Lezione sulla Shoah, il parere di un PM: una svolta, ma TUTTI TACCIONO!
La lezione sulla Shoah tenuta dal Professor Claudio Moffa era finita sul "banco degli imputati", accusata di "negazionismo" e nonostante tutti gli studenti avessero preso le difese del prof e persino l'ateneo avesse chiarito che la lezione in oggetto NON poteva essere considerata "negazionista", alcuni mass nazionali sollevarono un polverone che arrivò a coinvolgere persino il Ministro dell'Istruzione in carica, Mariastella Gelmini.
Oggi c'è un PM che, pur avendo chiesto l'archiviazione del procedimento pendente a Pescara, esprime un parere inequivocabile sulla questione quanto a positività e "innocenza" della lezione, (vedi la copia dell'atto pubblicata sopra) ma NESSUN MEDIA che nell' Ottobre 2010 aveva dato ampio risalto alla notizia, gettando quintali di fango, ha riportato la novità odierna.
Di seguito vi proponiamo un'intervista al prof. Claudio Moffa, professore ordinario di Storia delle Relazioni Internazionali presso l'universita' di Teramo, Presidente dell'istituto Enrico Mattei di Alti studi sul Medio Oriente e coordinatore del Master Enrico Mattei in Vicino e Medio Oriente.
NOVITA’ UNITERAMO. UN PM DA’ RAGIONE ALL’ATENEO CHE AVEVA "ASSOLTO" LA LEZIONE SULLA SHOAH DEL 2010 DEL PROF. MOFFA. CHE LA RIPROIETTA A LEZIONE – STESSA AULA – ASSIEME AL VIDEO DI DAVID COLE SU AUSCHWITZ
Abbiamo chiesto al prof. Claudio Moffa di parlarci del recente parere di un PM di Pescara sulla sua lezione sulla “shoah” del 24 settembre 2010, di cui ha scritto già La città di Antonio D’Amore – il principale quotidiano di Teramo – e che si trova in rete, in particolare nel sito masteruniteramo.it
Prof, dopo l’Università ora anche un magistrato dichiara che con la sua lezione sulla shoah lei non negò l’Olocausto ..
Sì, ma c’è una novità, il magistrato descrive brevemente la struttura della lezione e aggiunge che “appare pregevole e metodologicamente ineccepibile”. Non è poco. Si può discettare tra verità storica e verità giudiziaria, ma questa è ovviamente più meticolosa di quella. Comunque è vero quello che dici: chi legge e visiona la lezione, cambia parere rispetto al gossip. Chi non si documenta rischia di restare nel pregiudizio.
Ma lei è o no negazionista?
NO. Primo, il termine negazionista è stato inventato dai nemici e negatori della verità storica, più giusto è parlare di revisionisti. Secondo, molti negazionisti-revisionisti dicono cose vere, e comunque pongono questioni serie a cui certo giornalismo e certi storici ortodossi non rispondono mai. Terzo io non intendo il revisionismo come una scelta di bandiera, come delle volte sembra essere per alcuni revisionisti, ma come una potenzialità insita nel mestiere di storico. Scopro nuovi documenti, nuove prove su un determinato evento o fenomeno e dunque correggo e revisiono l’interpretazione precedente. Se no, è ovvio che mi sta bene la versione “ufficiale”. E’ chiaro del resto che la parola “revisionismo” non riguarda solo il nazismo, come si potrebbe dedurre da alcune affermazioni dei revisioniati olocaustici, ma può riguardare qualsiasi spaccato e periodo storico. Infine, io in decenni di attività non mi sono occupato solo di shoah – come ad esempio Graf, Faurisson, Mattogno e altri studiosi – e dunque non sono assolutamente appellabile come negazionista. Il che non vuol dire che i cosiddetti negazionisti non affermino cose giuste, anzi.
Questo metodo lo ha usato anche per la lezione del 24 settembre 2010?
Certo, questo approccio – fondato per me come per tutti gli studiosi, molti revisionisti compresi, sulla separazione tra fatti e opinioni - lo ho applicato anche alla mia lezione del master, nella quale ho contestualizzato il dibattito sulla shoah dentro questioni metodologiche come le fonti orali, o le interferenze della Politica nelle questioni storiche, e ho riportato le opioni di tutti, anzi soprattutto degli storici cosiddetti sterminazionisti …
E adesso cosa farà?
Quando ho letto il parere del magistrato, che peraltro appartiene a un procedimento nato da una mia querela, avevo già deciso di pubblicare la mia lezione. La copertina è già pronta. Il volumetto – che non riporta solo il testo della mia lezione ma anche altri documenti - lo darò a tutti i giornalisti che ne facciano richiesta, dietro promessa che se lo leggano davvero, e che non attribuiscano a me - come fece il giornale che scatenò la campagna diffamatoria contro la mia lezione e contro l’Ateneo – le tesi di autori di cui citai alcuni passaggi nella lezione del settembre 2010. Qualcosa ho poi fatto già nel mio corso di Storia delle Relazioni Internazionali: l’altroieri ho proiettato in aula la mia lezione demonizzata da Repubblica. Oggi, due ore fa, ho proiettato sempre nell’aula 12 della lezione del Master del settembre 2010, il video di David Cole su Auschwitz. Gli studenti sono rimasti colpiti. Proseguiremo e proseguirò a parlare di queste cose. E comunque tutti – ho fatto un paio di sondaggi anonimi in aula, non firmati – riconoscono che loro hanno il diritto di ascoltare e vedere o rivedere Cole o Moffa o qualche che sia autore revionista della Shoah, e io – il docente cioè – di insegnare quello che ho insegnato ieri nella lezione sulla Shoa, e oggi quello che vado proponendo nel mio corso di quest’anno.
