L'ex parroco di Brodano condannato per omicidio esce dal carcere dopo tre anni
Don Giorgio Panini |
Don Giorgio Panini è uscito dal carcere: a poco meno di tre anni dall’omicidio del quale è accusato ed è stato giudicato responsabile in secondo grado, è stato accolto il ricorso della difesa e la Corte d'assise d'appello ha alleviato la misura cautelare nei confronti del sacerdote modenese. Contro questo provvedimento la Procura generale ha presentato un’istanza al Riesame, così come la stessa Pg di Bologna ha avanzato ricorso in Cassazione avverso alla sentenza pronunciata a inizio giugno sempre dalla Corte d’assise d’appello che, in buona sostanza, aveva dimezzato la pena del primo grado. Sono queste le due notizie trapelate nei giorni scorsi sul caso giudiziario che riguarda l’ex sacerdote di Brodano di Vignola accusato dei tragici fatti di sangue avvenuti della notte del 23 dicembre 2009: l’omicidio dell’amico Sergio Manfredini e il ferimento della moglie Paola Bergamini nella loro casa di via Cascinetto due ponti, a Campiglio.
L’istanza al RiesameLa settimana scorsa don Giorgio Panini, 60 anni compiuti il 17 novembre, ha lasciato il carcere, nel quale si trovava dal 19 gennaio 2010. Assistito dagli avvocati Domenico Giovanardi del foro di Modena e Antonio Sarzi Amadé di Reggio Emilia, è stata accolta dalla Corte d'assise d'appello l’istanza di «liberazione» che lo ha portato ai domiciliari: per la difesa è un’altra vittoria dopo il dimezzamento della pena in Appello rispetto alla sentenza di primo grado. A fare la differenza per ottenere l’attenuazione della misura cautelare per il sacerdote, sospeso dalla Diocesi, è stata la buona condotta dimostrata nella casa circondariale di Sant’Anna che ha consentito di ottenere i primi benefici di legge. E indirettamente ha pesato anche, va da sé, il pronunciamento dei giudici di secondo grado che hanno riconosciuto il pentimento dimostrato a numerose riprese dal prete per le vicende che gli sono addebitate.La Procura generale ha tuttavia presentato un’istanza di ricorso contro gli arresti domiciliari: attraverso il titolare del fascicolo - il magistrato Alberto Candi - è stato depositato l’appello al Tribunale della libertà. Il Riesame, che si trova a Bologna, dovrebbe esprimersi sulla questione esattamente tra dieci giorni. Già venerdì 28 dicembre, insomma, si deciderà se l’imputato potrà continuare a scontare la pena ai domiciliari o se viceversa dovrà ritornare, almeno temporaneamente, in carcere.
Il ricorso in Cassazione
Il secondo ricorso della Procura generale, senza dubbio il più importante, è quello sulla sentenza del secondo grado. Mercoledì 6 giugno la Corte d’assise d’appello si era infatti pronunciata dopo il ricorso presentato dai legali di don Panini: in camera di consiglio i giudici bolognesi avevano stabilito che dovesse essere quasi dimezzata la pena che il sacerdote deve scontare. La condanna era stata ridotta quasi del 50%: se in primo grado a Modena, il 19 luglio dell’anno scorso, il gup Domenico Truppa aveva pronunciato una pena di 20 anni (ridotti da 30 in virtù del calo di un terzo della pena conseguente alla scelta del rito abbreviato), la Corte d’assise d’appello aveva inflitto 10 anni e 8 mesi. Una riduzione importante, stante la mancata premeditazione, dovuta da una parte alla prevalenza data alle attenuanti generiche e al danno risarcito (un milione di euro destinato alla famiglia della vittima) rispetto alle aggravanti; dall’altra il fatto che fosse stata derubricata da tentato omicidio a lesioni volontarie l’aggressione di don Giorgio verso Paola, accoltellata alla gola.
La sentenza di giugno era stata dunque una vittoria per i legali di don Giorgio - che, presente in aula, era scoppiato a piangere - se si valuta che in primo grado la Procura di Modena (titolare del fascicolo, il sostituto Maria Angela Sighicelli) aveva domandato l’ergastolo. Secondo il giudice di Modena, il movente era stato passionale; la Procura generale aveva chiesto la conferma del primo grado e i difensori che venisse riconosciuto del vizio parziale di mente oppure il reato derubricato (ottenuta). Dopo la lettura del dispositivo era stata necessaria una quarantina di giorni per depositare le motivazioni. Una volta note, la Pg bolognese ha deciso di appellarsi appunto alla Corte suprema di Cassazione. Il ricorso ai giudici di legittimità è stato notificato nelle scorse settimane e la tesi dell’accusa verte su tre punti: il calcolo della pena, presunte contraddizioni nella sentenza e i dubbi sulla derubricazione dal reato legato al ferimento della signora Bergamini.
La vicenda dovrebbe approdare al «palazzaccio» romano nella primavera del 2013: i giudici della Cassazione potrebbero rigettare il ricorso della Procura generale bolognese, confermando così il pronunciamento della Corte d’assise d’appello e rendendo definitiva la sentenza; oppure accogliere le richieste del pm e riaprire, di fatto, il processo.
Fonte: http://www.lanuovaprimapagina.it/news/provincia/1074/Don-Panini-gli-arresti-domiciliari.html#.UOTTreTK7nh
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