CI LIBEREREMO MAI DEI BANKSTERS?
di Maurizio Barozzi
Partiamo da un dato di fatto: non c’è bisogno di essere delle cime per capire che il “gioco” elettorale, la Democrazia, sono una truffa bella e buona. Alla faccia di quelle anime pie, quelle intere famigliole, per fortuna sempre più scarse, che si vedono sciamare davanti ai seggi elettorali convinte di aver contribuito a determinare la politica del paese. Santa ingenuità, ma carne di porco per i partiti come per le Chiese.
fonte: frontediliberazionedaibanchieri
Partiamo da un dato di fatto: non c’è bisogno di essere delle cime per capire che il “gioco” elettorale, la Democrazia, sono una truffa bella e buona. Alla faccia di quelle anime pie, quelle intere famigliole, per fortuna sempre più scarse, che si vedono sciamare davanti ai seggi elettorali convinte di aver contribuito a determinare la politica del paese. Santa ingenuità, ma carne di porco per i partiti come per le Chiese.
Cominciamo intanto con il dire che i cosiddetti candidati, alcuni dei quali saranno poi eletti e poi ancora, alcuni di questi eletti che entreranno nelle stanze dei bottoni, non avranno mai il vero potere dello Stato nelle mani, perchè il vero potere, o meglio quelle leve con le quali si può condizionare il potere, sono nelle mani di potentissime lobbies che possiedono o controllano certe situazioni: in primis la disponibilità dei finanziamenti e secondo poi i mass media i quali, di proprietà di specifiche “famiglie”, sono in grado di manipolare l’opinione pubblica
Mai più esatta fu la definizione data per i politici, in particolare i ministri, quella di essere: i camerieri dei banchieri! E si, perchè dopo ben due guerre mondiali, quali due tempi di un unico atto, e altri crimini bellici dall’ultimo dopoguerra ad oggi, il potere, a livello planetario, e tenuto ben stretto nelle mani dell’Alta finanza, che per i metodi che usa e l’usura che pratica, può ben definirsi una congrega di banksters che non hanno nulla da invidiare ai gangsters.
Si dà però il caso che il gran baraccone democratico, per garantire una certa continuità di potere, prevede, come un autentico illusionismo, il gioco delle parti.
Ecco che allora si instaura il cosiddetto “gioco dell’alternanza”: in genere, vuoi per assuefazione dell’opinione pubblica, vuoi per un sottile lavorio di condizionamento prodotto dai mass media, vuoi per attuare provvedimenti diversi da quelli delle amministrazioni precedenti, ai cosiddetti “progressisti”, vengono fatti succedere i “conservatori”, ma in altri casi l’alternanza può anche ballare su un triangolo: Sinistra, Destra, Centro a composizioni e ricomposizioni miste.
L’evoluzione moderna delle Istituzioni degli Stati Occidentali, ha fatto si che questo sistema si sia “americanizzato”, spogliandolo da ogni sovrastruttura ideologica e quindi, per le forze politiche che tanto dividono e appassionano gli imbecilli siamo, di fatto, in presenza, di una medaglia con due facce opposte, ma pur sempre la stessa medaglia. Anche gli stessi programmi elettorali non differiscono di molto.
Ognuno recita il suo ruolo o meglio offre la sceneggiata con il “vestito” politico che ha dovuto indossare.
Ovviamente, trattandosi di materiale umano, ci sono a volte discrepanze, imprevedibilità o scollamenti, ma questo perverso meccanismo, può al massimo incepparsi, ma non viene mai sconvolto del tutto.
Si dà il caso, infatti, che questo “gioco” dell’alternanza prevede che la “medaglia”, raccatti, nelle sue due facce, le tendenze, le peculiarità, gli umori degli elettori, in modo che, quelli di indole progressista si indirizzeranno su un lato, mentre quelli di indole conservatrice si indirizzeranno nella facciata opposta. Quando “vincono” gli uni, si genera tra questi entusiasmo, feste e quant’altro, che poi si ripete nella sponda opposta. Un modo anche questo per infondere pulsioni ed energie nella gente e tenere oliato il meccanismo che altrimenti morirebbe da solo di morte naturale.
Ma chi tiene in mano questa “medaglia” sa bene come usare, di volta in volta, coloro che sono, ma solo apparentemente, investiti del potere sotto la veste di una di queste due facciate.
E lo sa talmente bene che per operare e realizzare i suoi progetti, quando si tratta di grossi progetti come una guerra, in genere e salvo eccezioni, usa il solito stratagemma: quello di far giocare un ruolo a chi, almeno nominalmente, dovrebbe invece recitare quello opposto.