Non ha timore di reazioni?
Le reazioni pesano, ma in ultima analisi no, nel 2010 il Centro abruzzese se ne uscì con l’annuncio di una lezione “riparatrice” (sic) contro la mia lezione della collega Pisanty. Ovviamente la collega non venne. Nel 2007 intervenne nientemeno che il Centro Simon Wiesenthal. L’allora rettore chiuse la Facoltà, un errore. Adesso la situazione è diversa. Anche se devo dire che sono stupito dell’accanimento contro di me di alcune testate, e di alcune incredibili sorprese in rete. Scoppia la polemica sul libro di un giovane e prolifico studioso, Andrea Giacobazzi, e qualcuno vuole annotare che tra i suoi "difetti" ci sarebbe quello di aver frequentato il Master Enrico Mattei. Vero. E allora? Ainis, Cardini, Marazzita, Priore, Forleo, Matthiae, Ravasi, Dan Segre, Israel Shamir, Pappé, Amoroso, Sinagra .... Devo continuare con la lista dei docenti? Stanno sul sito. La verità è che il nostro Master dà fastidio, perché dà la parola a tutti, all'insegna di un motto - "liberi di insegnare, liberi di imparare" - che venne adottato fin dal primo anno, quello dell'inaugurazione del corso con Giulio Andreotti.
E la rete?
Bene, sono rimasto metà stupito metà no, di una scoperta recentissima. La mia lezione, "pregevole" "metodologicamente ineccepibile" secondo un magistrato, "assolta" dalla mia Università nonostante l'enorme pressione mediatica nell’ottobre 2010, e comunque problematica, è stata censurata da You Tube. Dove invece circola in libertà - beninteso su questo sono d'accordo - un video dove si passano in rassegna tutti i principali cosiddetti "negazionisti" - Faurisson, Graf, e così via: mancano però curiosamente Garaudy e Irving, forse perché “concorrenti” di Faurisson - e con l'avviso accattivante che vedere quel video vuol dire commettere un reato.
In effetti strano. Ma perché lei è solo per metà stupito?
Perchè questa è la classica "giustizia" e censura privata dei grandi media. Discriminano, diffamano e fanno quel che gli pare. Il problema è che la mia lezione si è svolta dentro una istituzione, dentro una Università. Ed è assai più problematica del video visibile su You Tube. Forse faccio più paura io che i veri (cosiddetti) negazionisti che dicono sempre le stesse cose. Dietro poi c’è un terzo fondamentale motivo di tutti questi attacchi: i magistrati che non intervengono.
Ma come, e il PM di Pescara?
Certo, ma a parte che il procedimento non ha avuto sin qui sbocchi processuali, una rondine non fa primavera. Ne ho viste di tutti i colori in questo tipo di vicende. Cito a raffica e a memoria. Un GIP di Roma che allusivamente minacciato da richiami al caso Priebke dai due indagati, anziché reagire dignitosamente al ricatto, e comunque prendere atto della lapalissiana diffamazione, aggredisce il mio avvocato in aula, mi tacita e svicola dal quid principale della denuncia con una battuta peraltro cretina. Un blog anonimo (per me, non per la polizia postale) che dice che io e un PM di Roma siamo in combutta criminale niente meno che con la comunità ebraica, che provoca la mia querela. Non ne so più nulla. Da notare che qualche giorno dopo la sortita di quel blog, come sa il mio avvocato di Roma, ho perso una causa già vinta con il giudice ebner, e un round ad avezzano importante, dove un PM chiede il rinvio a giudizio mio, anziché dell’accusato che mi aveva diffamato. E poi uno dei giudici più stimati di Roma, che dice a un mio collega: sono imbarazzato per il prof. Moffa. Ha ragione a esser imbarazzato, quel giudice aveva accettato come valida una deposizione nonostante la dichiarazione in apertura di testimonianza, che il necessario capitolo di prova non era più quello dichiarato … E poi una Camera di Consiglio anticipata a Teramo, sulla prima e unica notifica (bastava ristamparla corretta) e con uno sgorbietto che sarebbe stata una firma. E poi un PM di Roma alle prese con una banda di picchiatori sedicenti anarchici che legge la mia querela, riconosce ictu oculi il reato, scrive alla Polizia postale per individuare i responsabili del minaccioso web, riceve indietro ben due indirizzi, un CCP, alcuni nomi e cognomi e improvvisamente scopre che la competenza non è sua, ma di Teramo, altro porto delle nebbie, traghettatrice il PM di cui sopra, quella dello sgorbietto
Basta così, ho capito …
Ha ragione, gli esempi potrebbero continuare per un’altra oretta, un Presidente di sezione TAR compreso. Aggiungo solo i trucchetti di certi PM: chiedono l’archiviazione senza vero motivo? E allora ti spediscono la notifica sotto Natale o sotto Pasqua, magari scrivendo denuncia contro ignoti o contro persona da identificare, nonostante tu abbia indicato nomi e cognomi, o il direttore del giornale … E quel tribunale del lavoro a Teramo, i giudici in questo caso: quattro anni, tre udienze, cambio giudice (altro trucco, lo si usa anche con i PM) e oplà, la competenza è del TAR, e ricominci da capo dove trovi un altro farabutto … Mi fermo qui, ma con una annotazione importante: l’assedio no è solo mediatico, è anche economico … ma voi lo sapete meglio di me. Ne parlerò se volete un’altra volta.
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