Spending review: precariato e ricerca, lo smantellamento definitivo dell'Italia
Ogni tanto penso al "dopo". Penso a quando questo Paese sarà stato raso al suolo nelle sue capacità produttive, e dovrà riprendersi.
Qualcuno, via email, mi fa notare l'amputazione di alcuni dei nostri istituti scientifici di eccellenza nella spending review. Abbiamo già parlato dell'Istituto di Geofisica e Vulcanologia, e dell'Istituto per la Nutrizione, ora il taglio pare toccare sul serio enti come l'Istituto Nazionale di Astrofisica, l'Istituto Nazionale di Alta Matematica, l'Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica sperimentale, il Centro di studi e ricerche Enrico Fermi. E poi dicono che dobbiamo mandare i figli allo scientifico perché "servono scienziati". A chi servono? Forse alle prestigiose università straniere, a cui sembra piacere molto il livello della nostra formazione superiore che noi paghiamo e che loro si godono.
Qualcuno, via email, mi fa notare l'amputazione di alcuni dei nostri istituti scientifici di eccellenza nella spending review. Abbiamo già parlato dell'Istituto di Geofisica e Vulcanologia, e dell'Istituto per la Nutrizione, ora il taglio pare toccare sul serio enti come l'Istituto Nazionale di Astrofisica, l'Istituto Nazionale di Alta Matematica, l'Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica sperimentale, il Centro di studi e ricerche Enrico Fermi. E poi dicono che dobbiamo mandare i figli allo scientifico perché "servono scienziati". A chi servono? Forse alle prestigiose università straniere, a cui sembra piacere molto il livello della nostra formazione superiore che noi paghiamo e che loro si godono.
Infatti mi si fa osservare che lo smantellamento dei pochi prestigiosi istituti di ricerca forse non è un caso. Si sta vendendo l'Italia e, prosegue il mio interlocutore, "La prima cosa per rendere schiavo un Paese è distruggere la ricerca".
Si stanno "condannando milioni dei nostri figli ad un'esistenza kossovara", chiude poi Paolo Barnard nel suo ultimo articolo contro la Fornero, e contro la menzogna secondo cui noi saremmo un Paese che perde competitività a causa della rigidità del mercato del lavoro.
E' una menzogna che mira a deflazionare l'economia italiana devastando i salari, quindi i consumi, quindi le aziende (imprenditori sveglia!), per regalare agli investitori internazionali, i tedeschi prima di tutto, migliaia di nostre aziende di prestigio con cui far shopping a due lire. Nel frattempo devastando il miracolo dell'economia produttiva italiana.
Quindi si devastano la ricerca, la formazione superiore, e poi salari e consumi. Il tutto a beneficio di chi fa shopping di cervelli prima, di aziende poi.
Non temo di passare da complottista se dico che qui si sta smantellando l'Italia seguendo un disegno ben preciso, che non viene per nulla seguito in Paesi di "serie A" quali la Francia o la Germania dove certi sacri dogmi, a noi venduti come imprescindibili, non sono applicati.
Ogni tanto penso al "dopo". Penso a quando questo Paese sarà stato raso al suolo nelle sue capacità produttive, e dovrà riprendersi. Penso alle persone a cui toccherà il duro lavoro, dopo che coloro che ci hanno deliberatamente rovinato se ne saranno andati armi e bagagli lasciando solo macerie. Provo perfino un po' di invidia per gli argentini, che hanno il peggio alle spalle e stanno faticosamente riprendendosi. Per noi quel momento è ancora così lontano, da sembrare solo un miraggio al di là dell'abisso.
(Nella foto: Enrico Fermi e i ragazzi di via Panisperna. Nel solco dell'italica tradizione, Mussolini li cacciò. E finirono, sempre nel solco ecc ecc, a lavorare per gli americani)
fonte: crisis.blogosfere.it
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