Censura del web in arrivo?
Ora che siamo tutti iscritti ai social, anche grazie alla libertà di espressione hanno consentito fino ad oggi, arriva la CENSURA! Dopo tanti tentativi di censura da parte della politica rispediti al mittente dai cittadini - perché censurare avrebbe fatto perdere troppi consensi ai vari governi - la CENSURA potrebbe arrivare dall'Antitrust, ovvero l' Autorità garante della concorrenza e del mercato , nota anche come AGCM (da non confondere con AGCOM) tra l'altro il momento è proprizio perché al governo non c'è più Matteo Renzi ma il buon Renziloni , controfigura di Renzi messo li per mettere la faccia su quelle misure che per l'ex sindaco di Firenze sarebbero state sconvenienti , dai miliardi da sborsare per le banche allo sdoganamento della censura del web. Renzi è tornato a casa, a farsi riprendere mentre fa la spesa come un comune cittadino, e grazie alla propaganda tornerà in sella presto. Ma torniamo alla questione censura. Con la scusa di contrastare no
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La Corte dei Conti ha in sostanza statuito che gli enti devono far causa alle banche per il recupero dei danni da derivati. È cioè finalmente giunta (lento pede) a ravvisare la responsabilità civile e penale degli amministratori ove non agiscano. Aggiunge la Corte che gli enti possono contare sulle notevoli aperture sia dei giudici ordinari che dei giudici amministrativi. Va però detto che è proprio per la totale mancanza di apertura della magistratura verso le cause dei cittadini (una lotta che personalmente mi impegna da 33 anni) che le banche hanno potuto fare e fanno quel che vogliono, non solo nel campo dei derivati, ma soprattutto nei conti correnti affidati (anatocismo, commissioni di massimo scoperto, accredito differito dei versamenti eccetera), oltre che nei mutui. La cifra dei derivati (160 miliardi) è cioè nulla rispetto alla cifra di cui le banche si sono indebitamente appropriate nei fidi sui conti correnti. Basti pensare che, ogni 100.000 euro, i correntisti affidati hanno pagato, per anatocismo (addebito trimestrale dei tassi passivi), 204.000 euro in più di quanto avrebbero pagato se gli interessi fossero stati addebitati annualmente. Ancor oggi noi avvocati dobbiamo subire l'orientamento (incredibile) della magistratura, secondo la quale l'anatocismo è legittimo se viene applicato sia all'attivo che al passivo, trascurando però che, mentre al passivo i (veri) tassi medi sono stati del 13,8%, all'attivo hanno percentuali da prefisso telefonico. Senza contare che si è fatta sfuggire (la magistratura) che chi è affidato non ha di norma saldi attivi sui cui applicare alcun tasso. Alfonso Luigi Marra