Il fondatore di Wikileaks Julian Assange rischia la prigione
Il fondatore di Wikileaks Julian Assange rischia di essere arrestato di nuovo. Lo hanno detto fonti della polizia inglese, dopo che l’hacker australiano aveva trascorso la notte fuori casa. Assange, che è libero su cauzione, ha l’obbligo di restare a casa tra le 22 e le 8 del mattino successivo.
Ma martedì (19.06.2012), l’uomo non è rincasato: ha trascorso la notte nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra. Al governo del Paese sudamericano ha chiesto diritto d’asilo. Lo ha dichiarato lui stesso: “Confermo che sono arrivato all’ambasciata ecuadoriana e di aver chiesto protezione diplomatica e asilo politico”.
Assange è accusato di molestie e violenza sessuale: la magistratura svedese lo vorrebbe sentire. L’hacker dovrebbe essere estradato in Svezia: il suo timore è che una volta a Stoccolma, la giustizia svedese possa a sua volta estradarlo negli Stati Uniti dove sarebbe chiamato a rispondere della diffusione dei cablogrammi riservati della diplomazia americana. La decisione di chiedere asilo politico all’Ecuador è infatti arrivata a pochi giorni dal no inglese alla richiesta di ricorso presentata da Assange contro l’ordine di estradizione in Svezia.
Negli Usa, le autorità nel maggio 2011 hanno aperto una procedura per esaminare la divulgazione di documenti riservati ad opera di Wikileaks. Da qui potrebbe scaturire una vera e propria imputazione e quindi un processo. Intanto, fonti ecuadoriane hanno fatto sapere che la richiesta d’asilo di Assange viene “seguita e studiata con attenzione”. Che tra l’hacker e il governo di Quito ci fossero simpatie si era capito il mese scorso, quando per il canale russo Russia Today Assange aveva intervistato proprio il presidente Rafael Correa, definendolo un “populista di sinistra che aveva cambiato faccia all’Ecuador”.
Nessuna sorpresa quindi che gli ecuadoriani abbiano fatto sapere che fintanto che durerà l’esame della richiesta di Assange, quest’ultimo sarà sotto la protezione del governo dell’Ecuador. Anche se, la stessa ambasciata, ha precisato che l’esame della pratica in questione non significa che l’Ecuador voglia interferire con le decisioni della magistratura britannica e di quella svedese.
Fonte: eilmensile tratto da ECplanet
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