Mario Draghi ha promesso la Luna...
Solo Mario Draghi della BCE può evitare il disastro globale prima della fine dell'anno.
Speriamo che, questa settimana, il Consiglio della Banca Centrale Europea riesca a mantenere le sue promesse. Altrimenti già a agosto, o subito dopo, la crisi sfuggirà di mano.
Abbiamo superato il punto in cui il taglio di un quarto di punto del tasso di interessi non solo non riesce a ottenere niente ma non serve nemmeno un nuovo ciclo di acquisti di obbligazioni"temporanee e limitate" - per usare il linguaggio autodistruttivo che Draghi è costretto a usare.
L'unico problema che conta in questa fase tardiva è se la Germania sia disposta a lasciare che la BCE assuma le responsabilità che competono ad una banca centrale globale, dopo due anni di titubanze ideologiche, in cui non si è voluto assumere nessun rischio per allontanare un possibile default sovrano in Spagna e in Italia - cosa che potrebbe fare abbastanza facilmente se si smettesse di fare politica e si cominciasse ad obbedire alla "stabilità finanziaria", come previsto dalla clausola (articolo 127) del Trattato di Lisbona.
Vale a dire, se gli Stati latini sono disposti a chiamare a raccolta il loro potere di maggioranza sul consiglio della BCE per forzare un cambiamento nella politica contro l‘opposizione tedesca, o se debbano abbandonarsi, uno a uno, in una serie di disastri come accadde nel 1931, quando si dovette mettere fine al sistema Gold Standard.
Non fermare una vera e propria debacle del debito in Spagna e in Italia in questo delicato frangente - con Cina, India e Brasile ormai nella morsa di una crisi del credito e gli Stati Uniti che veleggiano su una fresca recessione ma che rischiano di sbattere contro la "scogliera fiscale" - significherebbe far sbandare l'intero sistema globale, innescando una spirale viziosa come quella che ha causato l'ultimo caos alla fine del 2008.
All'articolo IV della sua relazione, il Fondo Monetario Internazionale osserva che " ..... la crisi dell'area dell'euro ha raggiunto un nuovo stadio critico ... tanto da sollevare dubbi sulla sostenibilità della stessa Unione Monetaria. Le distanze tra le banche nazionali e l'economia reale sono più forti che mai".
Il sistema interbancario ed "il canale di trasmissione monetaria" sono entrati entrambi in confusione. Hanno chiesto di stampare una valanga di denaro - "pre-annunciata" in quantità "sufficiente" - per scongiurare un "debito-deflazione a spirale"in tutto il Club Med.
La prognosi per la Spagna diventa più preoccupante con ogni rapporto che prevede che la recessione macini fino al 2014, con una disoccupazione già 24,6 % e al 53 % tra i giovani mentre in Andalusia è al 34 %. Per affondare ancora di più il coltello nella piaga, il sostegno alla disoccupazione sta per essere tagliato.
Nessuno sa dove potrà arrivare il rigetto della politica, ma il soffocamento monetario e fiscale ha già tolto il respiro a Barcellona e a Madrid, visto che i catalani, benché la loro economia abbia finanziato il resto del paese, sono stati costretti dalle perversioni del sistema fiscale spagnolo a chiedere un "salvataggio".
Il Presidente della Catalogna Artur Mas, durante il fine settimana , ha ammonito che l' "intera nazione catalana" si ribellerà se Madrid cercherà di sfruttare gli eventi per recuperare poteri sull’autonomia regionale. Ci stiamo muovendo in acque molto pericolose.
Jacques Cailloux di Nomura, ha detto che Draghi potrebbe, in teoria, annunciare che la BCE metterebbe un tetto ai rendimenti dei titoli italiani e spagnoli al 3 % per difendere il livello "ad ogni costo", proprio come ha promesso di fare anche la Banca Nazionale Svizzera, con un intervento illimitato per tenere costante il valore del franco contro lo tsunami di denaro in fuga da Euro-landia. Ma questo "equivarrebbe a un prestito obbligazionario sotto mentite spoglie" e correre direttamente verso un picchetto tedesco.Qui sta il problema.
