La moneta? Un bene comune, tranne che nell’Eurozona

di Giorgio Cattaneo
È un particolare curioso del dibattito in Francia: mentre i Paesi anglosassoni, per combattere la crisi, discutono apertamente e serenamente di monetizzazione per lottare contro la crisi, in Francia questo resta un tabù, malgrado le quantità colossali di monetizzazione realizzate in favore delle banche. Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, come riferisce un lungo e appassionato saggio dell’“Economist”, si può dibattere in merito alla monetizzazione con calma. È così che il settimanale inglese pone la questione del bisogno di una nuova ondata di “Quantitative Easing” (Qe) a sostegno di una crescita solida.
La Banca d’Inghilterra ha appena aumentato il suo programma da 50 miliardi a 375 miliardi di sterline – a partire dall’inizio della crisi – ossia circa il 5% del Pil per ogni anno.
Negli Stati Uniti, gli economisti si chiedono se la Fed dovrà mettere in pratica un nuovo programma, dopo i due piani di Qe e l’operazione “Twist” di fine 2011 (vendita di titoli a breve termine per acquistare titoli a lungo termine). La conclusione dell’“Economist” è che ciò sia necessario a causa della debole crescita ma che dovrà accompagnarsi a un innalzamento temporaneo dell’inflazione programmata (fino al 3%, che resta moderata), per assicurare una migliore efficacia della misura di Qe. Le due principali banche anglosassoni hanno ricomprato titoli del debito sovrano dei rispettivi Paesi, facendo così fare un doppio risparmio al Tesoro, attraverso riduzione dei tassi e l’autofinanziamento. All’opposto, in Europa, la quasi totalità della monetizzazione creata dalla Bce è stata fatta a esclusivo profitto delle banche, che in questa maniera risultano rifinanziate.
Solo 200 miliardi di titoli del debito sovrano sono stati riscattati l’estate scorsa per calmare la crisi di allora. Per contro, mille miliardi sono stati prestati alle banche all’inizio dell’anno, in aggiunta ai grossi programmi di rifinanziamento che hanno fatto gonfiare il bilancio della Bce. In breve, la creazione di moneta da parte della Bce avviene a vantaggio quasi esclusivo delle banche, che la Bce rifinanzia quasi senza limiti, mentre la Banca d’Inghilterra e la Fed utilizzano la maggior parte dei fondi così creati per riscattare i debiti sovrani, avvantaggiando in tal modo la collettività, alla quale il debito costa di meno.

Meglio, in un simile contesto, la monetizzazione può non essere inflazionista poiché non fa che contrastare gli effetti deflazionisti che risultano dalla riduzione del debito degli attori privati. La monetizzazione è oggi necessaria in Europa per evitare che la depressione si estenda dalla Grecia alla Spagna e all’Italia, contaminando l’Europa nel suo insieme. E occorre riservarla essenzialmente agli Stati. Ma è difficilissimo organizzarla sulla scala di diversi Paesi.
(Laurent Pinsolle, “Il bisogno di monetizzare”, dal blog “Gaulliste Libre”, tradotto e ripreso da “Megachip) Fonte: libreidee - tratto da http://pas-fermiamolebanche.blogspot.it/2012/12/la-creazione-di-moneta-vantaggio-delle.html
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