Per alimentare l'intero web ci vogliono 30 centrali nucleari
La rete e l'universo invisibile che la rende possibile, decine di migliaia di datacenter sparsi in tutto il mondo che ospitano i milioni di server da cui passano, sotto forma di bit, l'informazione innescata da ogni nostro clic sul web, è molto meno eco-compatibile di quanto si pensi.
Come ha accertato un'inchiesta durata un anno del New York Times il 90% dell'energia succhiata dalle strutture del web viene sprecata e si parla di qualcosa come 30 miliardi di watt l'anno, l'equivalente di 30 centrali nucleari. Questo perché i server vengono sempre tenuti al massimo della loro capacità - anche quando non servirebbe - per scongiurare che il sistema non risponda nel caso di un carico improvviso di contatti.
In particolare solo tra il 6 ed al massimo il 12% dell'elettricità consumata viene, ad esempio, effettivamente impiegata per effettuare per “muovere” dati. Il resto serve, tra l'altro, per raffreddare i server, che come tutti i computer, generano un immenso calore, anch'esso inutilmente.
Altro elemento non amico dell'ambiente sono i generatori diesel di emergenza, che entrano in funzione in caso di black-out e le sterminate fila di batterie - molto simili a quelli delle nostre auto - che garantiscono la sopravvivenza dei dati in caso di malfunzionamento anche dei generatori. Il Nyt rivela che molte icone del web sono finite nei guai con le autorità Usa per la tutela dell'ambiente per violazioni delle regole per la qualità dell'aria. Tra queste Amazon: il negozio virtuale globale ha commesso 24 violazioni negli ultimi tre anni in Virginia, tra cui far marciare i propri generatori senza alcun permesso.
Tra i più verdi Facebook e Google che usando software interno e sistemi di raffreddamento hanno ridotto di molto i loro consumi. Malgrado ciò i “data centers” di Mountain View consumano circa 300 milioni di watt e quelli della creatura di Marck Zuckerberg, 60 milioni. Ma oltre ai server per far girare le informazioni per la rete ci sono i “data storage center”, ossia quei centri dove vengono immagazzinati cifre inimmaginabili di dati.
Se si pensa che in un solo giorno Wall Street genera dati da archiviare per 2.000 GB (un cd musicale, per fare un esempio, contiene in media 0,750 GB), in un anno debbono essere conservati su server - che come gli altri consumano energia per funzionare e debbono essere raffreddati usando altra elettricità - oltre 1.800.000 miliardi di GB. A scriverla si tratta di un milione e ottocentomila miliardi di GB.
Fonte: AGI - tratto da ecplanet.com
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