Né c’ è nessuna possibilità plausibile di concedere una licenza bancaria per il nuovo fondo di salvataggio (ESM) - vale a dire un mega-salvataggio dalla porta di servizio. La BCE ha già emesso un parere legale mettendoci sopra una pietra tombale. Sarebbe necessario un nuovo trattato UE per conferire il potere di prestito della ESM oltre i € 500 miliardi, con la ratifica fresca del Bundestag. Lasciamo perdere.
Draghi potrebbe tentare di ravvivare il fuoco della sua legna umida ( da mille miliardi di euro) facendo prestiti lampo alle banche, ma i suoi ultimi sforzi in questo senso, alla fine, hanno aiutato i fondi tossici : si è creato un nesso ancora più intricato tra banche paralizzate e stati che si spingono a vicenda verso il baratro, e un numero sconosciuto di istituti di credito spagnoli e italiani che stanno annegando in un mare di titoli, svalutati, di un debito sovrano acquistato con il denaro della BCE durante un primo momento di euforia.
Può provare a pulire bene la canna ma quel bazooka non spara più.
I mercati sembrano convinti che la Cancelliera Angela Merkel abbia dato via libera a Draghi per un'azione radicale con il suo ultimo voto per salvare l'euro, e in particolare il suo invito a tutte le istituzioni dell'UE ad "adempiere i loro doveri".
Si potrebbe anche concludere che il suo assenso usa-e-getta dato prima di partire per Bayreuth e per le Alpi, significa che non è cambiato quasi niente. Quindi che Draghi poteva anche prepararsi per qualche altra sciocca mezza misura.
Gli acquisti fatti dalla BCE di obbligazioni irlandesi, greche, portoghesi, spagnole e italiane sono stati un caso da manuale su come non procedere, violando tutti i punti della "Dottrina Powell" ( Nota 1) con una forza schiacciante, ma troppo timida per far calare i rendimenti per il rischio di default a lungo termine e abbastanza forte per far scappare gli investitori privati dalla scala del credito.
Poi ci sono questioni secondarie, come i fondi pensione (il vostro e il mio) e la Grecia l’ha imparato a proprie spese quando gli organi dell'UE hanno rifiutato di condividere le sofferenze provocate dal default. Tutti gli altri investitori privati sono stati costretti ad assorbire tutte le perdite Europee, allo stesso modo dei greci, con un “haircut" del 75 %. E’ stato un furto, si potrebbe dire, e di solito i ladri rubano di nuovo.
A meno che Draghi acquisti titoli massicciamente, si limiterà ad accelerare la fuga di capitali - già cominciata a € 50 miliardi o al 5 % del PIL della Spagna, secondo dati del Credit Suisse.
Più o meno la stessa logica vale per il presunto salvataggio della Spagna da parte del fondo di salvataggio vecchio (EFSF) - negato, in ogni caso sia da Madrid che da Berlino - dal momento che i mercati non credono alle garanzie che il fondo torni al suo vecchio status quando tutti cominceranno a spingere.
Una volta che si comincerà a salvare la Spagna, l’escalation dovrà inevitabilmente correre verso i € 400 miliardi per compensare la "brusca frenata" dei finanziamenti privati, e una volta cominciato, tirerà sicuramente dentro al calderone anche l'Italia .
Nomura dice che le esigenze combinate per un intervento su Spagna e Italia sono di €. 1.100 miliardi in tre anni. Denaro che non esiste. Qualsiasi tentativo di raccogliere queste somme sul mercato farebbe capire che è tutto un bluff per coprire un piano di salvataggio.
Mr Cailloux ritiene che i due paesi richiederanno azioni di salvataggio "entro poche settimane". Willem Buiter, di Citigroup, ha detto che entro la fine dell'anno entrambi i paesi dovranno essere salvati da Troika - UE - FMI.
Se così sarà , prepariamoci a problemi più grandi, perché richieste di questa portata spingerebbero Germania, Olanda e Finlandia a un punto di rottura. Solo la BCE ha la potenza di fuoco e la velocità per fermare una catastrofica replica del 1931, prima della fine dell'anno.
Draghi ha gettato il guanto di sfida la scorsa settimana. "Gli interventi arriveranno - ha promesso - e credetemi e saranno sufficienti".
Questo ce lo dirà la storia, Signore.
