Ci risiamo: bombe, per congelare la protesta democratica
Prima lo strano agguato contro il manager genovese dell’Ansaldo, seguito da un’altrettanto strana rivendicazione “anarchica”, nonostante lo stile brigatista della “gambizzazione” di Roberto Adinolfi. E ora la furia cieca dell’esplosivo stragista, davanti all’istituto scolastico di Brindisi intitolato a Francesca Morvillo Falcone: una studentessa dilaniata dalle bombe e un’altra in condizioni gravissime. «Il dolore atroce che si rovescia sulla vita civile del nostro Paese, nel giorno dell’attentato che ha profanato la gioventù di Brindisi, è ancora una volta l’ingrediente sanguinario che puntualmente si inserisce dall’ombra nei momenti cruciali della storia nazionale», dice Giulietto Chiesa: «Le bombe che scoppiano fra la gente hanno sempre favorito lo stesso obiettivo: convalidare un restringimento della libertà in nome della sicurezza e disinnescare le possibilità di cambiamento democratico mentre si approntano nuovi equilibri».
Per il laboratorio politico “Alternativa”, l’attentato di Brindisi è un episodio che si aggiunge alla lunga serie del terrorismo stragista italiano: quelle tre bombe piazzate davanti alla scuola emergono come un evento di grande importanza, perché si affacciano tragicamente in un crocevia di crisi politiche ed economiche che stanno ridisegnando la sovranità, i rapporti sociali e di potere, la forma stessa del sistema politico: esattamente come accadde in questi stessi giorni vent’anni fa, quando la strage di Capaci fu un fatto decisivo nel passaggio drammatico della nostra storia in cui crollava la cosiddetta Prima Repubblica. «Un momento di crisi che travolse vite, carriere, movimenti politici e speranze di rinnovamento, il tutto in mezzo a stragi, tensioni, ricatti, messaggi trasversali e misteri mai risolti, che hanno pregiudicato la vita democratica italiana nei vent’anni successivi».
Alla vigilia di un netto peggioramento della crisi, al quale la tragedia economica della Grecia sta per fare da innesco, l’entrata in scena di questa forma di violenza deve suscitare il massimo allarme democratico, sostiene il gruppo fondato da Giulietto Chiesa. Non sfugge a nessuno il fatto che l’attentato stragista è perpetrato davanti a una scuola intitolata proprio a una delle vittime della strage di Capaci, Francesca Morvillo Falcone. Così come non sfugge un’altra singolare coincidenza: è colpita per prima la città portuale italiana che funge da “porta della Grecia”, quasi ad aprire simbolicamente una nuova fase in cui convergeranno tutti i fattori di crisi. «Il governo Monti-Napolitano, che si è costituito per un grave deficit di democrazia e ha continuato ad agire su quella strada, appare come il più pericoloso e il meno adatto a gestire questa fase di crisi», accusa “Alternativa”.
«Recentemente, di fronte al crescere delle tensioni sociali aggravate dalle loro scelte politiche – aggiunge Chiesa – i governanti hanno fatto presagire una militarizzazione della loro risposta, accompagnata da indiscriminati allarmi antiterrorismo», con spericolati collegamenti “mediatici” persino tra l’agguato di Genova e la protesta popolare No-Tav della valle di Susa, o i manifestanti che il Primo Maggio a Torino sono stati duramente caricati dalla polizia antisommossa solo per aver fischiato il sindaco, Piero Fassino. “Alternativa” fa appello ai movimenti, ai cittadini, a tutte le forze popolari che hanno a cuore la difesa della Costituzione, affinché vigilino e non cedano sulla difesa delle libertà fondamentali. Obiettivo: «Avere un governo che non sia gravato dal deficit di democrazia».
fonte: Libreidee
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