"L'Italia truccò i conti per entrare nell'Euro. E la Germania coprì Prodi
BERLINO - L'Italia truccò i conti per entrare nell'Euro. È quanto sostiene il quotidiano tedesco Der Spiegel, dopo un'accurata indagine sui documenti governativi degli anni Novanta, ribattezzata "Operazione autoinganno". Il Belpaese non aveva i conti in regola e ritoccò i propri bilanci. Il cancelliere tedesco Kohl sapeva tutto, ma fu deciso di chiudere un occhio per ragioni politiche. "In questo modo - scrive lo Spiegel - si creò il precedente per una decisione sbagliata ancora maggiore presa due anni dopo: l’ingresso nell’Euro della Grecia".
Il governo tedesco sarebbe stato al corrente degli accorgimenti dell'allora presidente del Consiglio Romano Prodi. Molte misure di risparmio si basavano su trucchi contabili e "vennero ritirate non appena venne meno la pressione politica". Il 22 aprile 1997 in una nota destinata proprio a Kohl si legge" non ci sono quasi chance che l'Italia rispetti i criteri". Quando l'anno successivo i rappresentanti olandesi fecero pressioni su Kohl in merito alla situazione italiana, affermando che "senza ulteriori misure dell’Italia a conferma del durevole consolidamento, un ingresso dell’Italia nell’euro non è accettabile", il cancelliere sapeva già che la Francia non avrebbe aderito all'Ue, mettendo i tedeschi in una posizione di svantaggio.
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Il governo tedesco sarebbe stato al corrente degli accorgimenti dell'allora presidente del Consiglio Romano Prodi. Molte misure di risparmio si basavano su trucchi contabili e "vennero ritirate non appena venne meno la pressione politica". Il 22 aprile 1997 in una nota destinata proprio a Kohl si legge" non ci sono quasi chance che l'Italia rispetti i criteri". Quando l'anno successivo i rappresentanti olandesi fecero pressioni su Kohl in merito alla situazione italiana, affermando che "senza ulteriori misure dell’Italia a conferma del durevole consolidamento, un ingresso dell’Italia nell’euro non è accettabile", il cancelliere sapeva già che la Francia non avrebbe aderito all'Ue, mettendo i tedeschi in una posizione di svantaggio.
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