E’ facile infatti constatare che la falsa democrazia americana ha sempre fatto intraprendere le sue guerre di aggressione, spacciandole come crociate del bene contro il male, dai cosiddetti Presidenti democratici, quelli che agli occhi dell’opinione pubblica passano per “colombe”. Mentre invece la fase di sfruttamento e di isolazionismo, che segue a queste guerre, viene fatta recitare da quelli che passano per “falchi” ovvero i Presidenti repubblicani.
Questo almeno fino alla “caduta del muro” e la fine di Jalta quando, la possibilità realmente concretizzatasi di instaurare un Nuovo Ordine Mondiale, ha reso superfluo questo “giochetto”.
Del resto questo “gioco delle parti” è comprensibile, esistendo per le nazioni “democratiche”, la necessità di compattare tutta l’opinione pubblica e di convogliare i tanti aspetti eterogenei del potere al loro interno, su un fronte comune. Questo fa si che occorre presentare ogni guerra come una crociata del bene contro il male, magari a seguito di qualche false flag che susciti indignazione e furore nel popolo. Ed ecco allora che non c’è nulla di meglio che far “premere il grilletto” al Presidente democratico creando nell’immaginario collettivo un sillogismo istintivo: se un Presidente di un partito di colombe, è costretto alla guerra, vuol dire che quella guerra era sacrosanta.
In ogni caso è noto che alla Presidenza degli Stati Uniti d’America viene eletto un soggetto che proviene da un giro strettamente sotto controllo di certe lobbies e comunque totalmente dipendente da chi lo ha finanziato, tanto che in alcuni casi assurgono alla presidenza degli autentici pagliacci facilmente manipolabili.
Ma quello che riguarda le fasi belliche o para belliche, vale per la politica quotidiana, anche qui infatti il gioco dell’alternanza ha la sua parte nell’espletare le politiche pseudo sociali o viceversa quelle iperliberiste e così via.
Per fare un esempio corrente, se qualcuno pensa che la sostituzione del “boia di destra” Sarkozy, con quest’altro di presunta sinistra Hollande, possa determinare cambiamenti radicali nella politica economico finanziaria, controllata dall’Alta finanza, oppure nella politica internazionale, si metta l’animo in pace. Non potrà accadere niente di tutto questo: tranne mutamenti di secondo ordine (per esempio matrimoni per i gay, ecc.) e magari un diverso modo di condurre la stessa politica europeista e mondialista, i cambiamenti non saranno sostanziali.
La sinistra francese, fin dai tempi dei Fronti popolari, è sempre stata strettamente nelle mani “mondialiste”: i suoi giornali, i suoi esponenti sono tutti nelle mani della massoneria e i suoi esponenti emergono dopo una selezione massonica di soggetti che soltanto un imbecille può ritenere di “sinistra”, dando a questo termine una valenza ideologica e politica che ci si aspetterebbe di trovare. L’esempio più calzante di tutti è stato quello del massone François Mitterrand, che quando fu eletto tanta esaltazione aveva suscitato nei cosiddetti “compagni”, i quali poi si dovettero rimangiare ogni loro ottimistica valutazione.
Sempre a proposito della Francia, molti si stupiscono che, comunque ti giri, trovi partiti ed esponenti politici, solidali verso Israele e come tantissimi esponenti di primo piano, sia degli schieramenti di centro destra che di centro sinistra, che poi arrivano all’Eliseo, siano spesso dei mezzi ebrei o comunque dei sodali dell’ebraismo, e la stessa cosa accade per l’elemento femminile quali mogli, prima, seconda o terza moglie che sia.
Tutto questo ovviamente non è causale, ma è la conseguenza del fatto che a quei livelli politici assurgono solo e sempre, personaggi che escono fuori dal giro di potentati economici e finanziari, ovvero di quelle forze che realmente controllano il potere dentro e fuori della Francia.
Sull’ingenuità dell’opinione pubblica, veramente azzeccata questa osservazione espressa da Maurizio Blondent in un suo recentissimo articolo: <<Quale cuore è tanto duro da non commuoversi all’esultanza dei giornalisti e commentatori italiani di sinistra (cosiddetta) per la vittoria di François Hollande? Sono come bambini. Esultarono allo stesso modo anche alla vittoria di Obama il progressista, il pacifista laureato, il negro (peccato non anche gay...). Non disperano mai, nell’attesa della “vittoria della sinistra mondiale”. E non riconoscono mai che a governare sono altre forze, che loro non vogliono vedere>> (M. Blondet: La comica esultanza per Hollande, Effedieffe.com).