Nota 1: http://www.repubblica.it/economia/2012/06/10/news/angela_e_la_dottrina_del_generale_powell-36901513/
Fonte: telegraph.co.uk - tradotto per Comedonchisciotte.org da Ernesto Celestini
Speriamo che, questa settimana, il Consiglio della Banca Centrale Europea riesca a mantenere le sue promesse. Altrimenti già a agosto, o subito dopo, la crisi sfuggirà di mano.
Abbiamo superato il punto in cui il taglio di un quarto di punto del tasso di interessi non solo non riesce a ottenere niente ma non serve nemmeno un nuovo ciclo di acquisti di obbligazioni"temporanee e limitate" - per usare il linguaggio autodistruttivo che Draghi è costretto a usare.
L'unico problema che conta in questa fase tardiva è se la Germania sia disposta a lasciare che la BCE assuma le responsabilità che competono ad una banca centrale globale, dopo due anni di titubanze ideologiche, in cui non si è voluto assumere nessun rischio per allontanare un possibile default sovrano in Spagna e in Italia - cosa che potrebbe fare abbastanza facilmente se si smettesse di fare politica e si cominciasse ad obbedire alla "stabilità finanziaria", come previsto dalla clausola (articolo 127) del Trattato di Lisbona.
Vale a dire, se gli Stati latini sono disposti a chiamare a raccolta il loro potere di maggioranza sul consiglio della BCE per forzare un cambiamento nella politica contro l‘opposizione tedesca, o se debbano abbandonarsi, uno a uno, in una serie di disastri come accadde nel 1931, quando si dovette mettere fine al sistema Gold Standard.
Non fermare una vera e propria debacle del debito in Spagna e in Italia in questo delicato frangente - con Cina, India e Brasile ormai nella morsa di una crisi del credito e gli Stati Uniti che veleggiano su una fresca recessione ma che rischiano di sbattere contro la "scogliera fiscale" - significherebbe far sbandare l'intero sistema globale, innescando una spirale viziosa come quella che ha causato l'ultimo caos alla fine del 2008.
All'articolo IV della sua relazione, il Fondo Monetario Internazionale osserva che " ..... la crisi dell'area dell'euro ha raggiunto un nuovo stadio critico ... tanto da sollevare dubbi sulla sostenibilità della stessa Unione Monetaria. Le distanze tra le banche nazionali e l'economia reale sono più forti che mai".
Il sistema interbancario ed "il canale di trasmissione monetaria" sono entrati entrambi in confusione. Hanno chiesto di stampare una valanga di denaro - "pre-annunciata" in quantità "sufficiente" - per scongiurare un "debito-deflazione a spirale"in tutto il Club Med.
La prognosi per la Spagna diventa più preoccupante con ogni rapporto che prevede che la recessione macini fino al 2014, con una disoccupazione già 24,6 % e al 53 % tra i giovani mentre in Andalusia è al 34 %. Per affondare ancora di più il coltello nella piaga, il sostegno alla disoccupazione sta per essere tagliato.
Nessuno sa dove potrà arrivare il rigetto della politica, ma il soffocamento monetario e fiscale ha già tolto il respiro a Barcellona e a Madrid, visto che i catalani, benché la loro economia abbia finanziato il resto del paese, sono stati costretti dalle perversioni del sistema fiscale spagnolo a chiedere un "salvataggio".
Il Presidente della Catalogna Artur Mas, durante il fine settimana , ha ammonito che l' "intera nazione catalana" si ribellerà se Madrid cercherà di sfruttare gli eventi per recuperare poteri sull’autonomia regionale. Ci stiamo muovendo in acque molto pericolose.
Jacques Cailloux di Nomura, ha detto che Draghi potrebbe, in teoria, annunciare che la BCE metterebbe un tetto ai rendimenti dei titoli italiani e spagnoli al 3 % per difendere il livello "ad ogni costo", proprio come ha promesso di fare anche la Banca Nazionale Svizzera, con un intervento illimitato per tenere costante il valore del franco contro lo tsunami di denaro in fuga da Euro-landia. Ma questo "equivarrebbe a un prestito obbligazionario sotto mentite spoglie" e correre direttamente verso un picchetto tedesco.Qui sta il problema.
Né c’ è nessuna possibilità plausibile di concedere una licenza bancaria per il nuovo fondo di salvataggio (ESM) - vale a dire un mega-salvataggio dalla porta di servizio. La BCE ha già emesso un parere legale mettendoci sopra una pietra tombale. Sarebbe necessario un nuovo trattato UE per conferire il potere di prestito della ESM oltre i € 500 miliardi, con la ratifica fresca del Bundestag. Lasciamo perdere.
