Crisi: chi ci guadagna e chi paga?
di Angela Iannone
I soldi. Si è passati, nell'arco degli anni, dal "metterli sotto al mattone" al "mattone" direttamente, ovvero investendoli sull'acquisto di immobili, garanti della sicurezza economica.
Eppure oggi, con la crisi dell'Eurozona, il mattone non rappresenta più uno standard di sicurezza per la famiglia italiana. Il mercato immobiliare è in depressione, i crediti immobiliari sono deteriorati, i prezzi delle case in diminuzione (quasi il 2% in meno rispetto agli anni passati) e così anche le compravendite. Lo stabilisce il rapporto di Nomisma di un mese fa, che dichiara: "Il mercato dell'offerta abitativa è sempre è sempre meno in sintonia con una domanda in difficoltà crescente. Nelle famiglie italiane che trovano chiuso l'accesso al credito è crollata la fiducia: l'indice è sceso a giugno a -42, inferiore anche al picco dell'aprile del '93, con l'uscita dell'Italia dal sistema monetario europeo".
Anche i dati di Assofin, Crif e Prometeria non sono rassicuranti: nel primo trimestre del 2012 c'è stato un vertiginosocrollo di mutui e di credito al consumo, calati rispettivamente del 47% e dell'11%. Il motivo? I timori crescenti degli italiani e la cautela nell'investire sugli immobili e nell'acquisto di beni durevoli o di valore. E se le previsioni sono positive solo per il credito al consumo, che crescerà - a rilento - soltanto nel 2014, le stime sui mutui non sono per niente rassicuranti. Gli unici prestiti cui fanno affidamento gli italiani sono quelli che li proteggono da eventuali futuri innalzamenti dei tassi di interesse, quindi prevalgono i mutui a tasso misto e fisso.
Lo stesso non si può dire per possessori di mutui a tasso variabile, dopo che la Bce ha tagliato i tassi di riferimento in seguito agli aumenti dei mesi scorsi. Una manovra che, riducendo il tasso di riferimento Euribor, ha portato una diminuzione sulla spesa dei mutuatari pari a 100/150 euro per ogni 100mila euro presi a prestito.
A rendere un mutuo più o meno conveniente c'entra anche lo spread: il margine applicato da una banca è ormai superiore alla soglia del 3%, il doppio rispetto al 2010; inoltre lo spread, sommato agli Euribor (gli indici per i tassi variabili) produce una dicotomia tra il mutuatario pre crisi e quello post crisi. Il primo, infatti, pagherà rate più agevolate, con lo spread inferiore all'1%, l'altro sarà oberato da uno spread abnorme.
Avvantaggiati dalla crisi sono anche coloro che hanno investito negli anni in conti di deposito, Bot, buoni postali e polizze Vita rivalutabili: una recente inchiesta del Sole 24 Ore dimostra come questi investimenti a tasso garantito godano anch'essi dei tagli della Bce, con un interesse del 3,6% netto. Bene anche, tra i Btp, i titoli a tasso nominale e titoli a capitale indicizzato all’inflazione, con cedola reale, strumenti che offrono la protezione reale del capitale al minor rischio possibile.
fonte: it.finance.yahoo.com
I soldi. Si è passati, nell'arco degli anni, dal "metterli sotto al mattone" al "mattone" direttamente, ovvero investendoli sull'acquisto di immobili, garanti della sicurezza economica.
Eppure oggi, con la crisi dell'Eurozona, il mattone non rappresenta più uno standard di sicurezza per la famiglia italiana. Il mercato immobiliare è in depressione, i crediti immobiliari sono deteriorati, i prezzi delle case in diminuzione (quasi il 2% in meno rispetto agli anni passati) e così anche le compravendite. Lo stabilisce il rapporto di Nomisma di un mese fa, che dichiara: "Il mercato dell'offerta abitativa è sempre è sempre meno in sintonia con una domanda in difficoltà crescente. Nelle famiglie italiane che trovano chiuso l'accesso al credito è crollata la fiducia: l'indice è sceso a giugno a -42, inferiore anche al picco dell'aprile del '93, con l'uscita dell'Italia dal sistema monetario europeo".
Anche i dati di Assofin, Crif e Prometeria non sono rassicuranti: nel primo trimestre del 2012 c'è stato un vertiginosocrollo di mutui e di credito al consumo, calati rispettivamente del 47% e dell'11%. Il motivo? I timori crescenti degli italiani e la cautela nell'investire sugli immobili e nell'acquisto di beni durevoli o di valore. E se le previsioni sono positive solo per il credito al consumo, che crescerà - a rilento - soltanto nel 2014, le stime sui mutui non sono per niente rassicuranti. Gli unici prestiti cui fanno affidamento gli italiani sono quelli che li proteggono da eventuali futuri innalzamenti dei tassi di interesse, quindi prevalgono i mutui a tasso misto e fisso.
Lo stesso non si può dire per possessori di mutui a tasso variabile, dopo che la Bce ha tagliato i tassi di riferimento in seguito agli aumenti dei mesi scorsi. Una manovra che, riducendo il tasso di riferimento Euribor, ha portato una diminuzione sulla spesa dei mutuatari pari a 100/150 euro per ogni 100mila euro presi a prestito.
A rendere un mutuo più o meno conveniente c'entra anche lo spread: il margine applicato da una banca è ormai superiore alla soglia del 3%, il doppio rispetto al 2010; inoltre lo spread, sommato agli Euribor (gli indici per i tassi variabili) produce una dicotomia tra il mutuatario pre crisi e quello post crisi. Il primo, infatti, pagherà rate più agevolate, con lo spread inferiore all'1%, l'altro sarà oberato da uno spread abnorme.
Avvantaggiati dalla crisi sono anche coloro che hanno investito negli anni in conti di deposito, Bot, buoni postali e polizze Vita rivalutabili: una recente inchiesta del Sole 24 Ore dimostra come questi investimenti a tasso garantito godano anch'essi dei tagli della Bce, con un interesse del 3,6% netto. Bene anche, tra i Btp, i titoli a tasso nominale e titoli a capitale indicizzato all’inflazione, con cedola reale, strumenti che offrono la protezione reale del capitale al minor rischio possibile.
fonte: it.finance.yahoo.com
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