L'Associazione dei Filomati
Il presidente dei Filomati, Danilo Campanella |
La persecuzione ai filomati: un capitolo ancora irrisolto
Di Massimo Zara.
Si parla spesso di Eccidio degli Armeni, diaspora e Olocausto degli ebrei, e a ragione. Nel corso della storia dell’uomo ci sono state persecuzioni a danno di una etnia o di una religione, ma mai ci aspetteremmo di persecuzioni contro “amanti della conoscenza” o, meglio, “desiderosi di apprendimento”. E’ questo il termine con cui si designano i philomatès (philos, amore e mathema, apprendimento) la cui storia affonda le radici nel neoplatonismo grecizzante alessandrino. La storia e la tradizione filomatica ) può essere ricondotta alla filosofia neoplatonica del V secolo d.C. e alla figura di Ipazia di Alessandria passando per la scuola filosofica di Atene. La fondatrice storica di questo movimento, o meglio, la fondatrice ideologica a cui il movimento dei filomati si rifà, Ipazia, è colei che costituì una classe di liberi pensatori, all’interno dell’Accademia di Alessandria in Egitto, che dovevano per principio sentirsi come fratelli, anche se di cultura o religione differente. Cristiani, ebrei, greci e gnostici erano uniti sotto la guida della “amorevole maestra” (scolarca), arrivando a ricoprire alti incarichi nella vita pubblica (rabbini, vescovi, prefetti, funzionari, professori…) fino a quando il metodo di Ipazia venne bollato come pericoloso (si veda il caso antecedente, Socrate!) e lei fu rapita, squartata e uccisa. Il suo discepoli Filone (philone!) portò avanti il metodo di amore per l’apprendimento phi-lomatico: solo le persone competenti possono aspirare alle cariche pubbliche, e i politici debbono aspirare a una cosa sola: l’amore per la scienza!
Nel corso dei secoli i philomates saranno protagonisti di altre persecuzioni:
a Chicago, durante il periodo della Comune, ebbero un ruolo rilevante nella difesa della libertà di espressione, come ci narra Jack London nel libro Il tallone di ferro (ed erano quello che per noi oggi potrebbero essere i “pirati” del Partito Pirata). Nella Comune di Chicago cercavano di aiutare perseguitati politici con la guida filosofica e l’appoggio pratica, instaurando tavoli di confronto e di dibattito, organizzando la protezione fisica degli operai-socialisti.
Molti filomati nel mondo, in diverse epoche, sono stati trucidati per le loro idee liberali e per il loro sforzo nel propagandare il primato della cultura sulla politica e sul dogmatismo.
In Polonia, invece, i filomati si unirono alla causa della popolazione che vedeva con eccessiva ingerenza il “paterno abbraccio Russo”. La Russia, quando invase la Polonia, proibì ogni forma di associazione, e i filomati polacchi dovettero unirsi in una associazione segreta, in cui parteciparono professori universitari, studenti, e sacerdoti, soprattutto cappellani universitari ortodossi. A decine vennero fucilati dalla polizia nelle pubbliche piazze, perché scoperti a stampare e distribuire volantini inneggianti ai filosofi, alla libera cultura, con una sola parola “libertà!”
In Italia, invece, La Reale Accademia dei Filomati di Lucca venne fondata ufficialmente il 9 gennaio 1826, e raccolse cultori del sapere fino al 1857 anno in cui le adunanze pubbliche ebbero fine. La sede filomatica, il teatro regio, venne distrutta da un incendio. Messo all’asta, il teatro fu comprato dall’Accademia dei Rinnovati. Per riacquisire il teatro l’Accademia dei Filomati dovette fondersi con quella dei Rinnovati. Il teatro dei Rinnovati, nonostante tutto, venne donato al comune, probabilmente per debiti economici, nel 1935.
Oggi i filomati continuano il loro lavoro, e la loro base operativa, a Roma, è sede di un alacre lavoro internazionale.
La percezione dei fondatori, (confermata attraverso gli incontri preliminari del 2003 con un’altra associazione chiamata Accademia dei Filomati ) condusse due anni dopo alla costituzione vera e propria dell’associazione denominata prima “Associazione Italiana Filomati”, e poi “Associazione Filomati”) fu quella che la discussione, tra persone di diversa estrazione e competenza professionale, ma di omogeneo livello di responsabilità, potesse più efficacemente contribuire a migliorare la conoscenza dei problemi comuni attraverso lo studio e la discussione per individuarne soluzioni nuove. Un secondo punto condiviso dai fondatori e tuttora fondamentale nello spirito che sta alla base dell’attività dell’AF (Associazione Filomati, o Philomates Association) è la profonda convinzione che la via prioritaria per risolvere i problemi del mondo risiede nelle buone relazioni internazionali, nel buon funzionamento degli organismi multilaterali, e nei cosiddetti “corpi intermedi” dello Stato. Ancora oggi i filomati devono districarsi in mezzo ai “molti lupi travestiti da pecora” che tentano di distruggere il lavoro di secoli di attività. I sanguinosi attentati che sono stati perpetrati alla vita di questa organizzazione, nel corso del tempo, sono a dimostrazione che il pensiero tende sempre a essere “veicolato” dai poteri forti, e coloro che, invece, vogliono riportare le informazioni fedelmente, cosi come sono, vengono sempre contrastati. Ma fino a quando? Spesso viene detto, giustamente “nessuno tocchi Caino”. Ma chi si accollerà la responsabilità di difendere Abele?
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