Argentina. Bloccati gli avvoltoi, ma gli speculatori ancora volteggiano

Di Claudio Tognonato

La Corte d'Appello di New York ha accolto l'appello del governo argentino contro la sentenza del giudice Thomas Griesa che aveva chiesto il pagamento immediato dei titoli argentini in default dal 2001. Il provvedimento che è stato sospeso chiedeva di corrispondere ai fondi avvoltoio il cento per cento dei loro titoli, più gli interessi accumulati, tassativamente entro il 15 dicembre prossimo. I fondi avvoltoio rappresentano il nucleo duro dell'economia finanziaria, la loro specialità: giocare d'azzardo in situazioni di crisi o fallimentari. Questi settori vogliono punire l'Argentina che dal 2001 porta avanti politiche contrarie ai consigli del Fondo Monetario Internazionale e al cosiddetto Consenso di Washington che continua ancora oggi a proporre le stesse ricette che hanno portato l'Argentina alla bancarotta. Dopo la crisi del 2001 e per un decennio l'Argentina ha registrato una crescita media intorno al 8% annuo, collocandosi tra i primi paesi emergenti. Il governo ha promosso una raffica di misure nel campo delle politiche sociali, milioni di disoccupati hanno trovato lavoro, mentre lo Stato si è ripreso alcune aziende strategiche precedentemente privatizzati. Il governo ha messo freno alla speculazione finanziaria ed è stata creata un agenzia di esperti per controbattere le graduatorie stilate dalle agenzie di rating che continuano a declassare il paese. Insomma, l'Argentina è un cattivo esempio. I vertici della finanza globale non vedono di buon occhio il successo delle politiche antiliberiste. Questi settori vogliono l'egemonia globale e puntano al fallimento di ogni fede alternativa alla bibbia neoliberista.
La decisione della Corte d'Appello di New York di sospendere il pagamento di 1,33 miliardi di dollari ai fondi speculativi, ha sorpreso positivamente per la sua velocità, ma non risolve la questione, che è stata rimandata al 27 febbraio 2013. A partire da quella data i giudici dovranno pronunciarsi nel merito della questione. La sospensione della sentenza evita la possibilità che l'Argentina entri in un assurdo «default tecnico» in quanto proprio il 15 dicembre erano anche in scadenza i titoli del 93% dei creditori che avevano accettato i termini della ristrutturazione del governo argentino. La sentenza del giudice Griesa aveva stabilito che il mancato pagamento ai fondi avvoltoio avrebbe bloccato i pagamenti degli altri 93% di titoli in scadenza. Ora l'Argentina ha 90 giorni per contrastare la sentenza del giudice di New York. Un'altra dura battaglia contro i fondi avvoltoio la sta portando avanti l'Argentina nel Tribunale del Mare di Amburgo, dopo che il 2 ottobre la magistratura del Ghana ha accolto una richiesta dei fondi avvoltoio e chiesto il sequestro della sua nave ammiraglia, la Fragata Libertad . Proprio pochi giorni fa i rappresentanti dell'Argentina hanno accusato il governo del Ghana di violazione delle norme di diritto internazionale che stabiliscono l'immunità delle navi da guerra. Queste controversie portano alla luce la pericolosa voracità di questi avvoltoi, le loro connivenze ai vertici delle corporazioni, dell'alta finanza e della magistratura in ogni parte del mondo. Attraverso queste manovre riescono a calpestare la sovranità degli stati, colpire paesi e distruggere le loro economie.


Fonte: http://www.ilmanifesto.it/area-abbonati/in-edicola/manip2n1/20121202/manip2pg/06/manip2pz/332597/

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