La Banca d'Inghilterra ha venduto l'oro venezuelano che avrebbe dovuto custodire
La Banca di Inghilterra ha venduto tutto il suo oro, anche quello che il Venezuela le aveva affidato in custodia. Secondo l’analista Max Keiser la Banca di Inghilterra non ha l’oro venezuelano e per questa deve rivolgersi al mercato per poterlo consegnare al Venezuela.
Oggi il Venezuela chiede giustamente il rimpatrio delle sue 211 tonnellate d’oro che erano state inviate in Inghilterra e in altre banche di tutto il mondo, come garanzia per i prestiti erogati dal Fondo Monetario Internazionale ai governi di Jaime Lusinchi nel 1988 e di Carlos Andrés Pérez nel 1989.
Il Venezuela ha cancellato tutti i suoi debiti da vari anni, ma l’oro dato in garanzia rimane nei forzieri delle banche di vari paesi: il 17,9% in Inghilterra, il 59,9% in Svizzera , l’11,3% negli Stati Uniti, il 6,4% in Francia e lo l 0,8% a Panamá; mentre solo il 3,7% delle sue riserve d’oro si trovano nelle casseforti del Banco Central de Venezuela.
Oggi Hugo Chávez ha richiesto il rimpatrio del suo oro e risulta che la Banca di Inghilterra, pure percependo un compenso per custodire l'oro venezuelano, nella realtà l'aveva venduto. Giustamente, di fronte alla domanda del governo venezuelano, ora lo deve consegnare, non ha materialmente l'oro e quindi per adempiere ai suoi obblighi deve cercarlo nel mercato mondiale, cosa che sta facendo salire il prezzo. Ovviamente Hugo Chávez non è la causa di questo rialzo, ma la colpa è dei banchieri ladri che hanno venduto persino l'oro che dovevano custodire.
Inoltre la giusta richiesta di Hugo Chávez ha allertato il mercato mondiale, generando ancora più incertezza in relazione all'opportunità di detenare divise quali il dollaro e l'euro. Tutti gli investitori del mondo stanno comprando oro ed argento come beni rifugio.
Ricordiamo che il Venezuela detiene una delle più forti riserve internazionali di oro al mondo con 366 tonnellate e inoltre ha miniere di oro, come quella di Las Cristinas, una delle più grandi del mondo con più di 500 tonnellate di riserva.
Oltre al rimpatrio del metallo prezioso, Hugo Chávez ha annunciato la nazionalizzazione di tutte le attività ollegate all’oro, perché, come ha spiegato, si tratta di un prodotto strategico e lo stato non può lasciare in mani ai privati e alle multinazionali straniere le proprie attività.
Fino ad oggi, in Venezuela le attività di settore minerario collegate alll'oro erano date in concessione a imprese transnazionali che potevano trattenere il 50 percento dell'oro estratto, mentre dovevano vendere il restante 50 percento alla Banca Centrale del Venezuela. D'ora in poi, sarà lo stato a incaricarsi dell'estrazione dell'oro e di tutte le attività collegate.
Inoltre Hugo Chávez, in accordo con la Banca Centrale, in virtù della crisi che penalizza Stati Uniti ed Europa e in attesa del probabile crollo del dollaro e dell'Euro, ha annunciato che la sua riserva internazionale, oggi totalmente nelle banche dei paesi in crisi, sarà diversificata e messa nelle banche di Brasile, Russia e Cina, cioè in banche dei paesi BRICS, che rappresentano il futuro dell’economia mondiale.
fonte: ariannaeditrice.it
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