su Mps è stata stretta", ha ricordato Draghi, ripetendo poi quest'aggettivo due volte, scandendo le sillabe in inglese ("close, close"). "La vigilanza - ha proseguito sempre citando il Fmi - è stata incrementata in maniera opportuna. E non dimenticate - ha concluso - che sono stato io a mandare le due ispezioni a Mps".
Alla fine dell'audizione, Morganti ha commentato: "Non sono soddisfatto della sua risposta: Draghi si è celato dietro due documenti ufficiali, ma io gli avevo fatto una domanda personale, sul suo ruolo, e non mi ha risposto". L'eurodeputato
avrebbe voluto porre una seconda domanda più generale, ma è stato zittito dalla presidente della Commissione Affari economici Sharon Bowles, che gli ha tolto la parola quando ha menzionato ancora la banca di Siena ("Per evitare che si verifichino ancora vicende come quella di Montepaschi..." stava dicendo l'eurodeputato). Morganti, in realtà, secondo quanto ha riferito più tardi, avrebbe voluto chiedere a Draghi se sia d'accordo con la proposta di tornare a separare nettamente le banche impegnate nella speculazione finanziaria da quelle che si limitano al credito alle famiglie e alle imprese, come stabiliva il Glass-Stagall act, rimasto in vigore negli Usa dagli anni '30 al 1999.
Fonte: http://www.ilmondo.it/economia/2013-02-18/mps-all-europarlamento-domande-sul-ruolo-draghi-nella-vicenda_201866.shtml#.USOJvLifXtw.facebook
Commenti
1. Il prezzo di Antonveneta poteva benissimo essere salito dal 2005 al 2008 per effetto di un'asta e per MPS poteva giustificarsi per ragioni strategiche. I prezzi delle banche come quelli delle case non sono fissi e assoluti: dipendono dalle condizioni di mercato. Molti all'epoca lo giudicarono un investimento vitale per espandere MPS.
2. Per le regole della vigilanza prudenziale (normativa vigente), Bankitalia non deve essere dirigista: non si deve ingerire sui prezzi o sulle scelte strategiche delle banche. Deve invece verificare che chi compra abbia i mezzi per farlo. Per questo Bankitalia ha imposto un aumento di capitale a MSP nel 2008, prima di dare il via libera all'acquisto (come di legge nel pdf al link). E su una delle componenti, il Fresh 2008, è stata ingannata: le hanno nascosto la sua vera natura. Questa è una delle ragioni per cui il vecchio management di MPS è accusato di ostacolo alla vigilanza. Banca d'Italia non può mettersi a fare intercettazioni o sequestri: non è la magistratura, si deve basare sui documenti che le presentano.