Draghi potrebbe tentare di ravvivare il fuoco della sua legna umida ( da mille miliardi di euro) facendo prestiti lampo alle banche, ma i suoi ultimi sforzi in questo senso, alla fine, hanno aiutato i fondi tossici : si è creato un nesso ancora più intricato tra banche paralizzate e stati che si spingono a vicenda verso il baratro, e un numero sconosciuto di istituti di credito spagnoli e italiani che stanno annegando in un mare di titoli, svalutati, di un debito sovrano acquistato con il denaro della BCE durante un primo momento di euforia.
Può provare a pulire bene la canna ma quel bazooka non spara più.
I mercati sembrano convinti che la Cancelliera Angela Merkel abbia dato via libera a Draghi per un'azione radicale con il suo ultimo voto per salvare l'euro, e in particolare il suo invito a tutte le istituzioni dell'UE ad "adempiere i loro doveri".
Si potrebbe anche concludere che il suo assenso usa-e-getta dato prima di partire per Bayreuth e per le Alpi, significa che non è cambiato quasi niente. Quindi che Draghi poteva anche prepararsi per qualche altra sciocca mezza misura.
Gli acquisti fatti dalla BCE di obbligazioni irlandesi, greche, portoghesi, spagnole e italiane sono stati un caso da manuale su come non procedere, violando tutti i punti della "Dottrina Powell" ( Nota 1) con una forza schiacciante, ma troppo timida per far calare i rendimenti per il rischio di default a lungo termine e abbastanza forte per far scappare gli investitori privati dalla scala del credito.
Poi ci sono questioni secondarie, come i fondi pensione (il vostro e il mio) e la Grecia l’ha imparato a proprie spese quando gli organi dell'UE hanno rifiutato di condividere le sofferenze provocate dal default. Tutti gli altri investitori privati sono stati costretti ad assorbire tutte le perdite Europee, allo stesso modo dei greci, con un “haircut" del 75 %. E’ stato un furto, si potrebbe dire, e di solito i ladri rubano di nuovo.
A meno che Draghi acquisti titoli massicciamente, si limiterà ad accelerare la fuga di capitali - già cominciata a € 50 miliardi o al 5 % del PIL della Spagna, secondo dati del Credit Suisse.
Più o meno la stessa logica vale per il presunto salvataggio della Spagna da parte del fondo di salvataggio vecchio (EFSF) - negato, in ogni caso sia da Madrid che da Berlino - dal momento che i mercati non credono alle garanzie che il fondo torni al suo vecchio status quando tutti cominceranno a spingere.
Una volta che si comincerà a salvare la Spagna, l’escalation dovrà inevitabilmente correre verso i € 400 miliardi per compensare la "brusca frenata" dei finanziamenti privati, e una volta cominciato, tirerà sicuramente dentro al calderone anche l'Italia .
Nomura dice che le esigenze combinate per un intervento su Spagna e Italia sono di €. 1.100 miliardi in tre anni. Denaro che non esiste. Qualsiasi tentativo di raccogliere queste somme sul mercato farebbe capire che è tutto un bluff per coprire un piano di salvataggio.
Mr Cailloux ritiene che i due paesi richiederanno azioni di salvataggio "entro poche settimane". Willem Buiter, di Citigroup, ha detto che entro la fine dell'anno entrambi i paesi dovranno essere salvati da Troika - UE - FMI.
Se così sarà , prepariamoci a problemi più grandi, perché richieste di questa portata spingerebbero Germania, Olanda e Finlandia a un punto di rottura. Solo la BCE ha la potenza di fuoco e la velocità per fermare una catastrofica replica del 1931, prima della fine dell'anno.
Draghi ha gettato il guanto di sfida la scorsa settimana. "Gli interventi arriveranno - ha promesso - e credetemi e saranno sufficienti".
Questo ce lo dirà la storia, Signore.
Nota 1: http://www.repubblica.it/economia/2012/06/10/news/angela_e_la_dottrina_del_generale_powell-36901513/
Fonte: telegraph.co.uk - tradotto per Comedonchisciotte.org da Ernesto Celestini
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