Ma quello che vale per la sinistra vale anche per la destra. Qui in Italia, per esempio, solo altrettanti gonzi, possono credere alle esternazioni di alcuni partitini di Destra, che improvvisamente, fiutando il vento che spira, si sono messi ad esprimere qualche timido strale contro le banche e contro l’Euro. Tutti pensieri, falsi e ipocriti che, quando hanno avuto la fortuna di farsi un giretto nelle stanze del potere (dietro Berlusconi) non gli erano mai passati per l’anticamera del cervello.
La democrazia è un meccanismo perverso che garantisce il potere a chi detiene immense risorse finanziarie, e può quindi gestire guitti e pupari, ma è oggi anche un meccanismo talmente perfezionato, nelle nazioni più evolute dell’Occidente, che non si vede come possa essere scardinato dal di dentro.
Molti si fanno, di sovente, delle illusioni, e credono che si possa ribaltare questa situazione, in particolare quando constatano che nel paese si determina una forte protesta o comunque un clima di contestazione.
Si da il caso infatti che, specialmente in periodi di crisi e forte recessione, come l’attuale, il malcontento popolare cresca a vista d’occhio. Del resto le dinamiche storiche, per il principio della “eterogenesi dei fini”, determinano che la vita di una nazione, costituita da politiche e geopolitiche, iniziative e ribaltamenti vari, abbiano sempre dei “contraccolpi” ovvero delle situazioni di retroazione che potrebbero aprire scenari imprevedibili.
Chi realmente detiene il potere ha quindi la necessità di controllare questi processi per far si che non assumano particolare rilevanza e pericolosità per il potere stesso.
Anzi qualche volta gli fa anche “comodo” sfruttare certe situazioni di crisi e di disagio, per nascondere o attuare determinati progetti.
In questi casi, spesso, il giochetto dell’ alternanza, pocanzi spiegato, non è più sufficiente, perchè le due facce della medaglia vengono a trovarsi entrambe sputtanate e non possono più buttare fumo negli occhi: in soldoni, sempre per un fare esempio corrente, potrebbe non essere più sufficiente controllare la situazione abbindolando la gente sostituendo Berlusconi con Bersani.
Il malcontento, generato dalla crisi del paese, potrebbe allora indurre a coltivare qualche speranza di riscossa, soprattutto quando si vede un certo interesse nella crescita di movimenti che amplificano e raccolgono la protesta come quello di Beppe Grillo.
Mettetevi l’animo in pace: non ne uscirà fuori niente.
A parte il fatto che questi stessi movimenti contestativi, puzzano lontano un miglio di “creazione da laboratorio, quindi di “falsa opposizione” e comunque lo staremo a vedere, il Sistema ha mille risorse per far deviare o stemperare qualunque crisi.
La prima risorsa è il già accennato potere dei mass media. Se considerate che la popolazione, in massima parte è incollata per diverse ore della giornata alla maledetta scatoletta catodica, vi renderete conto come, attraverso questa si possa fare un totale lavaggio dei cervelli, oltre ad uno stravolgimento della realtà.
Per questo secondo aspetto, quello della falsa informazione, ne avete un esempio nella quotidiana disinformazione, ieri per la Libia, oggi per la Siria, dove fatti e circostanze vengono totalmente capovolte, certi “incidenti” sono letteralmente creati a tavolino o negli studios, dando così a bere alla popolazione quella che è una vera e propria “propaganda di guerra”, ovvero il falso quotidiano su tutta la linea.
Ai mass media si aggiungano i lavorii delle Intelligence. Si tratta di Centri, di portata internazionale, che hanno le antenne ben dritte e sono in grado di captare, in ogni istante, segnali di pericolo. Non stanno certo a rigirarsi i pollici o a pettinare le bambole.
Ecco che allora i Servizi, di cui questi Centri si servono, dotati di immensi mezzi e risorse, tra le quali il controllo e la schedatura di tutta la cittadinanza, sono in grado di intervenire immediatamente, anzi spesso di prevenire, quindi di condizionare gli avvenimenti, oppure di creare false flag o false opposizioni, falsi gruppi e movimenti contestativi o anche semplicemente di mandare in malora una genuina e spontanea manifestazione di protesta, in modo che, il giorno successivo i mass media possano poi “criminalizzarla” a dovere per vanificarla del tutto.
Non accenno al potere repressivo delle varie Polizie, perchè quello è sotto gli occhi di tutti.
Ditemi voi allora come potremo liberarci dal “gioco democratico”, da questa dittatura dei banksters? Io non saprei dirlo.
fonte: frontediliberazionedaibanchieri
Commenti